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L'aria di Parigi

L'aria di Parigi

La Parigi di Simenon e Maigret, del Cinema, dei Bistrot, delle Canzoni, della Malavita.


La Fermette Marbeuf era a Parigi

Pubblicato da Fulvio Nolli su 27 Ottobre 2023, 17:00pm

Tags: #Ristoranti a Parigi, #Belle Époque, #Parigi è sempre Parigi, #Appuntamenti Parigini

La Fermette Marbeuf a Parigi non c'è più.

Questo prestigioso ristorante parigino con alle spalle una così lunga storia, ormai si è trasformato in Beefbar, un luogo molto diverso da quello che era stato per così tanti anni.

Addio agli antichi splendori! Evviva il "nuovo che avanza" con tutto il suo bagaglio di saccente conformismo.

In origine, La Fermette Marbeuf, apparteneva all’Hôtel Langham, della vicina rue Mogador. Era un ristorante situato nel cuore dell’8° arrondissement, al numero 5 di rue Marbeuf, angolo rue Boccador. Proprio a due passi l’Arc de Triomphe, dal cabaret Crazy Horse e all’Hôtel George V. Vicinissimo ai teatri  Marigny e Rond-Point.

La Fermette Marbeuf e la sua storica sala!

La Fermette Marbeuf e la sua storica sala!

La Fermette Marbeuf a Parigi, come ci piace ricordarla.

La Fermette Marbeuf era un ristorante di Parigi che, a dispetto del nome (La Fattoria Marbeauf), si rivelava essere un luogo molto particolare. Il cliente, buongustaio, vi si ritrovava immerso in un’esperienza abbastanza unica anche in una città come Parigi.

Un ambiente di grande eleganza, dove, al piacere della buona cucina si univa l’emozione di trovarsi letteralmente avvolti nell’atmosfera tipica della Belle Époque.

La Fermette Marbeuf a Parigi.

Questo prestigioso ristorante parigino ha alle spalle una lunga storia. In origine apparteneva all’Hôtel Langham, della vicina rue Mogador. Era situato nel cuore dell’8° arrondissement, al numero 5 di rue Marbeuf, angolo rue Boccador. Proprio a due passi l’Arc de Triomphe, dal cabaret Crazy Horse e all’Hôtel George V. Vicinissimo ai teatri  Marigny e Rond-Point.

Venne ampliato con una nuova sala in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi nel 1898. Il nuovo spazio venne realizzato nello stile “giardino d’inverno” all’epoca molto in voga. Si trattava di una sala arredata nel più tipico stile Art Deco. Le pareti sono completamente rivestite da mattonelle, realizzate nel 1889 dall’architetto Emile Hurtre e dal pittore Jules C.Wielhorski.

La Fermette Marbeuf oblio e ritorno alla grande.

Caduta, in seguito, nell’oblio e rivestita sommariamente, la decorazione della sala è ricomparsa nel 1978, durante dei lavori di ristrutturazione. Le decorazioni vennero recuperate all’antico splendore ed arricchite con una cupola in vetro della stessa epoca.

Questa cupola originariamente collocata proprio in un “jardin d’hiver”, venne acquistata ad un’asta battuta alla Maisons-Laffitte e rimontata in loco con tutte le sue formelle in vetro. Fino al 2018, la Sala 1900, che dal 9 dicembre 1983 è classificata monumento storico, è stata parte integrante della Fermette Marbeuf ed affiancava la sala da pranzo iniziale, meno sontuosa e detta "Fermette".

La Fermette Marbeuf: cucina elegante e tradizionale.

La Fermette Marbeuf era rinomata in particolare per i suoi piatti tipici della tradizione francese, come la sfoglia di lumache della Borgognala fricassea di rognone in soufflé al Grand-Marnier.

Non mancavano, però, i piatti tipici delle brasseries parigine, come la terrina di fegatini di pollo o la tartare di manzo charolaise o il classico magret de canard.

Guarda il video e dimmi se non ne valeva la pena!

La Fermette Marbeuf com'era...

La Fermette Marbeuf ora non c'è più.

I prezzi, alla Fermette Marbeuf, non erano certo popolari, ma nessuno immagino se lo aspettasse. La carta indicava la possibilità di un pasto a partire da 24,00 euro (bevande escluse) e un menù degustazione da 51,00 euro (sempre bevande escluse).

Non è poco, ma il luogo era veramente da sogno e, detto fra noi, era assai meglio spendere lì che da Briatore!

In ogni caso questo piacere ce lo siamo persi: la Fermette Marbeuf, ora, non esiste più. Non esiste più così come era e avrebbe dovuto continuare ad essere. Dopo lunghi lavori di restauro e un'altrettanto lunga chiusura, qualcosa è cambiato: e non in meglio, a parer mio.

Addio magica atmosfera della Parigi Belle Époque!

La Fermette Marbeuf cambia nome e stile.

La Fermette Marbeuf a Parigi, non è mai stata una fattoria. Ora ha però molto del pollaio!

Per alcuni decenni è stato un ristorante dal raffinato menù, in una incantevole cornice di autentico stile Belle Époque!

Poi i tempi sono cambiati e, per dirla con gli antichi romani: oggi “mala tempora currunt”.

Dopo una lunga chiusura al pubblico per “restauri”, quello che ha riaperto al numero 5 di rue Marbeuf è poco più di una paninoteca da studenti con tutte le pretese e la prosopopea classica dei “parvenu“.

Certo la cornice è ancora splendida perché, essendo le strutture originali classificate come Monumento Storico dal 1983, l’orda barbarica calatasi sul locale non ha potuto farne scempio.

Gli arredi, lo stile e la cucina hanno purtroppo ormai l’impronta dettata dal nuovo corso dei tempi.

Il nuovo nome assegnato al locale la dice già abbastanza lunga: Beefbar.

Naturalmente bisogna specificare Parigi, per distinguerlo dalla decina d'altri luoghi, con lo stesso nome, sparsi in mezzo mondo.

Una copia di architetti alla moda ha saputo interpretare al meglio l’insipienza delle nuove classi dirigenti europee; ha riunito nelle sale un’accozzaglia di oggetti che, pur se realizzati con materiali di pregio, ricordano sale d’aspetto di seconda classe in stazioni periferiche anni ’70.

Del resto sono stati dati persino dei premi all'iniziativa e molta Stampa ne ha enfatizzato il valore:

Situato dove un tempo splendeva la Fermette Marbeuf, il progetto di Beefbar è iniziato con una scoperta inaspettata: un atrio in stile Art Nouveau registrato come Monumento Storico nel 1983. Decorato con sobrietà ed eccentricità, l'imponente sala ha ritrovato il suo antico splendore grazie agli architetti Humbert & Poyet, e ha vinto il premio Heritage Building dei Restaurant & Bar Design Awards.

Sito ufficiale

La Fermette Marbeuf a Parigi trasformata in Beefbar.

La Fermette Marbeuf a Parigi trasformata in Beefbar.

La Fermette Marbeuf dall'alta Cucina nulla internazionale.

L’eleganza raffinata che autentici artisti del loro tempo avevano saputo realizzare e che l’opera intelligente dei primi restauratori aveva riportato ad autentico splendore, riesce ad assorbire abbastanza bene il nulla cosmico che i moderni interpreti dell’estetica hanno disseminato un poco ovunque.

Quello a cui proprio nulla può porre rimedio è la deriva senza speranza che la nuova cucina di impronta cosiddetta “internazionale”, cioè totalmente priva di anima, ha impresso allo storico locale parigino.

Una grande macelleria sotto una splendida cupola Art Deco!

Riccardo Giraudi e il "nuovo" che avanza.

Carni di grande qualità cucinate come in un gigantesco barbecue della domenica mattina all’americana. Nel più puro spirito globalist.

Del resto non ci si poteva aspettare nulla di diverso visto che il deus ex machina di tutta l’operazione non è altri che il noto imprenditore Riccardo Giraudi sacerdote massimo della globalizzazione in cucina.

Nato a Genova, ma monegasco d’adozione Riccardo Giraudi è probabilmente il massimo esperto di carni a livello mondiale e questo è sicuramente un suo merito.

Peccato che abbia deciso di riempire il mondo di ristoranti dove si mangia più o meno dappertutto la stessa cosa.

Peccato soprattutto che abbia deciso di farlo utilizzando, quando gli riesce, luoghi storici della cucina e dell’ospitalità, che hanno alle spalle lunghe tradizioni territoriali, come nel caso della Fermette Marbeuf.

Se avesse scelto un qualsiasi altro luogo, completamente privo di storia e di personalità propria, la cosa sarebbe stata meno devastante.

Il Kali Yuga non risparmia la Fermette Marbeuf.

Sia chiaro che io ho il massimo rispetto per l’imprenditorialità, ma detesto la deriva globalista che invade oggi il mondo intero. Quindi con difficoltà estrema riesco a trovare, in iniziative come queste, un valore aggiunto che non sia il denaro guadagnato dall’imprenditore.

Si potrebbe obiettare che, senza l'intervento dell'imprenditore genovese, il locale non avrebbe più riaperto. Forse. Io ne dubito.

Certo, chi ha intrapreso questa via non guadagna a scapito dei suoi clienti, ma in perfetta affinità con essi.

Non si può nemmeno dargli troppo torto. Infondo le sue iniziative hanno grande successo. Evidentemente egli interpreta ed incarna (qui incarna ci sta proprio bene) lo spirito del suo tempo.

Ogni epoca ha le classi dirigenti che si merita.

Come dicevo: “mala tempora currunt”.

La Fin d'une Liason, La Fermette Marbeuf.

Emblematico di tutto il discorso portato avanti fino ad ora, emblematico ed anche profetico, è quest'opera di una pittrice inglese molto interessante: Melissa Jane Sturgeon.

Il dipinto ha per titolo "La Fin d'une Liason, La Fermette Marbeuf"

Durante un suo soggiorno a Parigi ha visitato la Fermette Marbeuf (quando esisteva ancora) e ci ha lasciato questo dipinto che ha, nel titolo e nello Spirito, quasi un vaticinio di quello che sarebbe stato il futuro di quel luogo.

Giusto per chiarire ogni equivoco:

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