Gajto Gazdanov, nato Georgij Ivanovič Gazdanov, è stato uno scrittore russo di origine osseta, nato il 6 dicembre 1903 a San Pietroburgo e morto il 5 dicembre 1971 a Monaco di Baviera.
Gazdanov è noto per il suo contributo alla letteratura dell'emigrazione russa, caratterizzata da uno stile unico e una visione profondamente filosofica della vita.
Infanzia e Giovinezza di Gajto Gazdanov.
Gajto Gazdanov nacque in una famiglia di discendenza osseta. Suo padre era un ingegnere ferroviario e la famiglia si trasferì spesso a causa del lavoro del padre. Dopo la Rivoluzione d'Ottobre del 1917, Gazdanov, ancora adolescente, si unì all'Armata Bianca durante la Guerra Civile Russa.
Nel 1920, dopo la sconfitta delle forze bianche, emigrò in Francia.
Vita in Francia di Gajto Gazdanov.
Arrivato a Parigi, Gazdanov lavorò in vari mestieri per mantenersi, tra cui facchino, meccanico e tassista notturno. Nonostante le difficoltà economiche, riuscì a completare gli studi presso la Sorbona.
L'esperienza di tassista, che svolse per molti anni, influenzò profondamente la sua scrittura, fornendogli una prospettiva unica sulla vita notturna parigina e la condizione umana.
La Carriera Letteraria di Gajto Gazdanov.
Il suo primo romanzo, "Anche a mezzanotte il sole" ("Вечер у Клэр"), pubblicato nel 1930, ricevette elogi dalla critica e lo pose all'attenzione della scena letteraria dell'emigrazione russa. Le sue opere spesso esplorano temi di alienazione, memoria e identità, con uno stile che combina il realismo con elementi surreali e onirici.
Gazdanov continuò a scrivere romanzi, racconti e saggi, tra cui "Il ritorno del Buddha" ("Возвращение Будды", 1949), "Notte strana" ("Призрак Александра Вольфа", 1948) e "Il volo" ("Полёт", 1939).
La sua prosa è caratterizzata da una profonda introspezione psicologica e un'atmosfera melanconica, spesso paragonata a quella di Marcel Proust.
Gajto Gazdanov Dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Gazdanov entrò nella Resistenza francese. Dopo la guerra, continuò la sua attività letteraria e giornalistica.
Negli anni '50 e '60, divenne anche una voce importante per la stazione radio "Svoboda" (Radio Liberty), dove lavorò come redattore e commentatore.
Ultimi Anni di Gajto Gazdanov e Morte.
Nel 1953, Gazdanov si trasferì a Monaco di Baviera, dove visse fino alla sua morte nel 1971. Continuò a scrivere fino agli ultimi anni della sua vita, sebbene molte delle sue opere rimasero inedite fino a dopo la sua morte. Gazdanov morì il 5 dicembre 1971 e fu sepolto a Parigi nel Cimitero russo ortodosso di Nostra Signora dell'Assunzione.
L'Eredità di Gajto Gazdanov.
Gajto Gazdanov è considerato uno degli scrittori più significativi della diaspora russa. Le sue opere, inizialmente quasi dimenticate, hanno conosciuto una riscoperta a partire dagli anni '90, con nuove edizioni e traduzioni che hanno portato il suo lavoro all'attenzione di un pubblico più ampio.
La sua scrittura continua a essere apprezzata per la profondità filosofica, la ricchezza stilistica e la capacità di catturare la complessità dell'esperienza umana.
Articolo del Manifesto in occasione della ripubblicazione di "Ritrovarsi a Parigi" nel 2016.
I Libri di Gajto Gazdanov.
Un tassista russo vaga per le strade buie della Parigi degli anni Trenta. E una Parigi misera e splendida, popolata da un sottobosco di personaggi ai margini: nobili decaduti, filosofi alcolizzati, emigrati afflitti da manie di persecuzione, prostitute che imparano la professione da frequentatrici del demi-monde finite in disgrazia.
Sono animali notturni, le mille sfaccettature della disperazione umana. Incontri fugaci regolati dal caso, compagni di viaggio con cui condividere un pezzo di strada nell'inevitabile cammino verso la morte.
Il tassista osserva, ascolta e si lascia trascinare nelle loro tragiche, insulse esistenze per sfuggire alla solitudine che lo attanaglia e all'amara consapevolezza della vacuità della propria vita, una vita priva di legami e di futuro, una vita da esule, da eterno viaggiatore in terra straniera. Sullo sfondo di questo pellegrinaggio senza meta aleggia lo spettro della grande Russia, patria perduta e rimpianta, della quale in queste pagine si respira tutto il fascino malinconico.
Dopo la morte della madre, Pierre Fauré lascia Parigi per trascorrere il mese d'agosto in Provenza da François, un vecchio amico ritrovato per caso. L'incontro con la foresta, i suoi sentieri, la sua luce, la sua immutabilità e il suo silenzio fa intuire a Pierre - un uomo semplice, contabile di una piccola impresa - l'esistenza di un regno insospettato dove il tempo, lo spazio e le sensazioni sembrano essersi immobilizzati in bilico fra sogno e realtà.
Ma c'è un altro incontro ad attenderlo: è Marie, che un giorno appare sulla soglia della stanza che lo ospita, un "povero animale malato" che François ha trovato sul ciglio della strada nell'estate del 1940 e ha salvato dall'internamento in manicomio. È lei a innescare in Pierre un moto di rivolta per l'inutilità della propria vita. Contro il parere di tutti decide di portarla con sé a Parigi, dove per mesi si ostina a cercare di far uscire la giovane donna dal limbo dell'inconsapevolezza e dell'oblio nel quale è sprofondata. Solo un miracolo potrebbe salvarla.
E così accade: grazie alla dedizione e alla pazienza di Pierre, Marie riuscirà a ritrovare la sua umanità, la sua memoria, il suo passato. E a uscire dall'oblio saranno in due: Pierre scoprirà il senso della vita e deciderà di ricominciare, salvato dal suo stesso miracolo.
Sud della Russia. In un afoso giorno nel pieno della guerra civile, un sedicenne volontario della Guardia bianca si imbatte in un soldato nemico. Sparano entrambi, ma il ragazzo ha la meglio e fugge sul cavallo della sua vittima. Molti anni più tardi, a Parigi, divenuto ormai un giornalista affermato, legge un racconto che narra proprio la vicenda che non ha mai smesso di tormentarlo. Il suo avversario di un tempo non è morto, è uno scrittore e vive a Londra...
Parigi, anni '30 del XX secolo. Un milionario viene ucciso. La statuetta dorata di un Budda scompare. Un giovane studente russo, squattrinato e afflitto da vertiginose allucinazioni, è arrestato e accusato di omicidio.
Snodandosi tra la livida e fervida immaginazione del protagonista e i vicoli bui dei bassifondi parigini popolati di disperati, il libro è in parte un racconto poliziesco, in parte un thriller filosofico e in parte una storia d'amore. Un romanzo dallo stile ipnotico, una riflessione vivida e feroce sugli strappi dell'esilio e gli inganni della realtà.
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