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L'aria di Parigi

L'aria di Parigi

La Parigi di Simenon e Maigret, del Cinema, dei Bistrot, delle Canzoni, della Malavita.


Il Killer Marcel Petiot a Parigi

Pubblicato da Fulvio Nolli su 11 Aprile 2024, 00:34am

Tags: #Scandali Delitti e Misteri, #Criminali Francesi Famosi, #Marcel Petiot, #Delitti e Castighi

Il Killer Marcel Petiot Giunge a Parigi.

Marcel Petiot, con la moglie Georgette ed il figlio Gerhardt, lascia la ridente cittadina di Villeneuve sur Yonne nel 1933.
A Villeneuve, per circa dieci anni, Petiot ha esercitato la professione di medico, nel proprio ambulatorio privato, ed è stato per ben sei anni il sindaco del paese.

Ora si trasferisce a Parigi con la famiglia e se la sua non è proprio una fuga, diciamo che gli assomiglia parecchio. Esiste un’espressione che definisce abbastanza bene i comportamenti di questo genere: svignarsela all’inglese.
Andarsene, cioè, senza dare troppe spiegazioni o nessuna.

Alle sue spalle, l’ex sindaco, lascia molti estimatori ancora convinti della sua buona fede; ex pazienti e cittadini affascinati dai suoi modi suadenti ed affabulatori, incredibilmente pronti a difendere convintamente la sua reputazione di medico e politico.
Lascia, anche, altrettanti detrattori che lo descrivono pubblicamente come un truffatore, un delinquente incallito e, probabilmente, un assassino.

Di tutto questo abbiamo scritto ampiamente in due post precedenti reperibili a fondo pagina.

Ora è il momento di raccontare l’arrivo a Parigi di Petiot e l’inizio della sua nuova vita, nella capitale francese.

Rue Caumartin a Parigi.

Rue Caumartin a Parigi.

Il Dottor Petiot in Rue Caumartin.

Giunti a Parigi, i coniugi Petiot vanno ad abitare al primo piano di uno stabile, al civico 66 della rue de Caumartin.
Tutto è stato sicuramente preparato, con discrezione, in precedenza.
Il suocero di Marcel Petiot possiede un ristorante molto noto a Parigi e, probabilmente, ha fornito al genero le informazioni necessarie.
La rue de Caumartin, più spesso chiamata semplicemente rue Caumartin, è una via del quartiere de la Chaussée-d’Antin nel 9° arrondissement.
È una strada piacevole, rue Caumartin, che scorre in direzione sud-nord, tra boulevard des Capucines, a sud, e rue Saint-Lazare, a nord. L’omonima stazione ferroviaria è lì a due passi.

Rue Caumartin, angolo elegante e popoloso di Parigi.

Rue Caumartin è una strada popolosa, movimentata, a tratti elegante, sicuramente gradevole.
Il tratto più signorile, della via, è di certo quello compreso fra boulevard des Capucines e rue de Provence, che interseca boulevard Haussmann e Rue Auber.
Molti i palazzi eleganti con fregi e decorazioni, alcuni dei quali di interesse nazionale.
Qui la via è stretta, discreta, ricca di locali eleganti.

Uno fra tutti, oggi, il ristorante giapponese Ao Izakaya, che apre la sua terrasse chilometrica al civico 12.
In questa zona della rue Caumartin, Stendhal scrisse La Certosa di Parma: abitava al quarto piano di un palazzo al civico 8.
Poco più in là, al civico 26, era la sede della Compagnia del Canale di Panama, che i lettori di questo blog dovrebbero ben conoscere.

Attori, generali, Poeti e un paio di Killer in rue Caumartin.

Molti altri i nomi di spicco in questa prima metà di rue Caumartin: il Maresciallo d’Aumont, il chimico e politico Louis-Bernard Guyton-Morveau, il poeta e drammaturgo Charles Grandmougin.
Letterati e politici, ma, ad onor del vero, anche un membro della famigerata Banda Bonnot, Léon Rodriguez, che qui ebbe i natali.

Superato boulevard Haussmann ecco i magazzini Printemps, con i loro negozi delle grandi firme della moda.

La via ora si allarga, in prossimità della bella chiesa di San-Louis-d'Antin, per tornare poi a restringersi nell’ultimo tratto, che qui assume un’aria più popolare, pur conservando la sua eleganza di fondo.

Al civico 68 abitava Suzanne Avril, attrice nota nella Belle Époque, mentre al 66 visse l’attore drammatico Edouard de Max.
Proprio in questa casa viene ad insediarsi, nel 1933, un'altra figura ancora più drammatica: il nostro Marcel Petiot.

Il Dottor Petiot tratta, ma non Sfrutta i suoi Pazienti.

Uno stabile elegante, arricchito da un grande portone decorato con fregi. A bordo strada un negozio di articoli religiosi. Petiot si insedia nell’appartamento del primo piano con l’abitazione ed il nuovo ambulatorio medico.

Subito il dottor Petiot inizia a far parlare di sé. Con una campagna pubblicitaria degna di un moderno brand della moda, informa il gentile pubblico della sua disponibilità ad occuparsi della loro salute. Come già sperimentato in provincia vanta metodi innovativi, dichiarandosi, fra l’altro, un esperto in elettroterapia e, guarda caso, in disintossicazione da stupefacenti.
Appone sull’ingresso del suo ambulatorio una targa in cui fanno bella mostra false referenze e trattamenti clinici piuttosto dubbi.

“Il Dottor Petiot tratta, ma non Sfrutta i suoi Pazienti.”
Ecco una frase che compare su alcuni volantini pubblicitari che Petiot organizza di far distribuire, in grande quantità, nel quartiere.

Si riconoscono in lui la stessa energia, efficienza e totale mancanza di scrupoli già ampiamente sperimentati a Villeneuve.

 

Il Collaudato Metodo Petiot.

Il “metodo Petiot” funziona, ancora una volta, egregiamente e, molto presto, il suo ambulatorio si riempie di pazienti desiderosi di affidarsi alle sue cure e che, anche in seguito, saranno pronti ad attestare che si trattava di un medico competente e coscienzioso!
Seguendo uno schema già ampiamente collaudato in provincia il dottor Petiot attira clienti di ogni tipo, individua i soggetti più fragili e bisognosi, verso i quali è spesso estremamente generoso. La clientela più danarosa e blandita e, probabilmente, manipolata e, quando è il caso, a tutti, offre interventi e cure non facilmente reperibili altrove: almeno legalmente.

 

Parigi si Rivela Pericolosa per Marcel Petiot.

Ironia della sorte l'amabile Petiot scopre, abbastanza rapidamente, che non è assolutamente vero che in una grande città si attiri meno l’attenzione che in un piccolo centro di provincia.

In primo luogo i medici parigini, suoi “colleghi”, sono molto meno impressionabili dei loro pari in provincia.
Notano subito le manovre del nuovo arrivato, che non esitano a definire come degne un ciarlatano della peggior specie.

Anche la polizia, nonostante la grande mole di lavoro, non tarda ad occuparsi del nuovo medico giunto in città.
In una città come Parigi la polizia dispone di ampi mezzi e personale adeguato.
Probabilmente anche le informative giunte da Villeneuve avranno avuto il loro peso.

Primi Guai con la Polizia per Marcel Petiot.

Nel 1935, a soli due anni dal suo insediamento, Petiot viene arrestato, con l’accusa di prescrivere illegalmente eroina a certi suoi pazienti che ne fanno uso abituale.
Vi sono anche sospetti che il medico pratichi aborti clandestini.
Mancano le prove e viene rapidamente rilasciato, ma è un segnale dell’attenzione che le autorità intendono mantenere su di lui.

 

Crisi di Follia e Internamento di Petiot.

L’anno successivo un nuovo arresto per Marcel Petiot. Questa volta si tratta di un episodio davvero singolare.
Colto a rubare alcuni libri nella famosa libreria Gilbert Joseph nel Quartiere Latino, Petiot, aggredisce il commesso che lo ha scoperto e lo picchia di santa ragione.
Questa volta è inevitabile che vi sia un processo.
A difenderlo uno degli avvocati più noti di Parigi: René Floriot.
Manco a dirlo la difesa, ancora una volta, si basa sulle perizie psichiatriche rilasciate a suo tempo dall’Esercito. L’avvocato insiste sui disturbi mentali del suo cliente e riesce ad ottenere una perizia del tribunale.
Petiot sfugge ancora una volta alla condanna, ma deve accettare il ricovero in una struttura psichiatrica ad Ivry.

 

Discrepanze sui tempi dell'internamento di Petiot.

A questo punto le informazioni disponibili offrono diversi scenari. La maggior parte delle fonti, sostiene che il ricovero dura solo sette mesi, e c’è chi addirittura pretenderebbe che si sia trattato di un ricovero volontario richiesto da Petiot stesso.
Almeno una fonte sostiene invece che si trattò di un ricovero coatto della durata di ben quattro anni.
Ai medici che lo hanno in osservazione viene chiesto di valutare l’effettivo stato mentale del paziente.
È realmente pazzo o si tratta di un simulatore che si finge tale per evitare la prigione? E se è pazzo: fino a che punto lo è?

Petiot è un Pazzo Criminale o un Criminale e un Simulatore?

A quanto pare la risposta a queste domande non è affatto scontata.
Un primo verdetto, rilasciato da uno specialista, sembra non lasciare adito ad alcun dubbio: Marcel Petiot è malato. Si tratta di un soggetto delirante e totalmente irresponsabile.
Dopo un secondo esame, un altro psichiatra altrettanto specializzato, lo descrive, al contrario, come un individuo senza scrupoli e totalmente privo di senso morale.
Chi ha ragione?
Non è dato saperlo. Quello che è certo è che il dottor Petiot, dopo sette mesi di internamento (o quattro anni che sia), viene rilasciato con una diagnosi di guarigione e il 20 febbraio del 1937 ritorna tranquillamente al suo ambulatorio per riprendere l’attività interrotta.
Ovviamente, nel secondo caso, se si fosse veramente trattato di quattro anni, sarebbe il settembre del 1940.
A suffragio di questa seconda ipotesi vi è forse il fatto che fra il furto alla libreria del 1936 e l’occupazione di Parigi da parte dell’esercito tedesco nel 1940, non vi sono altre denunce a carico del dottore.

 

Il Fisco Scopre Marcel Petiot.

Nessuno sembra più occuparsi di Marcel Petiot fra il 1937 e il 1941: nessuno tranne l’Ufficio tributi.

Nel 1938, un ispettore fiscale contesta all’esimio dottore, ricoverato o meno che sia, d’aver dichiarato appena un decimo del suo reddito annuo stimato.
L’ufficio competente apre un’inchiesta ed il giro d’affari di Petiot diventa oggetto di un'indagine accurata-
Con non poca sorpresa si scopre che il patrimonio del dottore comprende diverse proprietà immobiliari a Parigi.
Com’è possibile, con i normali introiti di un medico di medicina generale che non sono certo tali da consentire simili investimenti?
Mentre il Fisco francese compie i necessari accertamenti scoppia però il secondo conflitto mondiale. La Francia è sconfitta ed invasa dalle truppe Terzo Reich e i problemi fiscali passano in secondo piano.

 

Il Dottor Petiot si Prepara alla Guerra.

Comunque sia andata nel manicomio di Ivry e per quanto lungo possa essere stato il suo internamento, il dottor Petiot, nel 1940, è tornato in attività.

Dopo la disfatta militare la situazione della Francia è decisamente particolare. Una parte consistente del territorio nazionale, Parigi compresa, è sotto il diretto controllo delle autorità germaniche. Un’altra parte è “libera” sotto il governo dello Stato Francese, presieduto dal generale Philippe Pétain: la cosiddetta Repubblica di Vichy.

Marcel Petiot è rimasto a Parigi, nel suo appartamento al 66 di rue Caumartin. Esercita ancora come medico e, anzi, ha intenzione di aprire un nuovo ambulatorio. Forse per ampliare la propria attività, forse per diversificarla un tantino.

Probabilmente l’internamento in manicomio non ha prodotto in Petiot risultati particolarmente brillanti. È possibile che ne abbia compromesso, ulteriormente, le capacità mentali, già piuttosto precarie ed instabili.
Quello che è certo è che il bambinetto, che, forse, una quarantina d’anni prima torturava i gatti e gli uccellini nel suo quartiere di Auxerre, si accinge ora a pianificare qualcosa di molto simile ad uno sterminio di massa, al solo scopo di arricchirsi a danno del suo prossimo.

 

La storia del Killer Marcel Petiot continua nel prossimo post.

Post precedenti:

Marcel Petiot Uno.

Marcel Petiot Due.

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