Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

L'aria di Parigi

L'aria di Parigi

La Parigi di Simenon e Maigret, del Cinema, dei Bistrot, delle Canzoni, della Malavita.


Parigi anni 60 Jazz e Striptease

Pubblicato da Fulvio Nolli su 2 Agosto 2023, 00:51am

Tags: #Jazz a Parigi, #Musica_Cinema_Fotografia, #Parigi è sempre Parigi

Parigi anni ’60, jazz e striptease.

Parigi anni ’60, jazz e striptease.

Parigi anni 60 jazz e striptease: arrivano gli americani!

Parigi, a partire dagli anni 50 del novecento, vide affluire nelle sue strade innumerevoli artisti americani. Era accaduto un po' lo stesso dopo il primo conflitto mondiale.

Allora erano, soprattutto, scrittori e pittori. Negli anni 50 e 60 una nuova ondata di artisti made in USA si riversò sulla capitale francese. Scrittori, ma anche musicisti.

Vi erano poeti come Allen Ginsberg, Peter Orlovsky e Gregory Corso, scrittori come William Burrohugs e Brion Gysin; moltissimi erano anche i musicisti jazz. Il batterista Kenny Clarke, o il mitico pianista Bud Powell e poi, solo per citarne alcuni, Jimmy Woode e Francy Boland.

Gli anni delle Cave a Parigi.

Sono gli anni delle "Cave": le cantine. Locali in cui gruppi musicali d'avanguardia si esibiscono per tutta la notte. Alcuni di questi gruppi sono, o diverranno, assai famosi.
Famosi come i locali notturni che li hanno ospitati in strepitose quanto convulse serate.
Locali come Le Caméléon, il Tabou, Le Chat qui pêche, il Caveau de la Huchette, il Blue Note o il Club Saint Germain, divennero presto altrettanti templi di questa musica che, seppur non nuova, iniziava, veramente, solo in quegli anni a diffondersi in Europa.

Il batterista Kenny Clarke.

Il batterista Kenny Clarke.

Sono gli anni d'oro del Quartiere Latino, di St-Germain e di Montparnasse.
Il diffondersi di un certo benessere economico aiuta ad aumentare il pubblico sia di turisti che di parigini. Così alle "balere da due soldi" lungo la Senna, si sostituiscono dancing e striptease. In particolare, e non poteva essere diversamente, a Montmartre e a Montparnasse.
Locali con i nomi stravaganti di sempre: "Boule Blanche", "Sfinx", "La Villa", "Venus", "Jockey", "Boule Noire", "Narcisse". Animati più che mai da una musica assordante, assai spesso di qualità, e da giovani donne che danzano sempre meno e si spogliano sempre di più.

Le folli notti del jazz a Parigi.

Le folli notti del jazz a Parigi.

Giovanni Bruzzi che negli anni 60 viveva a Parigi cercando di emergere come pittore e che poi diverrà molto più noto come biscazziere, racconta della Parigi di allora:

Al bar "Monaco", posto vicino al mio studio a Carrefour Odeon, frequentato prevalentemente da americani, all'inizio di maggio del 1960 conobbi il chitarrista jazz Jimmy Gourley (bianco), che suonava nel complesso del batterista negro Kenny Clarke al night club "Blue Note" (Rue d'Artois, agli Champs-Elysées) con al pianoforte il mitico Bud Powell, star indiscussa del be-bop, il jazz negro di New York. La musica jazz, a quel tempo, mi intrigava moltissimo tanto da aver eseguito nel 1956-1957 importanti quadri sui suonatori jazz (unico in Italia!), quindi anche a Parigi avevo frequentato i locali notturni con musica jazz del Quartiere Latino...

Ancora Bruzzi ci descrive molto bene l'ambiente e l'atmosfera di quelle notti e delle Cave:

Con Bud Powell, ormai irrimediabilmente partito per la tangente (alcol e droga), non ci fu possibilità di dialogo, mentre Kenny Clarke, uomo estremamente colto e intelligente, mi prese subito a ben volere e dimostrò grande ammirazione per le foto dei miei precedenti quadri sul jazz. Un sabato sera, ritornato al "Blue Note", vi trovai una gran ressa e perciò mi fermai al bancone del bar vicino all'ingresso non essendoci posto ai tavoli, ma Kenny Clarke mi vide e mi fece cenno con la mano di andare da lui (l'orchestra era sistemata su di un palco all'angolo di sinistra in fondo al locale, con davanti una piccola pista da ballo con tutt'intorno i tavoli per il pubblico) e, quando lo raggiunsi, mi invitò a sedermi su di una panchetta, appoggiata al muro, proprio dietro la sua batteria...

Sembra la Parigi descritta da Simenon nei suo romanzi Maigret au Picratt's del 1950 (ne verrà tratto un film nel '67, Maigret a Pigalle) e La colère de Maigret del 1962.
Rue Pigalle è il titolo di un altro romanzo dedicato a Maigret e sempre ambientato nel giro dei locali notturni. Simenon lo scrive, però, nel 1936, segno che, a Parigi, quello che poteva sembrare una novità per i turisti degli anni 60, in realtà, esisteva già da un bel pezzo.

Jazz e striptease a Parigi.

Jazz e striptease a Parigi.

A Parigi nasce lo Striptease moderno.

Non dobbiamo dimenticare che lo Striptease moderno nasce proprio a Parigi in quella mitica sera del 3 marzo 1894 in cui Blanche Cavelli si esibì sul palco del celebre cabaret parigino Le Divan Japonais. Così come non dobbiamo dimenticare che Parigi è stata per tutto il "secolo breve", il riferimento culturale dell'intera Europa. Non solo per la cultura "alta, ma forse ancor di più, per i costumi e lo spettacolo. A Parigi inizia il mito della "Venere nera" Joséphine Baker sul finire degli anni '20 e, sempre a Parigi, negli anni '30 e '40 del novecento, fiorivano locali dove musica e trasgressione marciavano di pari passo.

Parigi capitale dello Striptease.

La capitale francese è stata il tempio mondiale dello striptease, proprio negli anni fra il '50 e il '70, con i suoi famosissimi cabaret conosciuti in tutto il mondo. Innumerevoli giovani artiste debuttano sui blasonati palcoscenici di locali come il Moulin Rouge o il Crazy Horse Saloon, ma anche su quelli più semplici o addirittura improvvisati di tante Cave e Night Club che sorgono come funghi in tutta la città.

La regina incontrastata di quelle notti è certamente l'affascinante Rita Renoir, conosciuta anche come: "La tragédienne du striptease".

Moltissime altre si incamminano però su quella strada. Soprattutto nelle Cave e nei Night Club, mentre le giovani donne si esibiscono in coreografie sempre più complesse ed intriganti, la musica che imperversa è il jazz. In particolare quel nuovo stile che si sta diffondendo in quegli anni e che vede protagonisti musicisti americani, spesso di colore, alcuni dei quali hanno fatto la storia del Jazz.

Dal film italiano Totosexy.

Il Jazz da Parigi all'Europa.

Sotto la spinta dell'invasione americana e dello stile di vita che portano con se i "liberatori", molte capitali europee, oltre Parigi, vedono nascere locali notturni dove musicisti americani, ma ben presto anche autoctoni, si esibiscono in spettacolari jam session per un pubblico sempre più entusiasta.
Locali come il "Domicicle" a Berlino, il "Ronnie Scott's" di Londra, il "Capolinea" di Milano e successivamente lo "Swing Club" di Torino.
Parigi non solo non poteva esimersi dall'essere coinvolta nel nuovo corso musicale europeo, ma era destinata a divenirne la capitale assoluta.

Le chat qui pêche
Le chat qui pêche

Negli anni 60 Parigi è da quasi un secolo la capitale della cultura e insieme quella del divertimento. Non può che divenire il punto di riferimento del Jazz europeo.

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post

Archivi blog

Social networks

Post recenti