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L'aria di Parigi

L'aria di Parigi

La Parigi di Simenon e Maigret, del Cinema, dei Bistrot, delle Canzoni, della Malavita.


Gangs della Malavita a Parigi

Pubblicato da Fulvio Nolli su 21 Giugno 2024, 17:22pm

Tags: #Malavita Francese, #Delitti e Castighi

Gangs a Parigi: Uomini e Luoghi.

L’ambiente della Malavita di Parigi, il Milieu, è, fra gli anni ‘20’ ed ‘80 del novecento, una piccola comunità dove tutti si incontrano, si frequentano e si conoscono. E se l’individualismo prevale su tutto il resto, spesso si costituiscono delle vere e proprie gangs, dove i delinquenti lavorano in squadra. 

Gangs della Malavita a Parigi.

Gangs della Malavita a Parigi.

Banditi Solitari e Gangs Organizzate.

A Parigi non esistono organizzazioni piramidali come nelle mafie tradizionali, ma piccoli gruppi di amici e associati, che vanno dalle semplici coppie a bande o Gangs che riuniscono più di venti persone.

Nessuna organizzazione piramidale ovviamente, ma una gerarchia esiste tra i delinquenti: in fondo alla scala gli "julots casse-croûte" (uomini che fanno prostituire la propria donna) e i piccoli delinquenti, in alto i ragazzi arrivati, quelli con un curriculum criminale lungo quanto un braccio, che sanno farsi rispettare e circondarsi di gente giusta. 

La Pace Armata delle Gangs di Parigi.

Non c'è un boss che domina tutto, ma diverse grandi Gangs che galleggiano nel cosiddetto “Panier de crabes” evitando di scontrarsi l'una con l'altra, almeno fin tanto che non sia indispensabile.
Il Panier de crabes, in italiano cesto dei granchi, è un’espressione, nata a metà del XX secolo, che prende in prestito l'immagine della cesta del pescatore all'interno della quale i granchi si calpestano. Il termine designa quindi persone malvagie intenzionate a farsi del male.

È nei Bar che si Organizza la Malavita.

I luoghi di ritrovo preferiti di questa comunità malavitosa sono ovviamente i "bars de voyous" (se ne contano circa trecento nella Parigi degli anni Sessanta). Sembrano bar come gli altri, ma chi vive nei paraggi lo sa bene, sono locali riservati ai delinquenti e gestiti da delinquenti. Questi locali sono i punti di riferimento principali per tutto il popolo del Milieu.

Lì ci si incontra per pranzo, si gioca a carte e si beve qualcosa insieme. È in questi luoghi che si tengono riunioni, si preparano i colpi, si fanno e si disfano associazioni, si ricevono messaggi e commissioni, si nasconde un’arma che scotta o altre cose che è bene non farsi trovare in casa. Infine, è in quei bar che i “ragazzi” si ritrovano alle 5 del mattino dopo una serata di lavoro.

I Quartieri della Malavita a Parigi.

I luoghi di ritrovo principali della malavita parigina sono distribuiti un po’ ovunque nella città, ma esistono quartieri dove la concentrazione di attività malavitose è più forte e dove quindi maggiore è anche il numero dei luoghi dove i bravi ragazzi amano incontrarsi.
Se troviamo parecchi locali malfamati alla Bastiglia nell'11, a Montparnasse o anche vicino a Porte Saint-Denis, è senza dubbio il 17° arrondissement, anche se molto borghese, a poter vantare la maggiore concentrazione di bar equivoci della capitale.

I giovani teppisti in erba e i piccoli magnaccia, tendono a frequentare con maggiore assiduità i locali disseminati intorno a Place de Clichy e Batignolles, mentre la categoria superiore, le vere canaglie, si trova maggiormente a suo agio nel Quartiere di Ternes dove abbondano i bar affollati dove mettersi in mostra. In questi luoghi transita tutta una fauna di "beaux mecs" e magnaccia che sembrano caricature di se stessi: playboy profumati, con abiti, cravatte e scarpe lucide, e l'inevitabile anello con brillante alle dita.

Il Quartiere Ternes Santuario della Malavita.

Emblematici dell'ambiente malavitoso di quei tempi e delle loro dinamiche, due locali in particolare: La Madrague di avenue Mac-Mahon, un bar-ristorante che all'epoca accoglieva tutta la malavita parigina, sia di basso che di alto rango e Le Saint-Clair, in rue d'Armaillé, di proprietà di Jacky le Bordelais.

La Madrague, in origine di proprietà di Coco Bellardelo, giocatore d'azzardo pied-noir di origine siciliana, finisce, alla fine degli anni '60, nelle mani di Guy Daguano.

Questi aveva organizzato con la sua Gang un falso tentativo di racket, per poi intervenire come un salvatore, ed impadronirsi del locale di Bellardelo. Il bar rimase un importante covo di delinquenti anche negli anni '70 e '80, finché il suo capo non fu rapito e torturato dal boss Claude Genova che voleva impadronirsi del suo giro d’affari.

Le Saint-Clair passerà alla storia criminale per un episodio particolarmente sanguinoso destinato a suscitare molto rumore all'epoca: una sparatoria degna della scena di un ottimo Polar.

La Sparatoria al Bar Le Saint-Clair del 1966.

La notte del 2 febbraio 1966 la BRB (la famosa Brigade du Répression du Banditisme) fece irruzione nel locale. Hanno ricevuto una soffiata e, gli agenti, cercano un soggetto ben preciso: Christian David detto “le Beau Serge”, un rapinatore di Bordeaux noto per essere molto pericoloso.

Le Beau Serge, non si scompone e si consegna ai poliziotti senza opporre resistenza. Mentre lo conducono fuori, verso le auto che attendono nella via, il bandito chiede di poter prendere con sé il proprio soprabito e il commissario Galibert glielo concede.
Appena in strada, mentre gli agenti lo invitano a salire in macchina, Christian David estrae un'arma dall’impermeabile ed inizia a far fuoco.

Il commissario Galibert rimane ucciso sul colpo, feriti gravemente gli altri due agenti della squadra. Le Beau Serge si dà alla fuga e finisce per riparare in Sud America dove sarà inevitabilmente coinvolto nella rete del traffico di eroina di Auguste Ricord, la Latino Connection, organizzazione destinata a risucchiare un po’ tutti i delinquenti parigini in fuga nel continente sudamericano.

A seguito di questa clamorosa vicenda, la polizia si scatena nel quartiere Ternes, colpendo duramente la locale comunità di delinquenti e prostitute che vi pullula. Poi tutto ritorna alla sua consueta "routine".

 

Banditi a Montmartre come sugli Champs Elysées.

Se il bel mondo della malavita parigina frequenta di preferenza il quartiere Ternes, la fascia ancora più alta dell’ambiente si ritrova tranquillamente nell'VIII arrondissement. Non sono numerosi i bar malfamati intorno all'Etoile e sugli Champs Elysées, ma è quella una zona dove anche i caffè-ristoranti più classici e famosi sono frequentati da questi signori, dall'apparenza di agiati uomini d'affari, proprio come i cabaret e le sale da ballo dell'Opera o di Pigalle.

Non stupisce quindi che una delle centrali più attive dei vari traffici illegali di altissimo livello si trovi, in quegli anni, in uno dei più prestigiosi ristoranti di Parigi: Le Fouquet's. È l'epoca in cui nella direzione del prestigioso locale si inserisce Marcel Francisci, uomo d'affari corso protagonista nel mondo delle sale da gioco e di tutto quanto ne consegue.

Non dimentichiamo poi la Butte Montmartre, lato Abbesses, dove spiccano, ancora negli anni '60,  alcuni indirizzi interessanti, anche se meno numerosi di un tempo.
Lì rimangono in attività alcuni locali storicamente noti, tra cui Le Gavroche, nella rue Joseph-de-Maistre, un bar-cabaret che attira tutti i delinquenti parigini, ma anche giornalisti, scrittori, comici e cantanti, perché in quel luogo è possibile divertirsi, sì, ma soprattutto, può accadere di ritrovarsi faccia a faccia con Jo Attia: Il Boss, l’ultimo vero Caïd du Milieu.

Jo Attia l'ultimo Caïd du Milieu.

Quella di Jo Attia è l’emblematica figura del delinquente vecchia maniera, con una carriera talmente leggendaria da suscitare il rispetto di tutti i malfattori della sua generazione. Bisognerà dedicare alla sua storia uno spazio necessariamente un po’ più ampio in un prossimo post.

La distribuzione etnica del Milieu Parigino.

Anche l’appartenenza etnica gioca un ruolo nella distribuzione geografica dei malviventi parigini. Molti di loro provengono da vari luoghi della Francia o dai territori francesi d’oltremare. Giunti a Parigi tendono a riunirsi in quartieri specifici, cosa comune anche alle persone oneste e lavoratrici.

Il Grande Banditismo Corso a Parigi.

Sotto la Butte Montmartre, ad esempio, si trova lo storico regno del banditismo Corso: Pigalle o, più precisamente, la parte nord del 9° arrondissement.

I corsi non sono gli unici ad operare lì, ma sicuramente sono i più numerosi, anche se la comunità comincia a decadere proprio a partire dagli anni '60. Le cause di questo progressivo indebolimento della presenza corsa a Parigi sono molte e differenti.

In primis i tanti arresti e le conseguenti lunghe detenzioni di molti dei protagonisti dei primi anni del dopoguerra. Poi le ripetute vendette, all’ordine del giorno fra i corsi, che provocano la morte di molti boss. Tre episodi fra i tanti: la guerra fra i boss Foata e Stefani, la vendetta Salicetti, la guerra del piroscafo Combinatie.

Un ruolo di un qualche peso lo gioca anche un certo imborghesimento dell'isola natale che limita il ricambio generazionale fra i malfattori.

Banditi Corsi Temuti e Rispettati.

Tuttavia, i corsi continuano a beneficiare di una certa aura nel Milieu, spesso tanto temuti quanto rispettati. Il loro numero, la loro solidarietà, la loro facilità nel prendere fuoco, le loro relazioni anche politiche. Tutte cose che contribuiscono al loro successo.

Presto conquistano il sopravvento nello sfruttamento della prostituzione parigina, divenendo protagonisti dei traffici illeciti di ogni tipo: dalle sigarette di Tangeri alle piastre d’oppio di Saigon, compreso la tratta delle donne inviate nelle Colonie, e ovviamente la French Connection. Non sono gli unici a dedicarsi a queste attività, ma sono decisamente più avanti di tutti di parecchie lunghezze.

L'Epoca d'Oro del Banditismo Corso a Pigalle.

A Pigalle, sono due i bar particolarmente frequentati dall'élite della comunità corsa, e i due locali si alternano di volta in volta come centri nevralgici del Milieu: il Cafè Lizeux dei fratelli Vinceleoni in rue Fontaine, storico luogo d'incontro della malavita Corsa già dagli anni '20, e il Laëtitia in rue Notre-Dame-de-Lorette.

Questo secondo locale, originariamente di proprietà dei fratelli Vesperini, fu acquistato nel 1948 da Pierre Cuccuru detto Pierre Cuc, una delle più grandi figure della malavita corsa della Parigi del dopoguerra.

Pierre Cuc fu una figura unanimemente rispettata dai suoi coevi, ma questo non servì tuttavia a salvargli la vita la notte fra il 29 e il 30 luglio del 1954 quando, al bar Chiarivari, nei pressi della Madeleine, il proprietario del locale,  Robert Juan, un pied noir di Orano, lo freddò sommariamente con quattro proiettili Winchester, durante un regolamento di conti, in seguito a una non chiarissima vicenda di estorsione.

L'Epopea del Bar Laëtitia a Pigalle.

Il bar Laëtitia venne allora rilevato dai due fratelli Panzani, originari di Nizza, che svolgevano il ruolo di giudici di pace e godevano di ottima fama.

I fratelli Panzani erano coinvolti un po' nel traffico di eroina, un po' nel gioco d’azzardo e un po' più nelle rapine.  In squadra con due lionesi, assidiu frequentatori del locale: Jean-Baptiste Fournel e Gustave Frelin. Per cinque anni, con la loro Gang, si impegnarono con particolare zelo, ad attaccare i commercianti di gioielli parigini ed altri obiettivi sensibili e redditizi.

Negli anni '70, il Laëtitia sarà l'ultima insegna corsa a sopravvivere nel quartiere, fino alla terribile sparatoria del 2 gennaio 1975, che provoca due morti e quattro feriti. Lo stesso Xavier Panzani, detto Jo, rimane gravemente ferito. Quel sanguinoso episodio segna la fine irrimediabile della Pigalle corsa.

Il Gioco d'Azzardo Esclusiva dei Baroni Corsi.

Dominio esclusivamente riservato alla comunità corsa è quello delle Case da gioco. Ve ne sono sedici a Parigi, tutte assolutamente legali e tutte altrettanto assolutamente nelle mani di un pugno di baroni corsi.

I già citati fratelli Panzani, Jean-Baptiste Andreani, Alain Peretti, i fratelli Francisci e pochi altri.

Queste attività rendono moltissimo e danno lavoro ad un intero branco di giovani provenienti da l’île de beauté (com’è comunemente detta la Corsica).

Si può facilmente immaginare quanto, l’enorme giro di denaro che circola nelle case da gioco, stuzzichi e stimoli gli appetiti di un vasto numero di loschi figuri e quanti, di conseguenza, siano stati i tentativi di entrare in quel giro da parte di altri emergenti personaggi del Milieu.

Rue de Presbourg oggi, con l'ingresso del Grand Cercle al civico 12.

Rue de Presbourg oggi, con l'ingresso del Grand Cercle al civico 12.

Lotta Senza Quartiere per il Grand Cercle.

Nel corso degli anni '60 è tutto un susseguirsi di aggressioni e sparatorie. In particolare intorno al Grand Cercle di rue de Presbourg, il più prestigioso tra i luoghi destinati al culto del gioco d’azzardo, di proprietà di Jean-Baptiste Andreani.

Lui stesso se n’è impadronito spodestando i suoi soci in affari e c'è chi non glielo ha mai perdonato.

La lotta per il Grand Cercle vedrà impegnati alcuni dei nomi maggiormente di spicco della malavita di quegli anni. Tutte figure delle quali avremo modo di raccontare più nel dettaglio in altre occasioni.

Corsi Contro Marsigliesi per il Grand Cercle.

Nel 1962, saranno i terribili marsigliesi che gravitavano attorno al bar Les Trois Canards a Pigalle, a tentare di estorcere denaro ai tenutari del Grand Cercle. Del resto, ricatto ed estorsione, sono le attività per le quali questa banda è destinata a restare famosa.

In un primo tempo, i marsigliesi, dipingono la facciata, al civico 12 di rue de Presbourg, a suon di mitragliate, poi, visti inutili i loro sforzi di intimorire il proprietario, due anni dopo, organizzano un assalto e si portano via la cassa della serata.

Nel frattempo, nell'aprile 1963, Jean-Baptiste Andreani viene ferito da un colpo di pistola. Gira voce che il responsabile sia Jacques Imbert detto Jacky le Mat, futuro allenatore del Marsiglia e personaggio molto vicino alla banda del Trois Canards, ma sono solo voci e tali rimangono.

Cadaveri eccellenti per il Grand Cercle.

A tentare di farsi largo nel giro delle sale da gioco e più in particolare del Grand Cercle, sarà un’altra importante figura del bel mondo marsigliese, molto vicina anch'essa all’ambiente del Trois Canards:  l'ex commissario Robert Blémant.

Personaggio complesso e anche un tantino avvolto nel mistero, Robert Blémant è un ex poliziotto, legato al mondo dei Servizi segreti, divenuto, dopo il pensionamento, delinquente a tempo pieno.

Nonostante la vasta esperienza in materia di intrighi e omicidi, o forse proprio a causa di quella, Blémant decide di tentare il colpo nel momento in cui Andreani è messo sotto pressione dal potente clan marsigliese dei Fratelli Guérini, intenzionati anch’essi ad estrometterlo dal giro e, se necessario, anche dall’esistenza in vita.

Blémant in questa occasione ha però sbagliato i conti. I Guérini non sono disposti ad avere concorrenti e, senza troppo riguardo alla sua prestigiosa carriera, gli fanno la pelle il 4 maggio del 1965, mitragliando la sua auto su una strada nei pressi di Marsiglia.

Da notare come tutti i partecipanti all'agguato, costato la vita a Blémant, cadranno a loro volta e uno dopo l’altro.

Nessuno escluso. Persino il potente Antoine Guérini, il 23 giugno 1967, e suo nipote René-Antoine Mondoloni, nel 1969, che ferito in un primo tempo, viene accoltellato a morte nella sua stanza d’ospedale a Cavaillon.
Una vendetta il cui braccio armato non è altro che il Marsigliese Tany Zampa, amico personale di Blémant e personaggio, allora, in piena ascesa.

La Guerra Fratricida del Grand Cercle.

Se a Marsiglia si piange, nemmeno a Parigi si ride più di tanto. Più o meno nello stesso periodo è in corso anche lì un’altra guerra di gang. Contrapposti Jean-Baptiste Andreani e Marcel Francisci entrambi nativi della Corsica.

Lotta interna all’ambiente, dunque, e lotta senza quartiere, con una mezza dozzina di uomini caduti, da una parte e dall'altra, in Corsica come nella capitale.

Per tutto l’anno 1968 è un susseguirsi di attentati reciproci, poi, improvvisamente, i due mortali nemici seppelliscono l’ascia di guerra.
Cosa è accaduto?

L'Ira Funesta del Ministro Marcellin.

Molto semplice. L'allora ministro degli Interni Raymond Marcellin, impegnatissimo a sedare i tumulti del Maggio Francese, non vuole altri disordini, né in città né altrove e lancia un messaggio molto chiaro alle gangs coinvolte nella guerra fratricida.
La polizia irrompe senza riguardo nelle case da gioco spaventando i clienti e scoprendo i nascondigli di armi e munizioni. Ai due nemici, Andreani e Francisci, viene interdetto l’accesso in qualsiasi luogo dedicato al gioco d’azzardo, pregiudicando grandemente la loro posizione.
L’interdizione verrà sospesa l’anno successivo, dopo che delicate negoziazioni fra le parti in causa, avranno posto fine a quel conflitto così ingombrante.

Nuovi Scomodi Compagni di Viaggio.

In questa guerra per il controllo delle case da gioco parigine Marcel Francisci non ha esitato ad allearsi con i terribili fratelli Zemour, ebrei pied noir di Sétif arrivati ​​dieci anni prima a Parigi dall'Algeria.

Perché se nel corso degli anni Sessanta la comunità dei delinquenti corsi declina, quella degli ebrei del Nord Africa vive un’autentica seconda giovinezza.


 

La storia della distribuzione etnica delle bande del Milieu parigino non è certo finita qui e ne riparliamo in un prossimo post.

Nel frattempo, se non l'hai già fatto: leggi il post precedente sulla Malavita parigina anni '60.

Per rivivere al meglio quelle magiche atmosfere: il grande Cinema Polar degli anni d'oro!

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