Ventotto sono i Racconti che Georges Simenon ha dedicato al personaggio del commissario Maigret, oltre i ben noti 75 romanzi, scritti nel corso degli anni tra il 1929 e il 1972.

La cronologia della stesura di questi racconti copre un arco di tempo che va dal 1936 al 1950, ma la maggior parte di essi si concentra negli anni 1936 e 1939.
Sono gli anni, cioè, in cui Simenon, dopo aver chiuso la pubblicazione dei romanzi Maigret presso l'editore Fayard e mostrato l'intenzione di voler abbandonare per sempre il personaggio del commissario con la pipa, per dedicarsi ad una letteratura di più alto livello, iniziò a ripensare la sua scelta ed a preparare il ritorno di un Maigret edito con la prestigiosa casa Gallimard.
Tutti i racconti del commissario Maigret.
La péniche aux deux pendus ⇔ ottobre 1936.
L'affaire du Boulevard Beaumarchais ⇔ ottobre 1936.
La fenêtre ouverte ⇔ ottobre 1936.
Monsieur Lundi ⇔ ottobre 1936.
Jeumont, 51 minutes d'arrêt! ⇔ ottobre 1936.
Peine de mort ⇔ ottobre 1936.
Les larmes de bougie ⇔ ottobre 1936
Rue Pigalle ⇔ ottobre 1936
Une erreur de Maigret ⇔ ottobre 1936.
L'amoureux de Madame Maigret ⇔ inverno 1937/38
La vieille dame de Bayeux ⇔ inverno 1937/38
L'auberge aux noyés ⇔ inverno 1937/38
Stan le tueur ⇔ inverno 1937/38
L'étoile du Nord ⇔ inverno 1937/38
Tempête sur la Manche ⇔ inverno 1937/38
Mademoiselle Berthe et son amant ⇔ inverno 1937/38
Le notaire de Châteauneuf ⇔ inverno 1937/38
L'improbable Monsieur Owen ⇔ inverno 1937/38
Ceux du Grand-Café ⇔ inverno 1937/38
Menaces de mort ⇔ inverno 1937/38
L'homme dans la rue ⇔ 1939
Vente à la bougie ⇔ 1939
La pipe de Maigret ⇔ giugno1945
On ne tue pas les pauvres types ⇔ aprile 1946
Le témoignage de l'enfant de chœur ⇔ aprile 1946
Le client le plus obstiné du monde ⇔ maggio 1946
Maigret et l'Inspecteur Malgracieux ⇔ maggio 1946
Un Noël de Maigret ⇔ maggio 1950
I racconti realizzati negli anni fino al 1938, sono stati scritti da Simenon mentre questi si trovava nella località di Neuilly-sur-Seine, comune nel dipartimento dell'Hauts-de-Seine, nella regione dell'Île-de-France.
I due racconti del 1939, lo scrittore li realizza a Nieul-sur-Mer, nel dipartimento della Charente Marittima nella regione della Nuova Aquitania, mentre quello del 1945, Simenon, lo scrive durante un soggiorno a Parigi presso l'hôtel de Cambrai in rue Turenne.
I tre racconti del 1946 vengono realizzati mentre Simenon soggiorna in Canada, nella provincia francofona del Québec.

L'ultimo vede la luce in California a Carmel-by-the-Sea, una piccola località sull'oceano Pacifico, nota per essere abitata in prevalenza da artisti e scrittori fin dagli albori del '900. L'attore e regista Clint Eastwood ne è stato sindaco dal 1986/1988.
I Racconti Maigret nella Proposta Adelphi.
La casa editrice Adelphi propone, oltre ai romanzi della serie Maigret e i tanti altri romanzi di Georges Simenon, in alcune raccolte, i racconti che lo scrittore belga dedica al suo commissario con pipa e bombetta.
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Nel 1933 Simenon compie trent’anni e decide che è venuto il momento di diventare un vero scrittore. Per far questo, opera due rotture significative: con il personaggio che gli ha dato la fama e con l’editore Fayard che lo ha pubblicato. In giugno termina "Maigret", il romanzo in cui manda in pensione il commissario. In ottobre firma un contratto con Gaston Gallimard, patron di quella che viene unanimemente considerata la più letteraria, e la più prestigiosa, casa editrice francese. Ciò nonostante, da Maigret non riesce a staccarsi, e in fondo anche al suo nuovo editore non dispiacerebbe vederlo «resuscitare», sebbene entrambi sappiano che un ritorno del commissario rischierebbe di interferire con la nuova carriera dello scrittore. Il quale, però, troverà un compromesso soddisfacente, che consisterà nel limitarsi a scrivere dei racconti destinati ad apparire solo su riviste. In molti di essi, come nei quattro raccolti in questo volume, Maigret è sì in pensione, ma (per una dinamica quasi speculare a quella dell’autore) è «costretto» a indagare su casi più o meno tenebrosi: o perché non riesce a vincere la curiosità (come nel "Notaio di Châteauneuf"); o perché, in vacanza con la moglie, si trova ad assistere a un omicidio (come in "Tempesta sulla Manica"); o perché non sa respingere una richiesta di aiuto (come nella "Signorina Berthe e il suo amante"); o infine perché, commettendo quello che è difficile non definire un atto mancato, quarantott’ore prima di lasciare il Quai des Orfèvres risponde a una telefonata nell’ufficio dei suoi ispettori (come in "Assassinio all’Étoile du Nord").
«Egregio commissario,
«la prego di scusarmi se oso disturbarla. Mi creda, sono consapevole della mia sfacciataggine, tanto più che ho sentito parlare dell'incantevole casetta sulle rive della Loira dove si è ritirato da quando è andato in pensione.
«Ma forse mi perdonerà quando saprà che si tratta di una questione di vita o di morte. Io sono sola, qui a Parigi. Intorno a me un viavai di estranei. Cammino per strada come le altre ragazze, eppure da un momento all'altro scoppierà una tragedia: una pallottola arrivata da chissà dove, o magari una coltellata alle spalle... La folla mi vedrà cadere; il mio corpo sarà portato in una farmacia, poi all'obitorio. I giornali pubblicheranno tutt'al più un trafiletto, sempre che si degnino di parlarne».
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In questi nove racconti i lettori avranno il piacere di ritrovare il grande commissario, e di ritrovare anche i luoghi e le atmosfere in cui Maigret si sente più a suo agio. Nella Chiatta dei due impiccati, per esempio, Maigret conduce tutta la sua indagine alla Citanguette, uno dei bistrot sulla Senna dove si fermano a bere i marinai; nel Caso di boulevard Beaumarchais assistiamo a un interrogatorio di quelli che lo hanno reso famoso, tra la lampada dal paralume verde e il vassoio con le birre e i panini portati su dal cameriere della brasserie Dauphine; in Jeumont, 51 minuti di sosta!, Maigret è chiamato dal nipote a risolvere un caso di omicidio avvenuto su un treno al confine tra la Francia e il Belgio; in Pena di morte il drammatico epilogo avrà luogo in un night club di Bruxelles; in Le lacrime di cera il commissario fa "un viaggio indietro nel tempo", in un paesino della Francia profonda non lontano da quello in cui è cresciuto, tra le spesse mura di una casa dove tutto è "rimasto com'era una volta" e si respirano avarizia e rancore; in Rue Pigalle lo vediamo muoversi in un quartiere a lui familiare, Montmartre, dove si scontrano la banda dei Còrsi e quella dei Marsigliesi, e, in Un errore di Maigret, in quella rue Saint-Denis dove all'epoca ancora si alternavano alberghetti per prostitute e librerie "specializzate".
C'era, in tutta quella faccenda, qualcosa d'infinitamente triste, come il fiume che da mattina a sera rifletteva lo stesso cielo, come quei convogli di barche che si annunciavano a colpi di sirena (uno per ogni chiatta rimorchiata) e che sfilavano ininterrottamente attraverso la chiusa. Poi, mentre le donne, sul ponte, si occupavano dei marmocchi sorvegliando la manovra, gli uomini salivano fino al bistrot, buttavano giù un bicchierino e riscendevano col passo pesante. «Caso risolto!» aveva dichiarato un collega a Maigret. Eppure il commissario, di umore uggioso come la Senna, uggioso come un canale sotto la pioggia, era tornato alla chiusa e non riusciva più a scollarsene.
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Tutti, compresa una decina di automobilisti di passaggio, facevano capannello attorno al relitto ripescato dal fiume, e alcuni tastavano distrattamente la carrozzeria o si chinavano per guardare dentro. Ed è proprio a uno di quegli sconosciuti che venne in mente di girare la maniglia del bagagliaio. Che, contro ogni aspettativa, nonostante la vettura fosse così deformata, si aprì facilmente; l'uomo cacciò un grido e indietreggiò di qualche passo, mentre chi gli era a fianco si precipitava a vedere. Maigret si avvicinò come gli altri, aggrottò la fronte e, per la prima volta dal mattino, non si limitò a borbottare qualcosa, ma fece sentire chiaramente la sua voce: «Via, fate largo!... Non toccate niente!». Anche lui aveva visto. Aveva visto una forma umana stranamente ripiegata su se stessa, pigiata in fondo al bagagliaio come se quest'ultimo fosse stato richiuso a fatica. Sopra quella specie di fagotto, una cortina di capelli biondo platino suggeriva che si trattava di una donna.
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"Nessuno ammazza un poveraccio, che diamine! Oppure li si ammazza in serie, si fa una guerra o una rivoluzione. E se capita che un poveraccio si ammazzi con le proprie mani, non lo fa certo con una carabina ad aria compressa mentre si sta massaggiando i piedi. Se almeno Tremblet avesse avuto un nome straniero, invece di essere banalmente del Cantal! Si sarebbe potuto supporre che appartenesse a chissà quale società segreta del suo Paese... Insomma, quel Tremblet non aveva affatto le caratteristiche di uno che muore assassinato! Ed era proprio questo a rendere tutto più angosciante: l'appartamento, la moglie, i ragazzini, il marito in camicia e quel proiettile che aveva fatto 'psst'..."
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Ora Maigret sapeva come erano andate le cose il giorno precedente nella cappella dell'ospedale. Justin, che batteva i denti ed era allo stremo delle forze, aveva avuto una vera e propria crisi di nervi. La messa non poteva ritardare. Con il consenso della madre superiora, la suora sacrestana aveva preso il posto del chierichetto, che nel frattempo riceveva le cure del caso in sacrestia. Erano passati dieci minuti prima che alla madre superiora venisse in mente di avvertire la polizia. Bisognava attraversare la cappella. Tutti avevano intuito che stava succedendo qualcosa. Al commissariato di quartiere, il brigadiere di turno ci aveva messo un po' a capire. "Come dice?... La madre superiora?... Superiora di che?...".
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Alla fine degli anni Trenta, pur avendo dichiarato solennemente di non voler più scrivere polizieschi, Simenon, che ha un tenore di vita sempre più dispendioso e non è del tutto soddisfatto dei ritmi e delle tirature con cui il suo nuovo editore, Gaston Gallimard, manda in libreria i suoi romanzi, comincia a essere fortemente tentato dall'idea di richiamare in servizio il commissario Maigret, senza però che questo comprometta l'immagine di "letterato" che si sta costruendo. Problema non facile da risolvere. A sciogliere il nodo sarà un evento capitale: la guerra, con l'occupazione della Francia nel giugno 1940 e le crescenti difficoltà nell'approvvigionamento di risme di carta. Lo stesso Gaston Gallimard lo dirà senza mezzi termini a Simenon: gli sarà più facile procurarsela, la carta, se servirà per stampare le inchieste di Maigret. E così, nel 1942, in "Cécile è morta" i lettori ritroveranno il commissario tranquillamente installato nel suo ufficio del Quai des Orfèvres, accanto alla celebre stufa di ghisa. I cinque racconti contenuti in questo volume, scritti tra il 1938 e il 1941, appartengono proprio a quel periodo di incertezza: tant'è che se nei primi due Maigret è ancora in pensione e in "Vendita all'asta" è diventato, abbastanza incongruamente, capo della squadra mobile di Nantes, negli ultimi due è di nuovo a Parigi, pronto a rimettersi a indagare insieme ai suoi uomini.
Sul Blog anche tutti i Romanzi del Commissario Maigret!
L'immagine di Carmel-by-the-Sea in California, proviene dal sito: myusa.it