Maigret ritorna alla grande? Perché? Se n'era forse andato? E dove?
Certo che se n'era andato.
Dopo 19 romanzi ed altrettante inchieste appassionanti, pubblicate dall'editore Fayard fra il 1931 e il 1934, il commissario è stato pensionato dalla PJ (la Polizia Giudiziaria parigina) e dal suo autore: lo scrittore belga Georges Simenon!
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La faccenda è grave, almeno lo sarà stata per i fedeli lettori, ma, e questo non stupisce, la cosa è durata ben poco.
Molto presto il commissario capo della Squadra Speciale ritorna (in servizio e in libreria) ed è proprio un ritorno alla grande, perché avviene sotto l'egida della più importante casa editrice di Francia: Gallimard.
Maigret ritorna, dunque, non è altro che la traduzione letterale del titolo originale francese Maigret revient...(proprio con i puntini di sospensione alla Céline). Si tratta di una raccolta pubblicata dall'editore Gallimard nel 1942 e che contiene ben tre romanzi dedicati alle inchieste del famoso commissario parigino ideato dallo scrittore belga Geroges Simenon.
Perché questo titolo: Maigret ritorna? Semplicemente perché dal 1934 non vengono più pubblicati romanzi Maigret e, apparentemente, il suo autore sembra aver voltato le spalle al personaggio che gli ha dato tanta notorietà e fama solo una decina di anni prima.
L'Addio di Simenon a Maigret.
La vicenda è nota ai più. Nel gennaio del 1934 Georges Simenon sta svernando nella placida atmosfera mediterranea dell'isola di Porquerolles.
Scrive un nuovo romanzo della serie Maigret. Il diciannovesimo da quel fatidico febbraio del 1931, che ha visto la nascita editoriale del commissario parigino più famoso del mondo. Non si tratta però di un romanzo qualsiasi: nelle intenzioni del suo autore deve essere l'ultimo.
Il commissario Maigret, in questo romanzo, lo ritroviamo in pensione e, nonostante indaghi su di un crimine e risolva il caso, appare chiaro che i vecchi legami con il Quai des Orfèvres sono spezzati, i rapporti interni sono cambiati per sempre e non sembra esserci più posto per l'ingombrante figura dell'anziano poliziotto.
Un addio dunque. L'addio, non traumatico ma pur sempre definitivo, di un autore al suo personaggio, prima che questi divenga troppo ingombrante. Georges Simenon vuole mollare il suo Maigret e prepara la cosa già da qualche tempo. Almeno dall'aprile del 1933.
Mollare Maigret, forse, ma quello che è sicuro è che vuole mollare le edizioni Fayard, quelle stesse che gli hanno dato, con la pubblicazione proprio di Maigret, la prima notorietà. È in trattative con la prestigiosa casa editrice Gallimard, culla degli scrittori con la esse maiuscola; cerca un deciso salto di qualità e, allo stesso tempo, punta a liberarsi da un rapporto professionale che si è logorato nel tempo e non riesce più a dargli soddisfazione: quello appunto con Fayard.
Le cose, poi, sono andate molto diversamente e lo sappiamo bene! I romanzi Maigret continueranno fino al 1972 e, alla fine, saranno in tutto ben 75.
Solo due Anni di Simenon senza Maigret.
Sono solo due anni scarsi quelli che lo scrittore belga trascorre senza Maigret.
Già nel 1936 egli recupera il personaggio del commissario con la pipa e il cappottone, facendone il protagonista di una serie di "racconti".
Più schematici dei romanzi, i racconti, e maggiormente legati di quelli al manierismo di genere, soprattutto a causa della obbligata brevità del testo.
Come al solito Simenon, quando decide di scrivere, si mostra prolifico e determinato.
Ben nove di questi racconti sono realizzati nel solo mese di ottobre del 1936.
Vengono pubblicati tutti, meno uno (Jeumont, 51 minutes d'arrêt!), sul supplemento domenicale del quotidiano Paris-Soir, tra il novembre del '36 ed il gennaio del 1937.
Altri 14 racconti vedono la luce nel lasso di tempo tra il 1937 ed il 1939. Anche in questo caso tutti, meno uno (La pipe de Maigret) sono subito pubblicati. Questa volta su riviste settimanali (10 su Police-Film/Police-Roman, due su Sept jours e uno su Révolution nationale).
Possiamo dunque parlare di un vero addio a Maigret? Direi proprio di no!
Forse al principio del rapporto tra lo scrittore belga e l'editore Gallimard, entrambi hanno visto in Maigret una zavorra di cui sarebbe stato meglio liberarsi, ma con il tempo le cose devono essere cambiate.
Sicuramente, per lo scrittore, il personaggio di Maigret, si è rivelato via via di un'importanza crescente. Non solo per il sicuro successo commerciale che esso rappresenta, ma anche come valvola di sfogo alla sua continua tensione a scrivere e che non sempre può essere veicolata alla spossante realizzazione di un romanzo lungo e complesso.
Ma anche Gallimard, ad un certo punto, deve essersi ricreduto sul valore delle opere con Maigret protagonista. E nel suo caso possiamo pensare che i motivi fossero squisitamente economici!
Le vendite dei romanzi duri ed impegnati che Simenon realizza per la prestigiosa casa editrice non sono, sul momento, così entusiasmanti come lasciava prevedere il valore del suo autore. I polizieschi, al contrario, vendono bene e questo è sicuramente un argomento molto convincente per un editore e nemmeno c'è da dargli torto in assoluto.
Onestamente non possiamo dimenticare, qui, il non trascurabile dettaglio che anche Simenon, riguardo ai risultati economici, non è certo da meno di un editore!
Che Maigret torni dunque e alla Grande!
Così nel 1942, per la precisione il 15 ottobre, ecco apparire in libreria un nuovo volume: Maigret revient... Il Maigret ritorna di cui dicevamo in apertura.
Non più un singolo romanzo come nella precedente serie Fayard, ma una raccolta. Al suo interno tre romanzi Maigret scritti, rispettivamente, nel dicembre del '39 e nel gennaio e dicembre del '40.
I romanzi sono: Les caves du Majestic, La maison du juge e Cécile est morte.
L'operazione editoriale non si esaurisce certo qui.
Gallimard raccoglie 17 dei sopracitati racconti, editi ed inediti, e ne fa una raccolta che viene pubblicata nel 1944 con il titolo Les nouvelles enquêtes de Maigret.
Poi, sempre nel 1944, ecco un nuovo libro che, come il precedente del 42, raccoglie tre romanzi Maigret completamente nuovi (realizzati tra il 41 e il '43) e una raccolta di "novelle esotiche".
Il titolo del volume è Signé Picpus e contiene i romanzi: Signé Picpus, Félicie est là, L'inspecteur Cadavre. La stesura dei romanzi è, rispettivamente, dell'estate 1941, maggio 1942, marzo 1943.
Il rapporto tra Simenon e Gallimard è indubbiamente proficuo, ma destinato ad esaurirsi subito dopo la guerra. Lo scrittore belga rimprovera scarsa attenzione alla sua opera, da parte dell'editore, e tirature insufficienti.
Forse a solo un nuovo progetto in mente o forse le due cose insieme. Questa però è un altra storia, buona per un nuovo post!
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