La scala di ferro è un romanzo di Georges Simenon, che l'autore dà alle stampe nel 1953 per i tipi di Les Presses de la Cité.
L’atmosfera del romanzo è cupa, Adelphi arriva a definirla hitchcockiana, e dominata dall’angoscia di un uomo divorato dal dubbio, via via più assillante, che la moglie trami per liberarsi di lui definitivamente.
La Scala di Ferro tra due Anime che si Dilaniano.
La scala in ferro, che dà il titolo al romanzo, è quella che collega la camera da letto della coppia alla cartoleria di proprietà della moglie. Étienne, il protagonista, sempre più debole, malato ed oppresso dal dubbio, ascolta, furtivamente, da in cima alla scala di ferro, la moglie Louise muoversi sotto, nel negozio, mentre l'angoscia cresce costantemente in lui ad ogni colica che lo assale.
Simenon, nell’anno di stesura del romanzo, è sposato dal 1950 con la seconda moglie Denyse Ouimet. Il loro è stato fin da subito un rapporto dominato dalla passione e da una travolgente intesa sessuale, ma caratterizzato da eccessi sia nell’uso di alcolici che nel coinvolgimento di entrambi in situazioni di intenso erotismo.
Certo è prematuro pensare che lo scrittore belga iniziasse ad intuire il livello di tensione che divorava Denyse e quanto lei pretendesse di emergere quanto e più del marito già noto scrittore di livello mondiale.
Sono problemi che emergeranno molto gravemente solo dopo il loro rientro in Europa nel 1955.
È più probabile che, come amava fare Simenon, il soggetto del romanzo trovi si una genesi nella passione amorosa dello scrittore, che lo aveva condotto a rompere con la prima moglie Tigy, ma elaborata attraverso il suo gusto di portare, attraverso la scrittura, le passioni umane alle loro estreme conseguenze possibili.
La trama del romanzo La scala di ferro è, come abbiamo detto, potente e claustrofobica. Adelphi l'ha definita, non senza ragione, hitchcockiana. È il costante crescere del dubbio a dare al romanzo questa connotazione degna del grande regista britannico. Il dubbio che dilania e quella scala che incombe sui personaggi più che collegarli fra loro.
Étienne Lomel soffre da tempo di forti dolori allo stomaco, senza poter constatare una malattia organica. Ha paura, è preoccupato, e questo sentimento è legato alla persona di Louise, sua moglie, che lo tiene sotto il suo controllo e dalla quale dipende per tutto, poiché, dopo il matrimonio, è diventato in qualche modo un suo dipendente.
Louise è già stata sposata. Étienne era il suo amante prima che suo marito morisse. Ricorda la sua paura di fronte alla passione divorante che ella manifestò allora, e i giuramenti che lei gli pretese: non l'avrebbe mai abbandonata e, un giorno, l'avrebbe sposata. Poco dopo, il marito di Louise morì ed Étienne, appena sposato, sentì per caso una dichiarazione del portiere che diceva che Guillaume, quando morì, era diventato così magro da pesare non più di un bambino di dieci anni.
Ora Étienne è preoccupato, chiedendosi se sua moglie non abbia realmente ucciso Guillaume. Arriva a supporre che lei stia facendo a lui la stessa cosa, mettendo l'arsenico nel cibo.
Ciò è confermato dalle analisi mediche. Ora sa che Guillaume è stato avvelenato – in effetti, a causa sua – e capisce che la passione che mettono nei loro abbracci amorevoli è solo un modo segreto per mettere a tacere il rimorso. Anche per questo vivono chiusi in se stessi.
Con mille espedienti, Étienne riesce a non consumare alcun cibo per paura che contenga arsenico, e nel frattempo non cessa di spiare la moglie, che si muove sotto di lui, in fondo alla scala di ferro.
Scopre così che lei ha un giovane amante, Roger Cornu. Determinato a non perdere la moglie e deciso a non morire, progetta di uccidere il suo rivale. Ma all'ultimo momento...
"Tutto era cominciato (ma quando, esattamente? Lui stesso non riusciva a ricordarsene) con una improvvisa sensazione di vertigine, accompagnata da «un intenso e molesto calore alla gola». Poi, in seguito al ripetersi delle crisi, aveva consultato vari medici, l'ultimo dei quali gli aveva consigliato di prendere nota di quello che aveva fatto, e mangiato, prima di ogni crisi. In quegli appunti, buttati giù su un foglietto che nascondeva tra le pagine di un libro, aveva deciso di annotare anche altro: quello che sua moglie, a differenza di lui, non aveva mangiato. E, dall'appartamento collegato attraverso una scala a chiocciola con la cartoleria di cui sua moglie era la «padrona», aveva cominciato a spiarla, ad ascoltare le sue telefonate, a cercare delle prove. A volte quasi si vergognava di rimuginare quei vaghi sospetti: si amavano da così tanto tempo, loro due! Altre volte, invece, gli veniva voglia di «afferrarla per le spalle» e, guardandola negli occhi «come si guardavano quando si stringevano appassionatamente l'uno all'altro», dirle: «Ho vissuto qui, con te, per quindici anni. Abbiamo fatto di tutto perché i nostri due corpi fossero un corpo solo, perché la tua saliva fosse la mia, perché il tuo odore e il mio odore fossero il nostro odore. Ci siamo accaniti a far sì che il nostro letto diventasse il nostro universo ... Dimmi la verità». Ma sarebbe mai riuscito a formulare quella invocazione, a chiedere pietà? In questo romanzo, che si avrebbe voglia di definire hitchcockiano, Simenon tratteggia con inquietanti chiaroscuri la figura di una perfetta dark lady nella Parigi degli anni Cinquanta."
Il romanzo è stato pubblicato, per la prima volta in Francia nel 1953, con il titolo L'Escalier de fer, da Les Presses de la Cité.
In Italia è apparso nel 2016, pubblicato dalla casa editrice Adelphi, nella traduzione di Laura Frausin Guarino.
L'Escalier de fer, è il titolo del telefilm, tratto dall'opera di Georges Simenon, da Denis Malleval nel 2013, e interpretato da Laurent Gerra, Annelise Hesme et Nicolas Marié.
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