Maigret, un corpo senza testa e il segreto di una donna.
Il Commissario Maigret indaga per dare un nome a quel cadavere senza testa, ritrovato nel canale Saint-Martin a Parigi. Scoprirà il segreto indicibile di una donna.
Maigret e il corpo senza testa è il titolo del romanzo sul quale oggi poniamo la nostra attenzione. Vogliamo analizzarne alcuni aspetti, cercando di non svelare troppo sulla trama, naturalmente, per non togliere gusto alla lettura di coloro che eventualmente ancora non lo conoscessero.
Lo facciamo perché ci sembra che alcuni aspetti di questo romanzo meritino d'essere indagati e, soprattutto, perché la donna protagonista della vicenda narrata, sia uno dei più drammatici e coinvolgenti, fra i tanti personaggi femminili che popolano le opere di Simenon.
![Il canale Saint-Martin scenario del romanzo in cui Maigret indaga il dramma di una donna.](https://image.over-blog.com/o5D-Lg8TSh2ohq7IQJ5CXEUPmAA=/filters:no_upscale()/image%2F6949873%2F20240925%2Fob_ad2c9c_canale-saint-martin.jpg)
L'Ultimo Romanzo Americano di Simenon.
Georges Simenon scrisse questo romanzo nel gennaio del 1955, proprio mentre era in procinto di lasciare gli Stati Uniti dopo avervi trascorso un decennio della propria vita.
Sarà quindi l'ultimo romanzo realizzato dallo scrittore di là dall'Oceano. Di lì a poco tornerà nel Vecchio Continente, lasciandosi alle spalle un periodo importante della propria esistenza. Un periodo ormai definitivamente archiviato, ma che ha lasciato segni indelebili nella sua vita.
Simenon torna in Europa con una nuova moglie, un nuovo editore, dieci anni e due figli in più.
Ha scritto molti importanti romanzi, in quei dieci anni lontano da casa, e fra questi diversi Maigret, ed è proprio con un Maigret che sceglie di chiudere la sua esperienza "americana". Un Maigret più parigino che mai.
Maigret lungo i moli del Canale Saint-Martin.
Ritroviamo in queste pagine il Canale Saint-Martin ed il quartiere che lo circonda. Un quartiere ancora popolare all'epoca del romanzo, animato da artigiani, operai, battellieri in paziente attesa alle chiuse, infermiere del vicino ospedale Saint-Louis e, di notte, dalle ragazze che perlustrano instancabili il marciapiede.
Sull'acqua torbida che scorre lentamente tra i moli, le tante chiatte incolonnate in attesa alle chiuse. Chiatte che caricano, scaricano, salpano, verso nuovi ingaggi.
Sulle chiatte, silenziosi e cocciuti, i battellieri fiamminghi, intenti al lavoro o ad una pigra attesa, obbligata, prima di passare una chiusa.
In coperta donne dai capelli color stoppa e carnagione chiarissima, spesso gravide, intente a stendere il bucato, a cucinare o pulire, quando non a manovrare il timone come uomini. In grembo o al fianco, bimbi altrettanto biondi, silenziosi come i loro padri: forse già compresi nel loro destino fluviale.
Tutto un mondo che Simenon ci ha insegnato ad amare: a sentire quasi come nostro.
In un'alba d'inizio primavera quel mondo animato e operoso è sconvolto da una tragica scoperta. Dalle acque torbide del canale, smosso dalle eliche di un battello, emerge il braccio di un cadavere avvolto in carta di giornale. Così ha inizio questa inchiesta del Commissario Maigret.
Tutti, Maigret compreso, sono concordi nel ritenere che i cadaveri, fatti a pezzi, che emergono dai canali o nella Senna, appartengano sempre a delle donne.
Solitamente anziane prostitute, che battono solitarie in luoghi poco frequentati e che rimangono vittime di maniaci. Il colpevole non viene identificato quasi mai. Emarginate tra gli emarginati.
Questa volta, contrariamente al solito, è quello di un uomo il corpo restituito dalle acque del canale Saint-Martin!
Sarà dunque un'indagine difficile quella che attende il commissario Maigret?
Non difficile, forse, ma di certo dolorosa.
Una strana inchiesta, quella narrata da Simenon, nella quale, a dispetto del mistero iniziale, la polizia non brancola a lungo nel buio. Al punto che gli stessi investigatori rimangono quasi delusi dall'apparente semplicità di quel caso, che solo per un breve istante è apparso difficile e, al contrario, subito si avvia su di una pista ben precisa che promette un'altrettanto rapida soluzione.
Rapida per tutti: non per Maigret che ne intuisce i disperati risvolti.
Se è vero, com'è vero, che Simenon è più interessato a raccontare le atmosfere, gli ambienti e le sfumature psicologiche dei personaggi, piuttosto che l'indagine in se stessa, e che il suo commissario conduce le indagini proprio immergendosi in quelle atmosfere e immedesimandosi nella dimensione umana e psicologica dei protagonisti, ebbene, tutto questo risulta essere doppiamente vero in Maigret e il corpo senza testa.
Infatti in questa storia, sebbene i canoni del giallo siano sostanzialmente rispettati, l'impostazione è, fin da subito, completamente diversa rispetto al tradizionale romanzo giallo.
C'è una vittima, c'è il mistero sulla sua identità, c'è un'indagine, destinata a definire il quadro e lo svolgersi degli eventi, alla fine ci sarà un colpevole.
Eppure, in questo particolare romanzo, tutto risulta falsato da quella chiara percezione, che coglie Maigret sin nelle prime pagine. La percezione che tutto quanto appare semplice e quasi lampante, sia, in realtà, molto più complicato.
C'è il canale, abbiamo detto, e c'è quello strano e triste bistrot che si affaccia sul quai de Valmy. Un bistrot in cui il commissario entra assolutamente per caso, poco dopo che il ritrovamento di un cadavere ha dato avvio all'inchiesta.
C'è quella donna così diversa da tutte le altre, che Maigret pone subito al centro della sua indagine. Dell'indagine umana, non di quella giudiziaria.
Una donna come Maigret non ha mai incontrato. Il ritratto stesso dell'indifferenza ad ogni emozione e sentimento. Una donna dietro la cui figura scialba e trascurata, il poliziotto che indaga l'animo umano, intuisce un segreto rimosso e il dramma che lo accompagna.
È stato commesso un reato e c'è, necessariamente, un colpevole. Ma quante sono, realmente, le vittime?
Scrittore, Simenon, che al costruire l'intrigo ha sempre preferito definire lo spessore, di quei suoi personaggi travolti dal peso della propria esistenza, qui, nel romanzo Maigret e il corpo senza testa, pone il suo Commissario di fronte alla tragedia di scelte umane segnate da un destino che non lascia scampo.
Così da un caso di omicidio efferato, ma, se vogliamo, poco più che banale, ecco emergere prepotente, inaspettato, incompreso ed ignorato il dramma di una donna.
Maigret e la figura tragica di Aline Calas.
I tanti romanzi che Simenon ha dedicato al personaggio del commissario Maigret, traboccano di figure femminili. Alcune sono solo accennate, altre sono guardate con maggiore attenzione.
Alcune sono comparse, altre protagoniste. Un numero più ristretto di esse, sono centrali nella vicenda. Non solo ai fini della trama, ma per il frammento di realtà (spesso amaro o addirittura terribile) che lo scrittore svela attraverso la loro storia.
Il personaggio di Aline Calas, protagonista del romanzo Maigret e il corpo senza testa, è una di queste figure femminili: probabilmente la più drammatica e disperata di tutte. Un personaggio degno della migliore Tragedia Greca.
"La signora Calas, oltre a essere un tipo particolare, come tanti incontrati da Maigret durante la sua carriera, rappresentava anche un problema umano. Per Comélieau era una spudorata ubriacona che andava a letto col primo che capitava. Per Maigret era qualcos'altro, non sapeva ancora bene, e finché non l'avesse saputo, finché non avesse "sentito" la verità, non si sarebbe tolto di dosso quel vago senso di malessere."
Al centro del romanzo, molto più dell'indagine di polizia, c'è dunque il dramma autentico di questa donna. Un dramma che intuiamo terribile, profondo, assoluto, che non lascia scampo e segna per sempre il suo destino.
Un dramma governato dal destino.
Come spesso accade nei romanzi di Simenon è il caso a dominare questo romanzo. Il caso o, forse, il Destino.
È un puro caso che la chiatta dei fratelli Naud, troppo carica, abbia smosso il fondo del canale, provocando così il ritrovamento di un braccio umano, avvolto in carta da giornale e legato con lo spago.
Diversamente sarebbe potuto passare chissà quanto tempo e il piano dell'assassino avrebbe avuto successo.
Le successive ricerche porteranno al ritrovamento del resto del corpo. Tutto tranne la testa.
Un delitto. Un omicidio causato anch'esso dal caso: il destino che riporta nel presente un dramma che doveva restare confinato nel passato.
Ancora il caso, la necessità di fare una telefonata, conduce Maigret e il giovane ispettore Lapointe in quel locale piccolo e buio: "Chez Calas".
Lì, dietro il banco, a servire i clienti c'è lei: Aline Calas nata Boissancourt.
Qualcosa è accaduto a quella donna. Un fatto del passato, le cui conseguenze ancora agiscono nel suo presente, spingendola a vivere nella totale indifferenza di sé. Fino ad abbrutirsi in quel caffè di quai de Valmy, concedendosi a chiunque la voglia, senza più rispetto per se stessa e per il proprio corpo.
Una figura pietosa forse per molti, ma tragica per Maigret. Profondamente tragica.
Sempre per caso sarà Comeliau, l'unico magistrato libero in quel momento, ad assumere la responsabilità dell'inchiesta. È il giudice istruttore che più di tutti ha in spregio i metodi del commissario (quasi un suo nemico personale) e questo è forse il romanzo dove Maigret e Comeliau si trovano umanamente più lontani e dove è più duro il giudizio del poliziotto sul magistrato.
Anche Comeliau entra, quindi, a far parte di quel caso, di quel destino che, nel romanzo, sembra avere il compito di contribuire alla vittoria ultima della legalità e, al contempo, d'opporsi ad ogni possibilità di giustizia.
![La solitudine della vittima](https://image.over-blog.com/CLnRJIZy5FR9XNFd-nJ5cSzhx8o=/filters:no_upscale()/image%2F6949873%2F20241001%2Fob_6aab41_solitudine-della-vittima.jpg)
Maigret ed il difficile rapporto fra vittima e carnefice.
Il motto di Maigret è "comprendere, non giudicare". E Maigret comprende. Comprende soprattutto chi è la vera vittima di un dato crimine e quali dinamiche legano questa con il suo carnefice.
Guardando con attenzione ai tanti romanzi della serie dedicata al commissario della Squadra omicidi parigina, vediamo come, nella maggior parte delle vicende, anche quando il poliziotto sembra trascurare la vittima e non prestarle particolare attenzione, il suo atteggiamento durante l'inchiesta, nasce da una percezione interiore ed immediata che gli rivela il rapporto tra i due soggetti coinvolti nel dramma e indirizza la sua indagine nella giusta direzione.
Quando questa percezione non è immediata, perché mancano elementi di giudizio, allora il commissario è costretto ad indagare sulla vittima e attraverso questa giunge ad identificare il colpevole. Un caso classico in questo senso lo troviamo nel romanzo Maigret et la jeune morte.
In questo romanzo, Maigret et le corps sans tête, vi è certamente una precisa intenzione dello scrittore, nel porre in evidenza, non tanto il rapporto fra la vittima e il suo assassino, quanto la complessità del concetto di vittima, che non può essere risolto unicamente da analisi di causa effetto, ma necessita di un'osservazione più accurata e profonda.
Non dimentichiamo che Georges Simenon era molto interessato allo sviluppo delle scienze psicoanalitiche.
Anche il fatto che il cadavere, ritrovato a pezzi nel canale Saint- Martin, appartenga ad un uomo e questo rappresenti un'anomalia all'interno della casistica vittimologica di quello specifico luogo (sono sempre donne, quelle ritrovate a pezzi in quelle acque), non va certo visto come un'antesiniana escursione nella, oggi tanto rimarcata, differenza di genere.
Più semplicemente, ma molto più intelligentemente, Simenon, sottolinea come esistano molti modi di essere vittima e non tutti così apparenti e scontati come si è normalmente portati a pensare.
Maigret e il corpo senza testa.
Maigret e il corpo senza testa (titolo originale francese Maigret et le corps sans tête, pubblicato in traduzione italiana anche col titolo Il corpo senza testa) è un romanzo di Georges Simenon con protagonista il Commissario Maigret.
![Maigret e il corpo senza testa, la copertina Adelphi.](https://image.over-blog.com/jfSuWIwLPCI2PkNrmZV2kARbJIU=/filters:no_upscale()/image%2F6949873%2F20241001%2Fob_5c43cf_il-corpo-senza-testra.jpg)
Il romanzo fu scritto alla tenuta Shadow Rock Farm di Lakeville (Connecticut), negli USA, dal 15 (o 16) al 25 gennaio 1955. Pubblicato lo stesso anno, uscì in Francia il 2 giugno del 1955 per l'editore Presses de la Cité.
È il quarantasettesimo dei romanzi della serie dedicata al celebre commissario.
Il romanzo è stato pubblicato per la prima volta presso l'editore Presses de la Cité nel 1955.
In Italia è apparso per la prima volta nel 1957, tradotto da Sarah Cantoni e pubblicato da Mondadori. Sempre per lo stesso editore fu ripubblicato in altre collane o raccolte tra gli anni Sessanta e Novanta, dal 1992 nella traduzione di Marianna Basile. Nel 2005 il romanzo è stato pubblicato da Adelphi, tradotto da Margherita Belardetti, nella collezione di color giallo dedicata al commissario.
Di questo romanzo non risulta sia stato ricavato alcun adattamento per il cinema.
Tre sono gli adattamenti del romanzo per la televisione:
- Episodio dal titolo The Simple Case, facente parte della serie televisiva Maigret, trasmesso per la prima volta sulla BBC il 30 ottobre 1961, con Rupert Davies nel ruolo del commissario Maigret.
- Episodio dal titolo Maigret et le corps sans tête, facente parte della serie televisiva Les enquêtes du commissaire Maigret per la regia di Marcel Cravenne, trasmesso per la prima volta su Antenne 2 l'8 marzo 1974, con Jean Richard nel ruolo del commissario Maigret.
- Episodio dal titolo Maigret et le corps sans tête, facente parte della serie televisiva Il commissario Maigret per la regia di Serge Leroy, trasmesso per la prima volta l'11 settembre 1992, con Bruno Cremer nel ruolo del commissario Maigret. In Italia l'episodio è apparso con il titolo Maigret e il corpo senza testa.
Maigret e il corpo senza testa
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