Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

L'aria di Parigi

L'aria di Parigi

La Parigi di Simenon e Maigret, del Cinema, dei Bistrot, delle Canzoni, della Malavita.


La favola bella di Corinne Luchaire

Pubblicato da Fulvio Nolli su 6 Dicembre 2023, 21:00pm

Tags: #Corinne Luchaire, #Attori ed Attrici Francesi

La favola bella che ieri m'illuse...
Corinne Luchaire e Camillo Pilotto nel film Abbandono del 1940.

Corinne Luchaire e Camillo Pilotto nel film Abbandono del 1940.

Abbiamo conosciuto, nel post precedente, la storia personale del padre di Corinne, Jean Luchaire.

Giornalista e uomo di mondo, dal socialismo pacifista; Luchaire, finisce con l'aderire alla Repubblica di Vichy ed a compromettersi irrimediabilmente con l'occupante tedesco.

Corinne: la favola bella che ieri t’illuse…

Tutto questo è ancora lontanissimo quando Corinne abbandona la scuola per dedicarsi allo studio della recitazione.

È una ragazzina lunga e magra, appassionata di letture e di musica, ma soprattutto di cinema ed al cinema la ritroviamo regolarmente ogni giovedì.

Poco più che bambina si iscrive ai corsi di arte drammatica tenuti dal regista teatrale e cinematografico (nonché attore egli stesso), di origine belga Raymond Rouleau.

Nulla di tanto straordinario in questo. Abbiamo visto come quello della sua famiglia sia un ambiente particolarmente aperto, artistico, mondano. Tutt’altro che convenzionale e borghese. Forse un po’ snob, sicuramente, molto “parigino“.

Ha delle qualità la ragazza e il suo sogno di recitare diventa realtà pochi anni dopo, quando sale sul palco del Théâtre de l’Étoile, quello in avenue de Wagram, per il suo debutto in teatro.

L’esordio in teatro di Rosie Davel.

Corinne esordisce, sotto la guida di Raymond Rouleau, suo maestro, in un’opera teatrale, Altitude 3200, che ha come soggetto un gruppo di giovani, isolati in uno chalet di montagna per il maltempo. Un’analisi del mondo giovanile d’allora, delle sue problematiche ed aspirazioni. Lo spettacolo ha successo e suscita l’interesse di critica e pubblico.

È il 18 febbraio del 1937 e Corinne ha compiuto 16 anni da sette giorni solamente.

Sul palco, a recitare con lei, ci sono, tra gli altri, Bernard Blier, Gilbert Gil, Jean Chevrier, Gaby Sylvia, Odette Joyeux. Alcuni, come Blier, sono come lei al loro debutto, altri sono attori ormai più esperti. Tutti artisti destinati a calcare le scene per lungo tempo ed a lasciare un duraturo ricordo dietro di se.

Per il suo debutto, la giovanissima Corinne, ha scelto un frivolo nome d’arte: Rosie Davel.

Forse il motivo che la spinge a celarsi sotto un nom de plume è abbastanza banale e poco romantico: nel cartellone dello spettacolo compare già un Luchaire.

Si tratta de già citato Julien: suo nonno, autore della pièce.

Corinne Luchaire ed è subito Cinema.

Due anni prima di esordire in teatro la giovane Rosie ha sperimentato l’esperienza cinematografica. Non si è trattato di grandi ruoli certamente, ma le due pellicole cui partecipa nel 1935 e nel ’36 portano la firma di Marc Allégret, che del suo insegnante d’arte drammatica è amico e collaboratore.

Sono Les Beaux Jours, interpretato da Simon Simon e Jean-Pierre Aumont, e Sous les yeux d’Occident, protagonisti Pierre Fresnay, Danièle Parola e, ancora, Simon Simon.

Del 1937 è il film musicale Le Chanteur de minuit, interpretato dal famoso cantante Jean Lumière. La protagonista femminile del film è Yvette Lebon che ha 11 anni più di Corinne e che, negli anni dell’occupazione della Francia, diverrà l’amante del padre di lei.

Anche in questa pellicola Corinne interpreta una delle tante allieve del collegio femminile in cui la vicenda è ambientata. Una comparsa: nulla di più.

Altra comparsata anche nel 1938 sul set di Je chante, film musicale realizzato da Christian Stengel e interpretato da Charles Trenet. Con il grande cantante e compositore francese ci sarà una breve storia d’amore, osteggiata dal padre di lei e quindi senza futuro.

1938: l’anno decisivo per la carriera di Corinne.

Durante il famoso spettacolo teatrale del febbraio 1937 al Théâtre de l’Étoile, qualcuno l’ha notata. È il regista di origini russe Léonide Moguy.

Léonide Moguy è un ottimo “artigiano” del cinema, con un occhio particolarmente attento nel cogliere il talento degli attori. Ha iniziato in Russia come operatore di cinegiornali. Rifugiatosi in Francia dal 1930, lavora al montaggio e come assistente alla regia. Lavora al fianco di ottimi maestri come Marcel L’Herbier e  Max Ophüls.

Il suo primo film da regista è del 1936:  Le Mioche, protagonisti il brillante Lucien Baroux e la talentuosa Gabrielle Dorziat.

Moguy vede Corinne in teatro e ne rimane colpito. La scrittura per una parte da protagonista in una pellicola che sarà presentata nella sala cinematografica Max-Linder al 24 boulevard Poissonnière, nel cuore di Parigi, il 18 febbraio 1938: Prison sans barreaux.

Prigione senza sbarre. Quasi una profezia per Corinne!

Prigione senza sbarre, titolo originale Prison sans barreaux, è il film destinato a lanciare Corinne Luchaire a livello internazionale. Una popolarità tanto vasta quanto improvvisa.

Una commedia sentimentale della durata di 90 minuti, con qualche pretesa di impegno sociale.

L’interprete principale è lei Corinne Luchaire, al suo fianco Annie Ducaux, ottima attrice drammatica di grande fama. Mentre il protagonista maschile è Roger Duchesne, uno dei belli del cinema francese, con una grande quantità di pellicole girate prima e dopo quest’opera del ’38, e che, in una delle sue ultime interpretazioni, vedremo nel 1955 interprete del film Bob le flambeur del grande Jean-Pierre Melville.

La vicenda di Prison sans barreaux si svolge in una casa di correzione femminile. Una delle ragazze internate (Corinne Luchaire) si innamora del medico, che è fidanzato con la direttrice del carcere. Quest’ultima (Annie Ducaux), convinta promotrice di metodi che puntino a recuperare i detenuti, comprende l’importanza di quel sentimento per la vita di entrambi i giovani e preferisce fare un passo indietro e lasciare ai due il loro avvenire.

Léonide Moguy non ha dubbi nemmeno anni dopo:

Corinne Luchaire, c’était une actrice comme il n’en existe plus. C’était un tel masque, une telle personnalité, une telle présence. Elle n’avait pas besoin de parler pour s’exprimer.

«Corinne Luchaire, era un’attrice come non ce ne sono più. Una tale maschera, una tale personalità, una tale presenza. Non aveva bisogno di parlare per esprimersi.»

L’epopea di Corinne Luchaire: 1938/1940.

Il film Prison sans barreaux catapulta letteralmente Corinne Luchaire tra le vedettes di prima grandezza del cinema francese.

Ovazioni del pubblico dopo la prima del film. La stampa e la critica consacrano il suo successo!

Cinémonde, principale rivista del settore, pubblica perentorio:

Elle fait le film!

Il trionfo personale di Corinne a Venezia.

La pellicola è presentata in agosto alla VI Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (all’epoca Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica). Il film non riceve direttamente un premio, ma è apprezzato e la regista tedesca Leni Riefenstahl (vincitrice quell’anno della Coppa Mussolini con Olympia) consegna proprio a Corinne il premio della giuria internazionale.

Viene immediatamente realizzata anche una versione inglese di Prison sans barreaux (Prison Without Bars di Brian Desmond Hurst). Anche gli inglesi vogliono Corinne come protagonista.

La stampa statunitense saluta la nuova star francese come: The New Garbo o la French Garbo.

Di lei, a Venezia si interessa anche il conte Galeazzo Ciano Ministro degli esteri italiano dell’epoca, ma soprattutto noto tombeur des femmes. Sembra che ogni giorno inondi di rose la stanza d’hotel dove risiede Corinne.

I giornali iniziano a ricamare su questi incontri mondani della giovanissima attrice e le voci di amanti veri o presunti della ragazza si susseguiranno incessantemente da quel momento in poi.

…Corinne Luchaire, che guida la sua Craysler con la stessa spensieratezza della sua bicicletta, che aspira solo a correre sulle spiagge o arrampicarsi sulle rocce e che non smette mai di stupirci.
Uno ha l’impressione, quando la vedi, che stia preparando l’esame di terza superiore, piuttosto che la sua carriera da star, e che pensi alle vacanze estive molto più che all’esame…

La Vie parisienne 15 luglio 1939.

I mille amanti di Corinne Luchaire.

Oltre a Ciano si parlerà di Ali Khan, Trenet, Aumont, Allais, Empain. Gente di spettacolo o protagonisti del jet set dell’epoca. Colleghi di lavoro altrettanto noti, campioni sportivi e, soprattutto poi durante la guerra, collaboratori del padre, politici o affaristi.

Com’è ovvio che sia la maggior parte di queste voci sono del tutto false, ma non vi è nulla da stupirsi. È il normale corollario di pettegolezzi che accompagna la notorietà.

Corinne tra Cinema e mondanità.

L’attività artistica di Corinne nel cinema dura per un tempo eccezionalmente breve: 2 anni soltanto!

Le pellicole a cui il suo nome è legato indissolubilmente sono soltanto sette: tutte realizzate tra il 1938 e il 1940.

Della prima, Prison sans barreaux (versione francese ed inglese), abbiamo già detto.

Léonide Moguy la vuole ancora in due film rispettivamente del ’38 e del ’39: Conflit e Le Déserteur (film conosciuto anche con il titolo Je t’attendrai).

Conflit narra la vicenda del segreto conflitto tra due sorelle. Moguy ripropone la coppia di attrici di Prigione senza sbarre. Annie Ducaux, interpreta la sorella maggiore Catherine, mentre il ruolo di Claire, la minore delle due sorelle, è per Corinne Luchaire.

Questo film rappresenta anche il momento di massimo apprezzamento della giovane attrice, da parte della critica.

Le Déserteur è un melodramma d’amore. Un soldato, una giovane fidanzata, vicissitudini varie. Lui diserta, poi si ravvede, parte con i suoi commilitoni e lei attenderà il suo ritorno.

Protagonista maschile Jean-Pierre Aumont (uno dei più famosi attori francesi del momento).

Un film debole ed un ruolo controverso.

Sempre del 1939 è il film: Le Dernier Tournant per la regia di Pierre Chenal.

Le Dernier Tournant è il primo adattamento cinematografico del famoso romanzo dello scrittore americano James Caan, “Il postino suona sempre due volte”.

Dal romanzo verranno ricavati, negli anni, altri tre film (tra i quali Ossessione di Luchino Visconti), mentre alcune altre pellicole ne risulteranno almeno influenzate (come Cronaca di un amore di Michelangelo Antonioni).

Inutile dire qui quale delle varie versioni possa essere considerata la migliore. Certo il film di Pierre Chenal se, da un lato si rivela il più fedele al testo originale, da altro lato, quello più squisitamente cinematografico, non si dimostra certo un capolavoro.

La critica non risparmia nemmeno Corinne Luchaire, giudicata troppo giovane per il ruolo di Cora (moglie infedele disgustata dal marito), ed in più stranamente agghindata con una parrucca nero corvino, che sembra essere un escamotage per conferirle un’aria più truce e malvagia.

Ottime le atmosfere, molto aderenti alle originali del romanzo, e molto buoni i due protagonisti maschili: Fernand Gravey (il vagabondo) e Michel Simon (il marito tradito e ucciso).

Il film non convince la critica, ma piace al pubblico e la popolarità di Corinne è alle stelle.

Corinne Luchaire gira gli ultimi film della carriera.

Nel 1940 Corinne Luchaire partecipa alla realizzazione di due film che saranno anche i suoi ultimi.

Uno di essi è un dramma storico per la ragia di  Raymond Bernard. Film in tre episodi dal titolo Cavalcade d’amour.

La pellicola esce nelle sale francesi il 19 gennaio del 1940 e gode di un buon successo di pubblico. Non si può dire esattamente lo stesso per quanto riguarda la critica, che definisce l’opera di Bernard come:

Un “cinema” un po’desueto ed alla mercé degli attori, che sono si eccellenti, ma…

L'ultimo fil di Corinne è in Italia.

Segue un film girato in Italia negli studi di Cinecittà: Abbandono, uno dei pochi film drammatici realizzati dal nostro Mario Mattoli, su soggetto di Mattoli stesso e Steno (al secolo Stefano Vanzina).

Il film partecipa alla VIII Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ed esce nelle sale italiane nel settembre del 1940.

Nel frattempo, tra Francia e Italia è scoppiata la guerra e, di conseguenza, perché la pellicola appaia nelle sale francesi si dovrà attendere il settembre del 1943.

Il film è un dramma romantico in costume e non rappresenta certo il meglio della produzione di Mattoli. Il regista italiano si trova molto più a suo agio nel genere della commedia e famosi sono i suoi tanti film con protagonista il grande Totò.

In ogni caso i giudizi della critica seppur non unanimi rimangono abbastanza favorevoli.

Corinne è ormai una stella del cinema ed anche i giornali italiani ne esaltano le doti artistiche ed estetiche, seppur con qualche rimpianto, dovuto forse al clima politico in fermento…

Cara signorina, mi dicono che parlate un francese perfetto e questo mi fa molto piacere; ma mi dicono anche che non conoscete una sola parola d’italiano e questo mi addolora: non tanto perchè, con le tradizioni, diremmo così “italianizzanti” della vostra famiglia, qualche parola – bocca, cuore, amore, sole, vita, ideali – la dovreste conoscere, quanto perchè venendo a lavorare in Italia, al momento di mettere lo spazzolino da denti e il pigiama, avreste potuto pensare a un manualetto da conversazione da leggiucchiare sia pure in viaggio.
Perchè non avete detto a vostro nonno, a Julien Luchaire, che è stato tanti anni a Firenze, e qualcosa se la deve ricordare: ’nonno insegnami a dire almeno la parola amore’. Povera Corinna: siete così giovane, così seducente, così fragile, e non sapete dire la parola amore! Che cosa siete venuta a fare, dunque, in Italia?

– Film: Settimanale Cinematografo teatro e radio – 17 aprile 1940.

La favola bella finisce: il destino è alle porte.

La popolarità di Corinne è all’apice e, con la fama, cresce la voglia di vita di questa diva diciottenne poco più che adolescente.

Cresce, evidentemente, anche in suo padre l’orgoglio per la figlia e il desiderio di esibirla.

Dopo la ribalta internazionale di Venezia ecco quella parigina.

Nel settembre del 1938 si tiene presso l’Ambasciata tedesca di Parigi un ricevimento in onore dei recenti accordi firmati pochi giorni prima a Monaco tra Francia, Germania, Inghilterra e Italia e che sembrano, sul momento, scongiurare il pericolo di una guerra tra le potenze europee.

Non può certo mancare, ad un simile evento, Jean Luchaire, che, come abbiamo detto, è un deciso fautore di una duratura collaborazione tra Francia e Germania. Naturalmente con la figlia al seguito.

Il giornalista coglie l’occasione per presentare la figlia al Ministro degli esteri tedesco Joachim von Ribbentrop.

Le serate mondane si susseguono. Jean è un uomo dalla ricca vita notturna e la figlia lo segue quasi ovunque.

Corinne non si risparmia le ore piccole, fuma in continuazione (forse per nascondere i veri motivi degli attacchi di tosse che spesso la colgono), così come non rinuncia alle coppe di champagne ed alla compagnia degli ammiratori. Sempre elegantissima e al centro dell’attenzione.

I giornali popolari raccontano ogni sua apparizione in pubblico, ogni suo autentico o presunto flirt. È il destino comune alle persone famose e poco discrete.

Ma il vento sta per cambiare, la tempesta si approssima e, anche se può non sembrare possibile ad una giovane diciottenne, tutto sta per cambiare.

Nel prossimo post continua la storia di Corinne Luchaire.

Immagine tratta da: Wikipedia.

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post

Archivi blog

Social networks

Post recenti