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La Parigi di Simenon e Maigret, del Cinema, dei Bistrot, delle Canzoni, della Malavita.

Mistinguett la Regina del Varietà

Mistinguett Vuol Dire Parigi.

Quando i sogni di una ragazzina di provincia si trasformano in una carriera sfolgorante.

Mistinguett è stata una straordinaria interprete della canzone francese, protagonista, più nello specifico, del Varietà parigino. Quella forma di spettacolo che, meglio di ogni altra, ha rappresentato la joie de vivre della Ville Lumière in due momenti fondamentali del nostra storia.

Prima, negli anni a cavallo tra ottocento e novecento: la Belle Époque.

Poi, l'epoca altrettanto leggendaria, tumultuosa, sofferta e vivacissima che l'Europa visse negli anni tra le due guerre mondiali: gli Anni Ruggenti.

Mistinguett autentica regina del varietà parigino: protagonista tra due epoche.
Mistinguett autentica regina del varietà parigino: protagonista tra due epoche.

 

Mistinguett Scanzonata e un po' Insolente.

L'epoca di Mistinguett è un'epoca di grandi cambiamenti sociali e culturali, durante la quale, il sacrificio di tanti, consentì il progredire di molti ed il privilegio per pochissimi. Che poi è l'eterna ingiustizia di questo mondo.

Quando, uscito sconvolto e rinnovato dall'immensa carneficina del primo conflitto mondiale, il Vecchio Continente ed i suoi popoli, marciando decisi verso il sogno di un avvenire di pace, precipitarono consapevoli ed impotenti, verso una seconda devastante tragedia.

Mistinguett rappresenta, di quei tempi l'immagine più emblematica e scanzonata.

Mistinguett l'Étoile delle l'Étoiles.

Mistinguett è stata l'étoile! Sicuramente non la più bella, magari neanche la più brava. Certo è stata quella che, più di ogni altra, ha saputo conquistare il favore e l'ammirazione del pubblico. Con caparbia ostinazione, con serietà assoluta, con sacrificio, lei, è riuscita a costruire la sua stessa leggenda. Ha interpretato il gusto, le ambizioni ed i sogni della sua epoca

Artista intelligente e raffinata, ma con quel tanto di "canagliesco" che le conquista il favore del popolo come della borghesia. Donna ambiziosa e determinata, riesce a scalare, senza perdersi, la dura via del successo ed a lasciare il suo nome inciso a lettere d'oro nel Pantheon della cultura popolare francese.

Non essere dotati, è l'eleganza suprema. Nella vita, non ho dovuto essere dotata, ma essere Mistinguett.

Da Jeanne-Florentine a Mistinguett.

La bambina che vede arrivare i treni.

Con la Belle Époque, tra la fine del XIX e i primi dieci anni del XX secolo, si consolida il mito di Parigi e della sua Joie de vivre.

Una Joie de vivre, in realtà, appannaggio di pochi fortunati.

Mistinguett nasce Jeanne Florentine Bourgeois il 3 aprile 1875 in rue du Chemin-de-Fer 5, ora rue Gaston Israël, a Enghien-les-Bains.

Il luogo in cui le accade di venire al mondo è già, in un certo senso, un segno del destino che l'aspetta, se solo saprà come coglierlo.

Enghien-les-Bains non è un comune francese come tutti gli altri. Si trova a soli undici chilometri da Parigi e, soprattutto, vi è un lago pittoresco ed un Casinò sfavillante di luci che, in quegli anni di fine secolo, vive il suo periodo di massimo splendore.

Tutto il meglio della società parigina ha preso a radunarsi nel piccolo comune dell'Île-de-France. Soprattutto nella bella stagione, è tutto un continuo sfilare di personalità, più o meno note, tutte elegantissime e raffinate.

Dalla Gare du Nord, dalla primavera in poi, partono 150 treni al giorno, destinati solo a raggiungere la prestigiosa località lacustre.

È in quegli anni che, intorno alle casupole poco più che miserabili che costituivano in precedenza il villaggio, sorgono ville sontuose ed alberghi di lusso. Luoghi dedicati ad accogliere il meglio del tout-paris. Impossibile, per una bimba nata in quel luogo, non cogliere subito e pienamente lo stridore tra la propria difficile esistenza e la ricchezza ostentata, ogni giorno, da tutta quella rumorosa minoranza di privilegiati, ricchi ed eleganti.

Mistinguett Vera Figlia del Popolo.

La futura Mistinguett è pura figlia del popolo. Il padre è un manovale di origine belga, la madre una sartina proveniente da Lille nelle Fiandre francesi. Quando nasce la loro bimba, lui ha trentacinque anni, lei ventuno.

Lui, Antoine Bourgeois, si definisce un carpentiere, ma campa riparando le molle deformate di materassi usati. La moglie, Jeanne Bourgeois nata Debray, è una sartina, ma lo affianca nell'attività dedicandosi alle imbottiture.

Gente del nord induriti da una vita che non ha mai concesso loro regali. Una vita che, da un lavoro saltuario all'altro, è solo e sempre la quotidiana fatica del sopravvivere.

In seguito la famiglia, dopo la nascita del secondo figlio, Marcel, si trasferisce pochi chilometri più a sud, al confine con il comune limitrofo di Soisy-sous-Montmorency. Un'altra abitazione di nessuna pretesa, in un cortile della rue de la Point-Raquet, seminascosta dietro una caffetteria.

Tutta Parigi ad Enghien-les-Bains.

C'è il lago, ad Enghien-les-Bains, e c'è il Casinò. Tutto è cominciato, nel lontano 1856, quando si sono scoperte le inestimabili proprietà curative del ruscello d'acque sulfuree che scorre nei pressi di quel piccolo borgo popolare dell'Ile-de-France.

Una cartolina d'epoca raffigurante Enghien-les-Bains nel 1911.
Una cartolina d'epoca raffigurante Enghien-les-Bains nel 1911. (foto https://it.geneanet.org/cartoline/view/6363111#0)

La storia di questa località termale ricorda le pagine di Mont-Oriol, il romanzo di Guy de Maupassant del 1887.

Il lago si è presto trasformato in una sorta di oasi della nobiltà parigina, che vi accorre in massa, anche per l'estrema vicinanza alla Capitale.

L'élite dei salotti letterari ed artistici, il gotha della finanza e delle banche, della moda e dell'eleganza, ha colonizzato tutta la zona.

Lungo le rive del lago sorgono dimore sontuose ovunque: castelli addirittura!

A dare il tono a tutto l'ambiente, personaggi come la Principessa Mathilde, cugina dell'Imperatore Napoleone III, o Hippolyte de Villemessant, giornalista celebrato e fondatore del quotidiano Le Figaro.

Decine e decine di treni scaricano quasi ogni giorno centinaia di questi illustri visitatori e la piccola Jeanne-Florentine, che abita proprio in faccia alla stazione, cresce osservando con i grandi occhi lucenti quella variopinta e rutilante umanità.

Enghien-les-Bains dalla terrazza del Casino. (https://www.geneanet.org/cartes-postales/view/7799407#0)

Enghien-les-Bains dalla terrazza del Casino. (https://www.geneanet.org/cartes-postales/view/7799407#0)

Mistinguett Sogna un Futuro Diverso.

Naturalmente, in casa dei Bourgeois, le cose vanno un tantino diversamente e la loro esistenza non ha nulla in comune con quella passeggeri di quei treni.

Al ritorno da scuola e durante le vacanze estive, la piccola aiuta i genitori nel lavoro di riparazione dei materassi. Detesta assolutamente quel cortile pieno di molle rotte e la cantina ingombra di materassi consunti. Oggetti che per lei hanno odore di vecchiaia e malattia.

La piccola Jeanne Florentine gioca come tutti i bimbi della sua età, ma non è esattamente uguale a tutti gli altri. È intelligente, attiva, ama prendere l'iniziativa, organizzare e comandare il fratellino e i compagni. Sembra un maschiaccio ed è il leader naturale del nutrito gruppo di bambini e bambine con cui s'accompagna.

A scuola supplisce alla sua scarsa propensione allo studio con la fantasia. Inventa storie, mostra una parlantina inesauribile.

Estremamente precoce ed affidabile, non teme nulla e sa come farsi valere. Piuttosto che maneggiare le fodere dei materassi, preferisce mille volte essere inviata dai genitori presso i clienti, in ritardo con i pagamenti, ad esigere le somme dovute.

Nel suo intimo un irresistibile desiderio d'evasione. Quel mondo è decisamente troppo piccolo per lei. Si sente soffocare.

Non sa bene né come né quando, ma di certo la sua vita non può e non deve consumarsi in quel luogo e a quel modo.

Sarà un circo a cambiare la sua vita!

Un circo da quattro soldi che ad ogni stagione alza il suo tendone nella piazza del paese. La piccola Jeanne Florentine ne è sempre più affascinata e dentro di lei si fa largo un'idea sempre più precisa: diventare un'artista, salire su di un palcoscenico.

Non importa quanto tempo e fatica ci vorrà.

Un violino per Jeanne-Florantine.

Jeanne Florentine ha circa una decina d'anni quando il padre muore di Tetano. Si è ferito alla mano con una di quelle sudice molle che ripara ogni giorno.

La madre ritorna al lavoro di sartina cercando, al meglio possibile, di mantenere se stessa e i due figli piccoli.

Inizia un periodo di lotta quotidiana fra madre e figlia. La ragazzina vuole fare "l'artista", come i figli dei girovaghi del circo con cui ha stretto amicizia.

In un primo tempo la madre la deride, poi la punisce ed infine trova un compromesso accettabile: se Jeanne Florentine vuole diventare un'artista deve imparare almeno la musica e quindi deve mettersi a studiare. Imparare a suonare il violino potrebbe essere un buon inizio.

Per la Madre di Mistinguett, Tutti i Divertimenti sono Pericolosi.

In realtà, la povera madre esausta, spera in cuor suo che la figlia si stanchi presto dei noiosi studi di solfeggio, necessari ad apprendere la musica e rinunci a quei sogni che giudica infantili, senza sbocco e anche pericolosi.

Per la giovane vedova, Jeanne Bourgeois nata Debray originaria delle Fiandre francesi, tutti i luoghi del divertimento popolare hanno fama d'essere equivoci e scandalosi.

I giornali raccontano ogni giorno le avventure galanti delle "cortigiane" dell'epoca. Delle famose horizontales di chez Maxim's e delle audaci ballerine del Molin-Rouge.

Per Mme Bourgeois si tratta di tutto un unico universo scandaloso: dai giardini delle Folies-Bergère fino ai cabaret di Montmartre e giù fino ai bassifondi dei Fortifs dove brillano nel buio i pugnali degli Apaches.

C'è un vecchio professore disponibile a dare lezioni a giovani aspiranti musicisti. Vive a Parigi e si chiama Boussagol.

È un famoso musicista dell'Opéra e riceve gli alunni nella sua abitazione di rue Vivienne.

Come la madre aveva facilmente immaginato lo studio del violino si rivela per Jeanne-Florantine un vero supplizio, ma contrariamente alle sue aspettative la ragazza non molla.

Per lei il vero piacere sono quei quasi quotidiani viaggi in treno per recarsi a Parigi. Vedere l'elegante rue Vivienne, la gente per la strada, le prime amicizie fatte fuori dal suo piccolo mondo abituale. I primi ragazzi che l'ammirano, nonostante non sia né troppo bella né particolarmente attraente, ma che presto impara a dominare con la grazia e l'astuzia della donna di mondo.

I giovani prendono a chiamarla: la princesse de la Pointe-Raquet.

La ragazza delle camelie e la diva del varietà.

Per guadagnare un po' di denaro e non pesare troppo sulle scarse finanze di famiglia, la futura Mistinguett, s'inventa fioraia ed ottiene, dal direttore del Casinò, di poter montare il suo banco proprio d'avanti all'ingresso del prestigioso edificio.

Lei appunta con disinvoltura rose e violette all'occhiello degli eleganti avventori del Casinò. Nessuna vergogna, nessuna paura!

Quando le capita è entusiasta di recapitare mazzi di fiori nei camerini degli artisti. Si sente a casa e sogna ad occhi aperti la vita che verrà. Prima o poi.

È in questo periodo che, passeggiando fra le sontuose ville della natia Enghien, scopre il luogo dove si è ritirata a vivere una famosa artista del VaudevilleAlice Ozy.

Alice Ozy l'Incontro del destino per Mistinguett.

Alice Ozy è un'artista che ha goduto di grande fama negli anni fra il 1830 e il 1855. Amica di Théophile Gautier, amante di numerosi principi ed artisti. Ritiratasi dalle scene, si divide fra la sua abitazione parigina al 91 di boulevard Haussmann e la casa sul lago ad Enghien.

La ragazzina forse dodicenne e l'artista più che sessantenne fanno amicizia. Un segno, anche questo, dell'evidente intraprendenza della giovane Jeanne-Florentine, che deve aver trovato, in qualche modo, l'occasione di presentarsi all'anziana Diva dei teatri parigini.

Alice Ozy racconta alla piccola le affascinanti storie della sua vita, le insegna il portamento necessario sul palcoscenico, suona per lei il flauto, mentre Jeanne-Florantine danza e canta entusiasta ed eccitata.

Il treno dei desideri di Jeanne-Florantine.

Lo studio del violino, nel frattempo, continua con sempre meno convinzione. Anche il buon maestro Boussagol inizia, ormai, a non vedere l'ora di sbarazzarsi di quell'allieva cosi poco incline a maneggiare l'archetto.

Nel tentativo di sviare altrove le sue ambizioni musicali le impartisce alcune lezioni di "bel canto". Spera di convincerla a dedicarvisi, così da affibbiarla a qualche nuovo maestro. Scopre che Jeanne è decisamente più portata per la canzone che per l'orchestra, ma, ancora una volta, contrariamente alle sue aspettative non è la canzone operistica che appassiona la ragazza.

Durante l'esecuzione di un pezzo classico, il Rondo de la paysanne, lei motteggia, sculetta, prende una cadenza popolaresca ed il maestro è costretto, inorridito e con le mani nei capelli, a gridarle:

No! Non così! Questo è caf' conc'!

Mistinguett a Parigi verso il Futuro!

Certo il Maestro pensa di esprimere una pesante critica, ma, per lei, è un grande complimento!

Ormai Jeanne-Florentine ha circa quindici anni. Spesso buca le lezioni di violino per andare a passeggiare con qualche compagno lungo gli Camps-Elisées, spiando i prestigiosi Café concerto che attendono la sera per spalancare le loro porte ed accendersi di mille luci. Lei sogna.

L'appuntamento cui non rinuncia mai è quel viaggio in treno, al mattino, che dal Enghien la porta a Parigi.

Tutti la conoscono e lei parla con tutti. Racconta i suoi sogni, si vede già come una stella del varietà. Ora la "princesse de la rue Point-Raquet" si è guadagnata un nuovo nomignolo: per tutti è ora "Miss Heliet".

È il nome della protagonista d'una operetta di Audran che trionfa in quel momento al Bouffes-Parisiens.

Sul treno incontra spesso un uomo, che ha conosciuto in casa di Alice OzyM. de Saint-Marcel.

Si tratta di un autore molto in voga nei teatri parigini. Uno spettacolo con la sua firma spopola in quel periodo al Parisiana.

Saint-Marcel, da consumato uomo di spettacolo, trova intrigante quella ragazzina piena di vita e d'entusiasmo. Intuisce la potenzialità di quei suoi capelli rosso scuro, dei grandi occhi azzurri e maliziosi, del naso camuso su quei denti sporgenti in avanti.

Lei non smette mai di parlargli del suo futuro da grande artista del varietà. Quando non parla canta e canta un motivetto di gran moda: La Vertinguette.

L'autore, manco a dirlo, è proprio Saint-Marcel. Lui le sorride, lusingato, e magari trova buffa quella ragazzina fanatica del varietà che tutti chiamano Heliet.

Forse vede anche un po' più in là.

Conosce la mia canzone Miss Heliet? Miss Heliet...Vertinguette...Miss Vertinguette...Ecco Miss Tinguette! È un nome carino per un'artista. Mia cara, se mai un giorno salirà su di un palcoscenico, questo è il nome che le si addice.

Lei non risponde nulla, ma quel nome le si fissa nella mente a lettere indelebili.

Si, un giorno lei sarà Miss Tiguette.

Mistinguett debutta a Montmartre.

Quel giorno è più vicino di quanto ella possa pensare.

Saint-Marcel non si limita a trovarle un nome d'arte, si impegna anche a procurarle un ingaggio.

Naturalmente con l'approvazione della madre di Jeanne che ormai si è rassegnata.

Ovviamente non un grande ruolo, solo un posto da ballerina che accompagna l'apertura del sipario.

Nemmeno in un locale blasonato come il Casino de Paris, dove lui è di casa.

Sarà le Petit Casino Saint-Martin diretto da madame Favartimpasse Joffroy, Boulevard Montmartre: nel cuore di Parigi.

Mistinguett debutta giovanissima al Petit Casino di passage Jouffroy.
Mistinguett debutta giovanissima al Petit Casino di passage Jouffroy.

È il caf' conc' in tutto il suo splendore. Il regno del vero spettacolo popolare.

È anche dura gavetta. Un luogo a metà fra un saloon del far west e l'arena di un circo, dove un pubblico di conoscitori, severi fino alla crudeltà, nulla perdona ai giovani artisti esordienti.

Soprattutto gli spettatori al piano di sopra, il pollaio fumoso e maleodorante, grondante di sudore e da cui piovono battute sporche, quando non si tratta di bucce d'arancia o noccioli di ciliegia.

Per farsi apprezzare, o anche solo sentire, da un pubblico del genere, servono un carattere d'acciaio, un temperamento ed una verve non comuni.

Le Petit Casino non è l'Eldorado. Siamo lontani dagli Camps-Eliséesdall'Alcazar e dalle Folies-Marigny. Dalla clientela mondana immaginata dall'allieva svogliata del professor Bougassol.

Miss Tinguette scopre un mondo senza pietà, fatto di sorrisi in faccia e colpi bassi dietro la schiena, di invidia e rivalità senza pari. Scopre l'implacabile concorrenza che esiste fra gli artisti, la competizione estenuante che imperversa tra gli sconosciuti esattamente come tra i famosi.

Un mondo fatto anche di fatica, di ambienti sordidi, di logge soffocanti e corridoi gelidi.

Molti, prima e dopo di lei, non hanno retto alla prova. Molti si sono visti rifiutare da quel pubblico grossolano e crudele.

Molti, ma non lei!

Lei cade dritta nel suo tempo e nel suo sogno. Senza forzare la sua natura.

Lei è alla moda. Ancora non sa fare quasi nulla sul palco, a parte qualche smorfia e qualche gesto volgare, ma la sua personalità, un po' maliziosa, un po' sfacciata, corrisponde ai gusti di quella clientela, altrettanto sfacciata, nella quale non fatica minimamente a riconoscersi.

J'suis la môme du Casino

Oh! Oh!

Fraîche comme un coquelicot

Oh! Oh!

Mais galbeuse et rieuse

Et toujours rigolo

La môme du Casino!...

I Primi passi di Mistinguett Verso la Gloria.

Una ragazza percorre sognate l'Avenue de Champs-Élisées, nel sole di una splendida mattinata parigina. Ha ventidue anni, un sogno nel cuore e, nella mente, la fredda determinazione a realizzarlo.

In realtà, quel sogno, lei lo sta vivendo ogni giorno da ormai sette anni, ma, per ora, si è rivelato assai poco esaltante: un po' di paura, poche soddisfazioni, qualche delusione e alcuni compromessi. Soprattutto è, al momento, fatica quotidiana e quotidiana incertezza.

Altre mollerebbero deluse. Altre cercherebbero un amante che le mantenga e buonanotte ai sogni di gioventù.

Altre! Non lei! Lei ora non è nulla, ma un giorno sarà una stella del varietà, brillerà come nessuna mai e si chiamerà Mistinguett!

L'abbiamo lasciata, nel post precedente, quindicenne, al suo debutto nei caf' cons' parigini, intorno al 1890. Per ora il suo nome d'arte è Miss Tinguette e praticamente nessuno sa nulla di lei.

La data non è così certa, perché la stessa Mistinguett, nelle sue memorie, ha contribuito non poco a confondere le cose, riguardo a quel periodo della sua vita.

Secondo Jacques Charles, il compositore che scriverà per lei nel 1920 Mon Homme, la ragazza era già in attività nel 1888 e, quindi, a soli tredici anni.

Comunque, che avesse quindici o tredici anni, al suo debutto, poco importa. Lei è all'inizio della sua avventura, ma c'è ancora molta strada da percorrere per trasformare il suo nome nel simbolo di un'intera epoca.

Mistinguett dal Petit Casino all'Eldorado.

Diventare una Star del varietà non è cosa per tutti e, soprattutto, non è semplice per nessuno. Nemmeno per un'ambiziosa ragazza che si chiama Jeanne-Florentine e che il pubblico presto imparerà a chiamare Mistinguett.

A sette anni dal suo debutto al Petit Casino a Montmartre, la futura regina del Varietà non è altro che una dei tanti artisti che lottano ogni giorno per tenersi a galla. Il suo orizzonte non arriva oltre il prossimo ingaggio, il prossimo cachet. Ogni giorno la stessa storia e lo stesso meccanismo che si ripete senza sosta.

Così, ogni giorno, la giovane chanteuse si esibisce su infiniti palcoscenici, in ruoli di nessun rilievo, giusto per guadagnare quanto basta per arrivare al giorno dopo.

L'Alcazar d'Eté, le Folies-Bergères, non quelle di Parigi ma quelle più modeste di Rouen, L'Eldorado...a Lione, la Cigale, les Ambassadeurs e tanti altri.

Lei è sicura di poter riuscire. Lo capisce da certi segnali che le lancia il pubblico in sala.

Lei piace. Possiede un magnetismo naturale che, certo, deve essere affinato, ma è innato in lei.

La sua presenza sul palco colpisce gli spettatori, nonostante il caos delle sale e la difficoltà di farsi sentire anche solo dopo le primissime file d'orchestra. Eppure lei sente che basterebbe un nulla per dominarlo quel pubblico, ma, al momento, non sembra esservi modo di sfuggire alla mediocrità.

Ora, per Mistinguette, il Petit  Casino è ormai un ricordo lontano, ma il suo quotidiano è ancora solo fatica, poco denaro e nessuna gloria.

Nel 1894 l'ingaggio al Trianon-Concert di boulevard Marguerite-de-Rochechouart, ai piedi della butte Montmartre, sembra un primo timido passo in avanti. È un locale che, rispetto ai precedenti, è un po' meno café e un po' più concert, ma nulla di più.

La giovane subrette canta, si muove sul palcoscenico motteggiando ed agitando le braccia. Il pubblico l'apprezza, ma il suo personaggio non emerge dal limbo dei tanti artisti di secondo e terzo piano che animano le notti di Parigi.

C'è una differenza fondamentale, però, fra lei e le tante altre che con lei condividono quella difficile esperienza.

Lei ama profondamente quel mondo effimero e dorato. Ogni giorno ed ogni notte, tutto quanto avviene intorno a lei diviene occasione di crescita, di maturazione. Sta cercando la sua giusta dimensione: freddamente consapevole dei suoi limiti e delle sue possibilità.

Dagli artisti più famosi di lei, che vede esibirsi ogni sera, impara gesti, valuta comportamenti: coglie quello che le sembra adatto, scarta quello che non le si addice.

Farsi ispirare: mai copiare!

Mistinguett conquista l'Eldorado.

Il vero salto di qualità si verifica all'Eldorado dove Mistinguett riesce a farsi assumere nel 1897. È, in una carriera che fatica ad ingranare, una possibilità: una vera possibilità.

Perché l'Eldorado di boulevard de Strasbourg, nel X arrondissement di Parigi, non è un locale di poco conto.

L'Eldorado di boulevard de Strasbourg, dove Mistinguett debutta nel 1897.
L'Eldorado di boulevard de Strasbourg, dove Mistinguett debutta nel 1897.

Nato nel 1858, l'Eldorado, è il più vecchio café-concert di Parigi e, dopo quarant'anni, è ancora uno dei più frequentati e più noti della capitale.

Certo, negli anni, la concorrenza è molto aumentata. Adesso, proprio sul marciapiede di fronte, ha aperto i battenti anche La Scala, un locale alla moda che attira una clientela più chic e sofisticata, ma è un fatto che tutte le glorie della canzone e della danza, ad un dato momento della loro carriera, sono passate per l'Eldorado.

L'Eldo, come lo chiamano abbreviando come al solito i parigini, è il bastione inespugnabile della canzone popolare. Sorge nel cuore del "quartiere della musica", fra la Porte Saint-Martin e la Porte Saint-Denis, dove hanno sede i principali editori musicali. Un quartiere che, nelle sue vie, vede circolare una folla di cantanti di strada e dove, spesso, prendono vita i motivetti musicali che diverranno più alla moda.

Ancora più importante, per la carriera di un artista, è che l'Eldorado non si accontenta di difendere la tradizione musicale parigina: è un locale che ama innovare!

Terminate le esibizioni dei cantanti, che si susseguono ininterrottamente fino alle 23, l'intera troupe, dai principianti alle star, si riunisce sul palco per eseguire uno spettacolo, in stile operetta-vaudeville, che viene rinnovato ad ogni mese.
È un nuovo genere che va alla grande e sarà presto copiato dagli altri locali, a cominciare dall'Alcazar e dal Concert-Parisien, e che, in pochi mesi, rivoluzionerà il music hall da cima a fondo: è il cosiddetto théâtre de revue.

È in quei dieci anni trascorsi esibendosi all'Eldorado, lo ammetterà lei stessa, che prende le mosse tutto quello che poi sarà la sua sfolgorante carriera e il suo incredibile successo.
 

Lavoro e ancora lavoro per Mistinguett.

Per il momento c'è ancora molto da fare per la giovane Mistinguett, ma un timido (per modo di dire, trattandosi di lei) passo in avanti è compiuto.

Il suo numero, ora, non figura più in apertura di sipario. Lei si esibisce dopo l'intervallo, prima, ancora molto prima, delle vedettes più acclamate del locale. In finale di serata ha però occasione di esibirsi, con gli altri, in piccoli ruoli dove si mescola canto e recitazione.

Non è ancora al centro della scena, ma vi si sta avvicinando con decisione.

Sono gli anni in cui all'Eldorado dominano personaggi come Bérard, il cantante patriotico della Maison, Charlotte Gaudet, la cantante dall'occhio malizioso e dalla voce accattivante e pulita, Montel, il comico dalla triste espressione cavallina, Angèle Moreau, l'Apache dalla gonna nera ed il foulard rosso sangue, Mayol, il comico e cantante senza rivali, ma, soprattutto, ad esibirsi stabilmente è la più grande star comica che abbia calcato il palcoscenico dei caf' conc': il mitico Dranem!

Un personaggio incredibile, dalla comicità esilarante e che, per ben vent'anni, da solo sarà in grado di riempire il locale!

È all'Eldorado che scompaiono per sempre la ragazzina di Enghien, Jeanne-Florentine, la debuttante senza speranza Miss Tinguette e la cantante alle prime armi Mistinguette.

Da ora esiste solo Mistinguett: l'artista che ha sacrificato una e finale al suo nome, così da ottenere più spazio sulle locandine e poterlo vedere stampato un po' più in grande, quel nome.

È sempre all'Eldorado che, nei dieci anni in cui vi si esibisce, ella crea il suo personaggio artistico definitivo: quello che la renderà unica al mondo.

È un epoca in cui le donne sono al centro della scena nelle esibizioni del music hall. Cantanti, attrici e ballerine famose, si esibiscono ogni sera davanti ad un vasto pubblico in cerca di emozioni.

Ogni artista, o aspirante tele, cerca una propria dimensione, adeguata alle proprie caratteristiche fisiche o vocali.

Nascono stili interpretativi molto distinti che caratterizzano dei "generi" espressivi altrettanto specifici.

In particolare emergono tre categorie di successo in cui le interpreti più significative finiscono per confluire, ognuna a suo modo: la pierreuse, la gommeuse e l’épileptique.

La pierreuse interpreta la prostituta di strada, sconfitta dalla vita, e canta canzoni realistiche, spesso drammatiche o disincantate: solletica il lato sentimentale del pubblico.

La gommeuse, all'opposto, è l'immagine della donna moderna, in abiti succinti, ma di una eleganza eccentrica ed aggressiva: il tipo fin-de-siècle immensamente popolare in quel momento.

L'épileptique interpreta la frenesia dei tempi moderni e, in particolare, quelli della vita parigina. Movimenti frenetici e sincopati che rompono in modo netto con la tradizione della soubrette di spettacolo, inteso fino a quel momento.

In particolare, questo personaggio, cosiddetto epilettico, nasce, sembra, nel 1875 ad opera di un'artista dal nome ormai semi dimenticato: Emilie Bécat.

Mistinguett riesce a fondere in se i due generi che più le si addicono, creando il personaggio della gommeuse-épileptique, indossando abiti corti ed acconciature o cappelli stravaganti, come le gommeuse, ma muovendosi sul palcoscenico nel modo tipico dello stile épileptique. Un insieme originale ed assolutamente unico che le permetterà di diventare, nel tempo, la protagonista indiscussa delle notti parigine.
 

Mistinguett, non la più Bella, ma l'Unica!

Non si tratta di un caso: è il frutto di molto lavoro, molta abilità e di un'indole naturale assolutamente innata.

Eppure, lei, non è di una bellezza scintillante! Ha i denti che ricordano i tasti di un pianoforte, una vocina nasale di non grande estensione, sembra muoversi a casaccio sul palcoscenico...ma, come dirà lei stessa:
 

È nelle gambe che devi avere voce.

E le sue gambe, Mistinguett, le muove meravigliosamente e meritano d'essere ammirate!

Poi c'è tanto lavoro su se stessa. Un lavoro, costante e caparbio, che conduce coscienziosamente ogni giorno.

Impara a sopperire ai limiti della sua vocalità aggiungendo una certa mimica e quel tanto di recitazione che serve. Alterna movimenti frenetici a passi di danza sempre più naturali.

À force d'assiduité je suis devenue nature.

Di lei si dice che l'abbia addirittura inventato il genere "epilettico" ed è subito soprannominata l'eccentrica, ma quello che crea è soprattutto lo stile Mistinguett: uno stile che appartiene solo a lei.

Sviluppa l'innato talento di attrice costruendo passo dopo passo quel personaggio stravagante, popolare, comico e sfacciato che è l'esatto opposto delle interpreti drammatiche, pierreuse, della canzone realista francese come, ad esempio, la grande Fréhel, con le quali non potrebbe vocalmente competere e nemmeno lo vuole.

Molto rapidamente la voce corre per Parigi...

C'è all'Eldorado una ragazzina non comune, dagli occhi nocciola d'un diavoletto, e che non assomiglia a nessun'altra.

A conquistare sono le sue battute, che sembrano fatte con lo stampino, ma che vanno a segno ogni volta. Il pubblico la sente complice, catturato da quel suo spirito frizzante, ed è subito ai suoi piedi.

A lei piace, sopra ogni altra cosa, ridere con loro, mescolarsi con il pubblico in sala, anche intrattenersi con i più ardimentosi che la coprono di complimenti.

Perché nessuno al mondo più di Mistinguett ama affrontare una sala gremita e chiassosa, conquistarla e dominarla!

Si presenta sul palco con una gonna corta svasata, sottogonne luccicanti e un bustino ampiamente scollato.

Siede a cavallo della buca del suggeritore, si gira verso i musicisti, fa oscillare in alto le sue magnifiche gambe sotto il naso del pubblico entusiasta.

Danza al ritmo di Matchiche e canta agitando le braccia nude ornate di nastri colorati:

Je suis Mam'zelle, sans façon,

Je rigole, je batifole,

Et j'adore le rigodon...

Je suis la femme torpille Pille, pille...

In un altro numero, Lola 1900, si offre in sottogonne scintillanti, cappello piumato e calze nere in un numero al trapezio, simile allo spogliarello. Un'esibizione un tantino osé, ma più birichina che spudorata, in cui si sente la timida influenza del nuovo vento di follia che soffia sulle tavole del caf'conc': lo strip-tease, o, piuttosto, il suo antenato più prossimo.

Un pubblico di giovani entusiasti assiste a queste serate osannando la sua nuova beniamina e ricoprendola di fiori ed applausi.

Jean Cocteau Grande Amico di Mistinguett.

Lo scrittore Jean Cocteau, che di Mistinguett è, fin da subito, grande amico, rievoca l'atmosfera esaltata dell'Eldo in quelle sere della sua gioventù:
 

L'orchestra attacca la Matchiche e, sotto una pioggia di bouquet, ecco sul palco presentarsi Mistinguett. Pugno sul fianco, sombrero "en bataille", scialle spagnolo drappeggiato intorno alla gonna da "gommeuse".

Dopo La Matchiche e La Femme torpille, pille, pille, lascia il palco sotto una nuova salva di bouquet. Nessuna storia d'amore può valere quanto l'incontro di un minuto, vicino alla portineria, con la nostra stella, che s'incrocia sul petto un accappatoio a fiori...

Per Mistinguett notti e i sogni da Chez Maxim.

La sua vita, ora, è cambiata e nulla le impedisce di considerarsi un'artista a pieno diritto. Certo non è famosa, non ancora, ma a tutti gli effetti è nel "giro" e non intende uscirne o restarne ai margini.

La madre ha sempre meno occasioni di vederla, perché sempre meno sono le sere in cui, Florentine, rientra a dormire nella vecchia casa di rue Point-Raquet.

Dopo gli spettacoli, la giovane aspirante Star, tira le ore piccole con colleghi ed amici, nei bistrot aperti fino a tardi, vicino al teatro. Sempre più spesso dorme a Parigi a casa di qualche amica.

Poi affitta il suo primo appartamento in rue Condorcet. Il primo di una serie infinita!

Frequenta Chez Maxim's, ora, ne respira l'atmosfera esaltante. Certo non c'è ancora, per lei, un tavolo riservato in permanenza, come quello delle vere regine dello spettacolo, quei miti viventi che ancora non la degnano di uno sguardo, ma che ora le capita di sfiorare e di osservare da vicino.

L'Eldorado: dieci anni di duro lavoro che le conquistano un pubblico sempre più adorante e fanno di lei un'artista unica, originale e completa.

È un buon risultato. Altri ne andrebbero fieri, ma non lei. Fuori dalle mura dorate dell'Eldorado il suo nome è poco più che sconosciuto e questo, nel 1907, comincia a pesarle un po' troppo.

Molto più ambizioso è il sogno di quella ragazza da nome insolente di Mistinguett.

La vita di Mistinguett è anche su Amazon (in francese):

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