L'aria di Parigi

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Parigi attraverso storie, libri, luoghi, cultura, ricette, curiosità e tanto altro.


Storia della Parigi Nera del Milieu anni '60

Pubblicato da Fulvio Nolli su 25 Novembre 2023, 17:51pm

Tags: #Parigi anni 60, #Malavita Francese

La Malavita Parigina negli anni '60.
Lino Ventura, grande interprete di tanti polar ispirati al Milieu parigino.

Lino Ventura, grande interprete di tanti polar ispirati al Milieu parigino.

I leggendari anni '60 del Crimine Parigino.

Gli anni '60 rappresentano l'ultima leggendaria decade dell'antico "Milieu" parigino. Sono anche gli ultimi anni che vedono Parigi come capitale francese del crimine; la città della luce ancora attrae i malviventi da tutto la Francia, prima che la malavita parigina si disperda nella periferia e i gangster provinciali riaffermino la loro presenza nelle rispettive regioni.

La Parigi criminale degli anni '60, rappresenta appieno gli splendidi anni dell'antico "Milieu" e, al tempo stesso, ne prefigura il crepuscolo.

Intorno alla metà degli anni '70 tutto cambierà nuovamente e l'antico Milieu scomparirà definitivamente. Non sarà certo la Malavita a scomparire, che quella non scompare mai.

Quello che cessa definitivamente di esistere è un modello di malavita che possedeva certi aspetti folkloristici, regole e rituali magari pittoreschi o addirittura leggendari, ma, ricordiamolo sempre, era in realtà molto lontano dall'idealizzazione che alcuni vorrebbero attribuirgli.

Idealizzazione cui hanno contribuito tantissimi romanzi e film di grande successo. Per questo abbiamo scelto come immagine un Lino Ventura, che di quel cinema fu uno dei massimi esponenti, con il tipico "trench" e pistola alla mano.

Addio alla Malavita della Belle Époque.

I primi grandi cambiamenti all'interno del Milieu parigino avvengono all'inizio del "Secolo breve".

È esattamente negli anni '20 del '900 che inizia a delinearsi il grande cambiamento del Milieu parigino. Non poteva essere diversamente perché tutta la città è attraversata da enormi cambiamenti: l'Europa intera lo è.

La malavita del XIX secolo e quella della Belle Époque, non mancava certo di ferocia e spaventava il cittadino borghese proprio perché appariva come qualcosa di "diverso" e pericoloso. Quei teppisti con il berretto calato sugli occhi che risolvevano i loro conti a colpi di coltello, mazza o "browning" erano i reietti della società, un corpo estraneo da estirpare.

Una fauna losca proveniente dai "fortifs" e dai i "quartieri riservati", interamente dedicati alla prostituzione, fatto di avventurieri pittoreschi e senza scrupoli che si facevano le ossa a Parigi ed in seguito, se non morivano ammazzati o al Bagno penale, andavano a fare i protettori in Sud America, nelle colonie, in Egitto, a Londra o altrove: ovunque valesse la pena.

Un Milieu, anche questo, in qualche modo idealizzato da scrittori di fama, come Pierre Mac Orlane o Francis Carco, e da pellicole cinematografiche come Coeur de lilas.

Tutto un mondo destinato a trasformarsi radicalmente dopo il Primo conflitto mondiale.

Dopo la Grande Guerra cambia tutto anche nel Milieu.

Questo modello di malavita scompare, gradualmente, dopo la Prima Guerra Mondiale.

Più corretto è dire che si trasforma, facendo spazio al nuovo "Milieu", influenzato, come del resto l'intera società europea, da mode provenienti da oltre oceano.

Compaiono così, anche a Parigi, nuovi gangster con cappelli a falda larga, abiti gessati e scarpe bicolore, ispirati ai grandi film americani degli anni '30.

Cambiano anche le modalità d'azione e, per esempio, gli omicidi ora sono commessi con arma da fuoco piuttosto che corpo a corpo a lama fredda.

Compaiono le prime connessioni politiche che, ovviamente, facilitano il lavoro, compaiono le rutilanti auto americane, le rapine si fanno sempre più violente e frequenti, mentre traffici di ogni genere esplodono letteralmente.

Parigi esercita sui protagonisti di questa nuova delinquenza un magnetismo che spinge sempre più la provincia verso la capitale.

Questo è il nuovo "Milieu", destinato anch'esso, a suo tempo, ad essere definito "antico" e a scomparire, ma che, per cinquant'anni costituirà il mondo della criminalità organizzata francese.

Con la Seconda Guerra Mondiale il salto di qualità.

Se, dopo la Prima guerra mondiale, il mondo della malavita parigina è mutato radicalmente, è solo dopo la Seconda che, potremmo dire, raggiunge la "maggiore età".

L'occupazione tedesca di Parigi e della Francia permette a molti personaggi, diversamente destinati a restare poco più che teppisti, di ingrassare senza scrupoli.

Altri malavitosi che scelgono, al contrario, la Resistenza, stringono amicizie che in seguito apriranno loro molte porte. La guerra, con il suo marasma, attira nel "Milieu" anche persone non necessariamente destinate ad esservi coinvolte; gente caduta un po' per caso nel traffico o lasciatesi coinvolgere in rapine, rese più facili dal caos circostante, da una certa assuefazione alla violenza e dalle numerose armi in circolazione dopo la Liberazione.

Il "mitan" (il milieu in termine gergale) non è più appannaggio solo dei figli della miseria, ma persone di orizzonti più vari si avvicinano ad esso. Circola molto più denaro, le classi sociali si mescolano più facilmente mentre le antiche galere, le colonie penali e i "Bat' d'Af'" (Battaglioni d'Africa) che erano vere e proprie scuole del crimine e culla di una certa cultura, scompaiono.

Discrezione è la nuova Legge della Parigi Nera.

Dopo gli anni '50, progressivamente, le tendenze della moda diventano meno sfarzose, meno da nuovo ricco, con una maggiore propensione alla discrezione e un'eleganza versatile. La delinquenza prende sempre più a confondersi con l'uomo della strada: a divenire, opportunisticamente, più invisibile.

Insomma, a qualcuno può sembrare che "il Milieu è morto", tuttavia, si tratta ancora una volta di semplici trasformazioni, di adattamenti alla società, poiché il crimine organizzato del dopoguerra si inserisce perfettamente nella linea di quello emerso negli anni '20.

È lo stesso mondo, feroce, opportunista e senza scrupoli, nonostante le sue tante evoluzioni. E il suo centro nevralgico è, ovviamente ancora Parigi perché lì è un po' il centro del Mondo.

Anche le città della Costa Azzurra, Lione, Marsiglia e persino Nantes non sono da meno e non mancano di malfattori, ma è la capitale francese che attira di più.

Ladri, Teppisti e rapinatori si ritrovano a Parigi.

Ladri, teppisti, rapinatori, protettori, trafficanti, gestori di locali notturni, estorsori, truffatori, ricettatori, giocatori, falsari e chi più ne ha più ne metta. Le attività non mancano nel "Milieu".

Il furto continua ad essere redditizio, certo, ma lo è quasi esclusivamente per i più esperti: abili scalatori, talentuosi manipolatori di lancia termica, scassinatori di casseforti, intelligenti truffatori.

L'altra categoria di ladri, la casta superiore nella gerarchia criminale, è quella dei rapinatori, famosa per il coraggio, la fedeltà e la mentalità. Tuttavia, le rapine stanno perdendo slancio negli anni '60 e diventano quasi fantomatiche nella seconda metà del decennio, prima di vivere un nuovo boom dopo il '71.

La Malavita si adatta al nuovo corso.

I traffici di ogni genere, fiorenti dopo il 1945 e negli anni '50, subiscono anch'essi una decelerazione con la decolonizzazione che mette un freno a certi affari. Non scompaiono, ma perdono di mordente attività come il contrabbando di sigarette attraverso i porti del Marocco, il traffico di oro e oppio in Indocina, la tratta delle bianche. Molto più allettante diviene il traffico dell'eroina diretto verso gli Stati Uniti che prende in fretta il sopravvento, soprattutto dopo il 1965.

Se le principali basi di quella che allora viene chiamata la "French Connection" si trovano nel sud-est, alcuni malviventi di Parigi partecipano attivamente, più come finanziatori che come organizzatori, o si inseriscono nel business durante le fasi operative all'estero.

Nella capitale, il principale "centro affari" di questo traffico non è altro che il famoso caffè-ristorante "Le Fouquet's" sugli Champs-Élysées, gestito dal magnate dei gioco d'azzardo Marcel Francisci, dove si svolgono le trattative tra trafficanti e le sedute di finanziamento.

I Grandi Tenancier nel Milieu degli Anni '60.

Ma la vera fonte di reddito del "Milieu" di quell'epoca è la prostituzione. Nulla di veramente nuovo rispetto ai periodi precedenti, ma con un impulso particolare, in quel momento storico.

Nel 1960 accade che la prostituzione si liberalizza, le ragazze non sono più registrate come in passato, finiti gli orari imposti per esercitare la professione, finiti i dossier sanitari e sociali, finite le visite mediche obbligatorie. Si stima che fossero almeno 15.000 le prostitute a Parigi, distribuite nei 300-400 bordelli della capitale: ora, queste donne, potenzialmente sono per strada e rappresentano un potenziale di reddito incredibile per la malavita.
Lo sfruttamento della prostituzione, che un tempo era riservato a protettori specializzati che si occupavano solo di quello, e che spesso erano disprezzati dai veri delinquenti, o i "mediatori", che guadagnavano un extra in questo modo, diventa la norma nel "Milieu", con anche rapinatori, teppisti e altri trafficanti che si mettono in gioco: non sei nessuno se non hai ragazze che "battono" per te. 

Nascono così, e proliferano rapidamente i cosiddetti "Hôtels de passe", sorta di alberghi ad ore, ma, praticamente, bordelli semi clandestini.

Sono le stesse ragazze a cercare, spesso, la protezione di rispettati malavitosi che possono garantire loro buone posizioni nella capitale, poiché la reputazione dell'uomo con cui sono "sposate" determina l'albergo in cui lavoreranno.

Hôtels de Passe e la Gerarchia Geografica della Prostituzione.

Si stabilisce, quasi automaticamente, una vera e propria gerarchia geografica della prostituzione.

Al livello più basso, le cosiddette "maisons d'abattage" (letteralmente mattatoi). Sordidi bordelli situati, per lo più, nei quartieri arabi di La Chapelle o di Barbès.

Al livello più alto, gli Hôtels de passe della Madeleine e delle strade adiacenti alla Rue Saint-Denis: Rue Blondel, Rue des Lombards, Rue Sainte-Apolline e alcune altre.

Questi ultimi sono territori esclusivi, riservati alle donne "sposate" con i grandi malavitosi: le cosiddette "Brigitte Bardot" della prostituzione.

Come vediamo è ancora il Cinema a dettare i canoni della moda del momento.

La Rue Saint-Denis stessa viene gradualmente invasa da questi nuovi templi del piacere mercenario, contando, al culmine, quasi un hotel ogni cinquanta metri su quasi un chilometro di lunghezza.

Il fenomeno si estende anche altrove in città, seppur in misura minore, come nei quartieri di Les Halles o la Butte Montmartre.

Gli Intoccabili Grandi Tenancier nel Milieu degli Anni '60.

La prostituzione parigina ruota quindi attorno agli Hôtels de passe, oggetto di tutte le brame. Questi ambienti sono spesso nelle mani di malfattori di rilievo, che ne affidano la gestione a uomini di fiducia, o sono gestiti da locandieri che si affidano ai grossi calibri per ottenere protezione ed evitare guai.

Alcuni di questi personaggi si trovano alla testa di veri imperi "alberghieri" e muovono milioni. È il caso, ad esempio, dell'algerino Jimmy Mignon, a Barbès, o di Fernand Bernard, noto come Louis d'Auteuil, che ha saputo attirare la protezione dei "beaux mecs" (protettori di livello) della periferia sud.

Un trio si distingue in particolare tra i Grandi Tenutari di quegli anni, quello degli "Auvergnats". Sono tre ed hanno intorno ai quarant'anni, Edouard Ternier, detto "il Camionneur", il grande Gaston Goslin e Patrick l'Armeno

Tre piccoli protettori di Montparnasse che hanno avuto la fortuna, all'inizio degli anni '60, di "ereditare" gli alberghi a ore da due personaggi noti come "père e mère Millot".

I tre pensano in grande, ma sanno che tentare da soli la scalata a quel mondo è assai pericoloso. Astutamente riescono a muoversi con abilità nell'ambiente e, appoggiandosi, volta per volta, alle principali organizzazioni operanti, si trasformano presto in autentici Grand Tenancier: intoccabili nel Milieu.

Le loro "case", così come quelle che acquisiranno in seguito, diventeranno tra le più prestigiose di Parigi.

Il Lato Oscuro di Parigi: Intrighi, Vendette e Protettori.

Accennavamo, in precedenza, al pericolo, piuttosto serio, cui andava incontro colui che avesse voluto inserirsi negli "affari" del Milieu, senza aver trattato con i protagonisti già affermati di quel mondo la sua posizione.

La storia del "Grand Alain" è significativa a questo proposito: trovandosi in conflitto con un piccolo truffatore parigino, il Grand Alain, non accetta la mediazione di uno degli Auvergnats, Gaston Goslin, che nel Milieu svolge spesso il ruolo di "paciere".

Il Grand Alain crede di poter bastare a sestesso e non sopporta che vi sia chi si immischi nei suoi affari.

Per far comprendere meglio questo concetto decide di spiegarlo personalmente a Gaston Goslin, durante un incontro faccia a faccia, puntandogli una pistola alla tempia e derubandolo, in sovrappiù, nel frattempo.

La caccia all'uomo è scatta immediatamente in tutta la capitale. Al Grand Alain non resta che scomparire, ma non è facile anche in una città grande come Parigi, quando a cercarti è tutta la malavita.

Finirà in trappola alcuni giorni dopo. Un capo banda, Marcel des Halles, gli offre una possibile via d'uscita dandogli appuntamento al Celesto, un bar di Rue Beaubourg, per trattare la pace.

In realtà è un inganno: trenta protettori armati lo stavano aspettando per risolvere definitivamente la questione.

Estorsioni e Racket: Moneta Corrente nei Quartieri Notturni di Parigi.

Non bisogna pensare al Milieu come ad una sorta di organizzazione di mutuo soccorso: non lo è mai stato. La lotta e la competizione sono all'ordine del giorno ed, in particolare, i piccoli proprietari di hotel non sono mai completamente al sicuro: in particolare dalle estorsioni, che sono moneta comune nel Milieu.

Non si tratta di estorsioni alla maniera americana, dove interi quartieri sono sottoposti al tributo di una gang, ma piuttosto di opportunità sfruttate a seguito di un errore o di una debolezza.

Si estorce denaro a chi ha cercato di portarti via una donna, a chi non ha aiutato un amico, al proprietario del bar che ha parlato male, all'uomo che ha sbagliato in un qualche modo: tutto può divenire un pretesto per estorcere soldi ad un altro garantendogli di sistemare le cose.

Specialisti rimasti famosi per questo tipo di taglieggiamenti furono un gruppetto di marsigliesi la cui banda prese il nome dal locale dove sono usi ritrovarsi fra loro: Les Trois Canards, al 48 rue de la Rochefoucauld. Praticamente Place Pigalle!

Regolare di Conti nel Milieu: ci pensano i 'Juges de Paix'.

Le storie di estorsioni, così come gli intrighi fra protettori, sono spesso all'origine di veri e propri regolamenti di conti che punteggiano periodicamente la vita del Milieu.

Gli scontri a fuoco e le vendette sono, alla lunga, dannosi per gli affari ed attirano l'attenzione di giornalisti e polizia. Per cercare di ridurre al minimo i contenziosi, alcune figure di spicco del Milieu si offrono come intermediari e sono subito ribattezzati: Juges de Paix, in italiano "giudici di pace".

Spesso si tratta di ex malviventi dalla lunga carriera che godono di un particolare prestigio e del massimo rispetto nell'ambiente malavitoso.

Uomini che hanno dimostrato la loro competenza e, quel rispetto se lo sono guadagnato.

Grazie alla loro mediazione si organizzano incontri, fra le parti coinvolte, dove ognuno può esporre le rispettive ragioni.

In realtà non si tratta certo di un vero e proprio esercizio di giustizia, sarebbe eccessivo anche solo pensarlo. Molto spesso è semplicemente il più forte ad avere l'ultima parola.

Negli anni '60 emergono diverse figure legate a questo ruolo di Juges de Paix.

Fra i corsi, in particolare, i fratelli Panzani che operavano dal bar Laëtitia a Pigalle, così come il Grand Gaston, che abbiamo già incontrato, e Jo Attia al Gavroche, bar-cabaret degli Abbesses sulla Butte Montmartre, o ancora André Stora e Sion Atlan tra gli ebrei algerini del Faubourg Montmartre.

Proprio la morte, misteriosa e violenta, del rispettato Sion Atlan darà l'avvio alla scalata al potere dei famigerati fratelli Zemour, all'inizio degli anni '60 del novecento.

 

Il racconto delle vicende del Milieu parigino continua...a breve.

L'immagine proviene da un post (in inglese) dedicato al grande Lino Ventura, che trovi al link sottostante:

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