Cronache parigine di Alberto Savinio.
Souvenirs, cronache parigine di Alberto Savinio. La Ville Lumière vista attraverso il variegato mondo dell'arte, del teatro, della letteratura, del divertimento.
Il "giornalista" Savinio coglie i segni di un declino che, forse, declino non è, bensì trasformazione, profonda e traumatica, sotto la sferza implacabile della modernità incombente.
«Ch'è più triste dei ricordi» scrive Savinio in procinto di pubblicare questi Souvenirs. Ma è pessimismo del poi, di chi guarda con amarezza a quanto è scomparso, travolto dalla bufera bellica.
A rileggerli oggi, infatti, quel che colpisce in questi reportage parigini è semmai l'insolente ironia, lo humour acuminato con cui Savinio osserva Parigi - «dama dal passato brillantissimo» che, incapace di rassegnarsi, continua a credere che al di là della sua cinta daziaria gli uomini, «vestiti di rozze pelli», combattono ancora le fiere «con zagaglie di silice» - e ai suoi vecchi e nuovi Dèi.
Alberto Savinio, fatta eccezione per Apollinaire, «il poeta più profondamente classico che onori di sé il primo quarto del nostro secolo», e per Georges Simenon, un «Dostojewski minore», l'indomabile impertinenza di Savinio non risparmia nulla e nessuno: Max Jacob e Colette, Jean Cocteau e René Clair, l'Opéra e i Salons d'Automne.
E tanto meno i surrealisti, il cui carattere dominante è «la puerilità, la quale, di là dalle frontiere dell'infanzia, si chiama scemenza» - non già l'intelligenza satanica.
Ma colpiscono soprattutto, e incantano, il talento digressivo, l'erudizione non chalante, e una scrittura insieme classica e aspramente inventiva, che disegna uomini e paesaggi con visionaria precisione: come nella splendida descrizione della baia del Mont-Saint-Michel, dove il mare
Invade le praterie di tozze erbe salate, onde i montoni dagli occhi perlacei e feroci fuggono spaventati, con uno stretto galoppo arcuato.
Di questo libro di Alberto Savinio tesse le lodi il giornalista Goffredo Fofi in un suo articolo su Avvenire del 31 maggio 2019.
Sono ricordi francesi, anzi parigini, e dunque “souvenirs”, degli anni dal ’23 al ’45, di una vivacità, precisione, capacità di evocare e discutere ammirevoli; sono ricordi “caldi” di un mondo amato e conosciuto, e non solo quello degli artisti.”
Il passo citato apre la bella edizione milanese, Adelphi 2019, di questo libro di Alberto Savinio che segue, a distanza di molti anni, le due precedenti: la prima, a Roma, del 1945 per i tipi di Nuove Edizioni Italiane e la successiva del 1976 della palermitana Sellerio.
Credo sia un opera imprescindibile per tutti colore che amano Parigi oggi, ma ancor più, quella città dell’anima che è Parigi sempre. Viva e insieme cristallizzata in un tempo, definibile ed insieme indefinito, che è continuità ideale e, direi addirittura, spirituale.
Una continuità che supera anche le crisi temporanee della Storia e che, anzi, da esse è continuamente alimentata e fortificata.
Savinio, testimone di uno di questi momenti storici di crisi e di passaggio, ci offre un suo sguardo sulla città. Uno sguardo che vede le contraddizioni del presente e coglie, forse, profeticamente le tempeste che ormai si approssimano nell’immediato futuro.
Un cameo, questo Souvenirs, libro da regalare e da regalarsi. Un tassello in più nel mosaico infinito ed affascinante della Ville Lumière!
Per chi fosse interessato a maggiori approfondimenti ecco il link al sito di Archivio Alberto Savinio.
ARCHIVIO - ARCHIVIO ALBERTO SAVINIO
Nel dicembre 2016 nasce l'Associazione Archivio Alberto Savinio su iniziativa degli eredi. L'Archivio si propone di valorizzare e tutelare l'opera pittorica di Alberto Savinio (Andrea de Chirico ...
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