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L'aria di Parigi

L'aria di Parigi

La Parigi di Simenon e Maigret, del Cinema, dei Bistrot, delle Canzoni, della Malavita.


Diario Intimo di Marie Noël il Soffio di Dio

Pubblicato da Fulvio Nolli su 20 Ottobre 2024, 00:41am

Tags: #Scrittori Francesi

Marie Noël Diario Intimo.

Queste note, scritte a partire dal 1920, «nel corso di una crisi di angoscia religiosa», non erano destinate alla pubblicazione. Fu il suo confessore, l'abbé Mugnier, a convincere Marie Noël a pubblicarle pensando che avrebbero potuto aiutare gli increduli e anche i credenti in crisi.

 

Marie Noël Diario Intimo, la copertina del volume.
Marie Noël Diario Intimo, la copertina del volume.

Così si spiega la dedica del volume: «Alle anime turbate, la loro sorella». Inoltrarsi nel mondo poetico di Marie Noël significa trovarsi in un groviglio di strade dove l'uomo si scopre nella sua nudità e nel suo mistero.

Marie Noël, Diario Intimo: traduzione di Adriana Zarri, rivista e curata da Emanuele Borsotti e Francesco Occhetto.

Antonella Lumini nella sua splendida prefazione scrive:

"Diario intimo. Testo di una bellezza sublime, di una forza che inquieta, ma che insieme nutre le sottili vene del più autentico desiderio di verità. Un linguaggio mistico aderente alla trasparenza di un’esperienza nuda, senza più paraventi né appigli. Cruda, come crudo è il contatto con il vero».

Marie Noël la Poetessa di  Auxerre.

Marie Noël, pseudonimo di Marie Rouget, nata il 16 febbraio 1883 ad Auxerre e morta il 23 dicembre 1967 nella stessa città, è una poetessa francese di profonda e tormentata fede Cattolica. Fu molto apprezzata da Valéry Montherlant e da Aragon, venne insignita della Legion d'Onore nel 1960.

Marie Noël è particolarmente nota per la sua opera poetica, i suoi racconti, nonché, soprattutto in Italia, per il suo Diario Intimo scritto nel 1959.

Marie Noël o l'Onnipotente Debolezza.

Da Panottico#124

Della onnipotente debolezza.

In pochi, in Italia, leggono Marie Noël. Anche l’editoria ‘dello spirito’ – spiritata, forse – la snobba. Soltanto Adriana Zarri, anarchica del cuore, ne ha fatto una maestra – altra tempra, altri tempi. In sintesi: la forza di Marie Noël – vita in ritiro, ad Auxerre, morta ‘in odore di santità’, adorata dal mangiapreti Henry de Montherlant – non è diversa da quella di Simone Weil, il suo diario spirituale, ferocissimo, non ha eguali nel secolo. La nuda, umile lottatrice di provincia, che eccelleva nell’innografia, ci appare, oggi, più spregiudicata di un Cioran. Per intenderci: Marie non lucida la spada con il genio del verbo; se la conficca nel petto. Non argomenta – sente. Non predice – prevarica. Se in Italia l’opera di Marie Noël non ha attecchito è perché ci accontentiamo, infine, di un cristianesimo bottegaio e borghese; perché siamo un Paese maldestro all’estro, inadatto al gesto lirico – cioè, al rischio supremo. A chi ci mostra l’abisso rispondiamo, no grazie, meglio il salotto. Ecco perché io sto con Marie, l’umile vecchina che della debolezza fece onnipotenza.
 

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