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L'aria di Parigi

L'aria di Parigi

La Parigi di Simenon e Maigret, del Cinema, dei Bistrot, delle Canzoni, della Malavita.


Lettera al mio giudice

Pubblicato da Fulvio Nolli su 12 Novembre 2024, 08:52am

Tags: #Romanzi di Georges Simenon

Lettera al mio giudice.

Lettera al mio giudice è un romanzo di Georges Simenon, scritto dal 5 al 15 dicembre 1946 a Bradenton Beach in Florida (Stati Uniti). Pubblicato a episodi in 10 puntate su «Nuit et Jour», nn° 119-128 dal 3 aprile al 5 giugno 1947 e in volume da Les Presses de la Cité il 10 agosto 1947. Nel 1969 venne riproposto in due parti su «À la Page», nn. 64-65 di ottobre e novembre.

Lettera al mio giudice, romanzo di Georges Simenon.
Lettera al mio giudice, romanzo di Georges Simenon.

Nel 2003 venne inserito dall'editore Gallimard in Romans I, della Bibliothèque de la Pléiade, a cura di Jacques Dubois e Benoît Denis.

Lo scrittore Henry Miller, apprezzò molto questo romanzo, e in una lettera a Georges Simenon volle complimentarsi con lui.

Lettera al mio giudice un romanzo di Georges Simenon.

Una ragazza minuta, pallida, arrampicata su alti tacchi, nella vita di un uomo "senza ombra", la cui esistenza, così normale, si avvicina sempre più al confine con l'inesistenza. E quella donna è l'ombra stessa, qualcosa di oscuro e lancinante al di là di ogni ragione, che conduce tranquillamente alla morte.

Lettera al mio giudice Sinossi.

«Vorrei tanto che un uomo, un uomo solo mi capisse. E desidererei che quell’uomo fosse lei». Così si rivolge il narratore, all’inizio di questo romanzo, al suo giudice – e insieme a ogni lettore. La storia che segue è una storia di amore e di morte, carica d’intensità, esaltazione e angoscia. È la storia di un uomo che si sente trascinato a uccidere una donna perché la ama troppo. Lo sfondo: stazioni gocciolanti di pioggia, bar, piccoli alberghi della provincia. Agente provocatore: il caso, che fa apparire una ragazza minuta, pallida, arrampicata su alti tacchi, nella vita di un medico, uomo «senza ombra», la cui esistenza, così normale, si avvicina sempre più al confine con l’inesistenza. E quella donna è l’ombra stessa, qualcosa di oscuro e lancinante al di là di ogni ragione, che conduce tranquillamente alla morte. Queste le ultime parole della confessione: «Siamo arrivati fin dove abbiamo potuto. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo. Abbiamo voluto l’amore nella sua totalità. Addio, signor giudice».

Lettera al mio giudice in Italia.

Quest'opera di Simenon, nel 1967, fu inserita da Mondadori nella raccolta in Romanzi di confessione morale, nella traduzione di Sarah Cantoni, contenente: Ricordi proibiti, Lettera al mio giudice, Il grande Bob, In caso di disgrazia, Il figlio, La linea della fortuna, L'uomo dal cagnolino, Collezione Tutte le opere di Georges Simenon, vol. III.

Appare poi, per i tipi di Adelphi, prima nella traduzione di Dario MazzoneCollezione Biblioteca n.225, nel 1990. Successivamente in Romanzi, volume I, Collezione La Nave Argo n°8, nel 2004.

Lettera al mio giudice al Cinema.

Da questo romanzo, il regista francese Henri Verneuil, nel 1952, realizza un adattamento cinematografico dal titolo, Le Fruit défendu ( in Italia Il frutto proibito), con protagonisti Fernandel, Françoise Arnoul e Jacques Castelot.

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