La Parigi di Simenon e Maigret, del Cinema, dei Bistrot, delle Canzoni, della Malavita.
Primo storico spogliarello. C'é una data. C'é un luogo. Ecco i protagonisti.
La data è quella del 3 marzo 1894. Il luogo fu il Concert Lisbonne. Uno storico cafè-concert di Parigi, in rue Martyrs 75, noto anche come Le Divan Japonais.
I protagonisti assoluti dell'evento furono due: la cantante lirica ed attrice Blanche Cavelli, coraggiosa interprete dello spettacolo, e il proprietario del Cafè-Concert, Maxime Lisbonne, personaggio assai fuori dagli schemi, ribelle nell'animo e rivoluzionario nel cuore.
Quello del 3 marzo 1894 è stato il primo spogliarello della storia. La prima volta in assoluto in cui un'artista, al culmine di una esibizione innanzi a spettatori paganti, rimase (quasi) del tutto priva di qualsiasi indumento.
Lo spettacolo titolava Le Coucher d'Yvette (Yvette si corica), pantomima lirica in un atto, frutto dell'ingegno di un autore, Francisque Verdellet, e di un compositore, Eugène Arnaud, molto attivi all'epoca, ma sui quali poco o nulla si conosce.
Il 3 marzo 1894, al Café-Concert Lisbonne, precedentemente noto come Le Divan Japonais, il pubblico parigino assiste entusiasta alla prima rappresentazione di una pantomima lirica in un atto intitolata Le Coucher d’Yvette.
Interprete è l'attrice e cantante lirica Blanche Cavelli. La trama, semplicissima quanto raffinata, descrive le fasi dello spogliarsi di un personaggio femminile, prima di coricarsi nel proprio letto alla sera.
Fu veramente il primo spogliarello della storia del teatro?
C'è chi contesta questa primogenitura, poiché l'esposizione al pubblico di un corpo seminudo, procede dalle rappresentazioni artistiche del "nudo accademico", da un lato, e dalla tradizione teatrale, altrettanto datata, dei cosiddetti "tableaux vivants", dall'altro.
Tableau vivant è un'espressione francese che significa «quadro vivente» e, in arte, descrive uno o più attori o modelli che, immobili sulla scena, si presentano come in un quadro vivente.
Per tutta la durata della "visione", i protagonisti non parlano e non si muovono.
Larga diffusione ebbe questa tecnica nella preparazione di fotografie artistiche, ma anche nel teatro popolare e in quello d'avanguardia, in particolare nel corso del XIX secolo.
Cabaret e music-hall, come Les Folies Bergère ad esempio, ricorrevano molto spesso alla tecnica dei tableaux vivants, proprio per poter offrire al pubblico l'immagine di corpi seminudi sotto la forma di ricostruzione di antichi capolavori della pittura, o scene bucoliche classicheggianti e sfuggire così alla feroce censura teatrale.
Nell'autunno del 1846, uno spettacolo suscitò scalpore a Parigi. Vi partecipavano donne nude, vestite solo con body rosa e gonne di garza, che eseguivano pose chiamate tableaux vivants, con alcuni uomini a tenere insieme i gruppi.
Quello che accadde a Parigi in quella sera di marzo del 1894 è però qualcosa di unico e di molto diverso da quanto fosse mai stato proposto in precedenza.
È senza alcun dubbio il primo vero spogliarello femminile nella storia del Teatro!
Prova ne è il fatto, che dopo quella sera al Café Lisbonne e nei vent'anni successivi, nei café-concert e nei music-hall, in Francia come nel resto d'Europa, sarà tutto un fiorire di rappresentazioni teatrali dove amabili signorine, spogliandosi, si preparano a coricarsi o, in qualche caso, a svegliarsi al mattino rivestendosi.
Saranno più di trenta gli spettacoli in cartellone, soltanto nei due anni successivi. Dopo Le Coucher d'Yvette il pubblico parigino avrà modo di assistere a Le Coucher de la mariée all'Olimpia, come a Le Réveil d'une Parisienne alle Folies Bergère.
Persino il Cinema, in quegli anni ai suoi esordi, presenta al pubblico la sua prima pellicola erotica, proprio riadattando per il grande schermo, nel 1897, Le Coucher d'Yvette, per la regia di Alice Guy.
Se ancora oggi se ne parla e se ne scrive è perché quella serata parigina che inaugurò lo spogliarello ha avuto un'importanza considerevole nel costume e nella cultura contemporanea.
Quella sera si avviò un'autentica rivoluzione nel mondo dello spettacolo ed un'altra, più importante e sottile, aggiunse un tassello in più al cammino del tortuoso percorso verso l'emancipazione femminile.
Due rivoluzioni al prezzo di una, potremmo dire, perché a cambiare non fu solo un settore dello spettacolo, ma anche la percezione dell'universo femminile nella società.
Lo spogliarello rappresenta un'autentica rivoluzione nel mondo dello spettacolo. Un cambiamento così netto da essere immediatamente colto sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori.
Scrive Ariane Martinez che all'argomento ha un libro ed dedicato ampi studi:
La drammatizzazione del gesto erotico soppianta la costruzione drammatica dell'azione.
Nel genere di spettacolo tipico dei Cafè-Concerto, uno dei sensi più sollecitati, nello spettatore, è sicuramente la vista. Fin dalla nascita di questo genere, che mescola canto, recitazione e balletto, l'esibizione del corpo della donna (il pubblico allora era sostanzialmente maschile) ha rivestito un ruolo importantissimo nel successo di uno spettacolo.
Costumi di scena, gesti ammiccanti, battute a doppio o triplo senso, erano una costante, riproposta continuamente in infinite varianti.
Pensiamo solo al famosissimo Cancan del Moulin-Rouge!
Una struttura portante, la rappresentazione, doveva comunque averla. Con lo spogliarello ci si rende conto che l'atto stesso di denudarsi in pubblico assume una valenza tale da superare ogni tipo di barriera con il pubblico e, a questo punto, la "storia" che viene presentata assume veramente un'importanza relativa.
Per questo motivo la formula ebbe un tale successo e venne replicata costantemente negli anni successivi e, evolvendo ma anche involvendo su se stessa, è arrivata fino ai giorni nostri.
La pantomima lirica in un atto, Le Coucher d'Yvette, scritta da Francisque Verdellet su musica di Eugène Arnaud, e portata in scena con un certo coraggio dal'ex comunardo Maxime Lisbonne nel suo Cafè-Concert, dopo che era stata rifiutata al mitico Eden-Théâtre della rue Boudreau, nasconde in sé qualcosa di un po' più complesso di una semplice occasione per uno spogliarello.
Il personaggio portato in scena, con un certo coraggio, in quella sera del 3 marzo 1894, dall'attrice e cantante Blanche Cavelli, non è infatti una donna perduta, una cortigiana o prostituta. Quel genere di donna, insomma, dalla quale, all'epoca, ci si potevano aspettare comportamenti ed appetiti lascivi o fuori dalle comuni norme del pudore.
L'Yvette che si spoglia nella sua camera da letto è una moglie borghese come tante. Innamorata del marito e destinata a restare senza l'amato bene per i 28 giorni successivi a causa di un richiamo temporaneo al servizio militare.
È una donna che rappresenta l'essenza stessa di quell'amore coniugale socialmente riconosciuto come struttura portante della società, quella che si prepara a coricarsi nel letto gelido dov'è destinata a dormire da sola!
Oggi può apparire ridicolo, ma, in quell'epoca, è una vera rivoluzione!
Come abbiamo visto lo spogliarello del 3 marzo 1894 e tutti quelli successivi da esso derivati, vennero accolti con grande entusiasmo dal pubblico parigino come da quello europeo.
Tanto favore del pubblico non era certo dovuto ad un improvviso riconoscimento della libertà d'espressione femminile. Gli uomini guardavano con interesse "naturale" un corpo di donna decisamente meno coperto del solito.
Per le donne, quelle più impegnate, sia a livello politico che semplicemente personale, nell'affermazione della libertà femminile, il discorso era assai diverso.
Che una donna osasse mostrare in pubblico il proprio corpo, sfidando la censura ufficiale e la riprovazione dei borghesi benpensanti, appariva loro come un gesto assolutamente anti-sistema. Un atto di autentico anticonformismo. Un atto di ribellione. Rivoluzionario.
Donne come Colette, Mathilde de Morny, detta Missy, o la grande Musidora, non esitarono ad esibirsi sui palcoscenici parigini in performance destinate a dare scandalo. Il loro scopo era esattamente quello: scandalizzare e, scandalizzando, rivendicare la propria autonomia e libertà. Come donne e come artiste.
Dopo il Varietà anche il Teatro ed il Cinema hanno utilizzato la nudità dei corpi (femminili come maschili) inserendoli in scene di elevato valore artistico, dove l'essere nudi, degli attori, trascendeva totalmente la semplice ricerca dell'attenzione del pubblico.
In altri casi è stato esattamente l'opposto e l'esposizione del corpo non è mai andata oltre l'offerta di una facile occasione di voyeurismo.
Le Coucher d'Yvette era una Pantomima, un'opera teatrale quindi, che, pur non avendo, forse, particolari ambizioni artistiche, rimaneva fortemente ancorata ai canoni del teatro di varietà, dove musica, danza, canto e recitazione contribuivano ad offrire al pubblico una "drammatizzazione". Una storia con un inizio, un intermezzo e un finale.
Lo spettacolo del 3 marzo 1894, grazie ad una serie di accorgimenti scenici, che limitavano di molto la visione offerta allo spettatore, riuscì ad evitare denunce e processi per oscenità. Non poté invece evitare la censura teatrale che ne impose il fermo.
Il vulcanico Maxime Lisbonne trovò il modo di continuare a proporre il suo spettacolo ricorrendo ad un escamotage: gli spettacoli sarebbero continuati, ma in privato e vi si sarebbe potuto assistere esclusivamente su invito.
Di certo non lo immaginava, ma si stava assicurando un altro primato: l'invenzione del Boite de Nuit, il Locale Notturno.
Nei cabaret di Pigalle in 10 sensuali scatti d'epoca
A Parigi, dietro le pesanti tende di velluto dei cabaret, in un'atmosfera ovattata, si esibivano le ballerine di burlesque. Questi scatti vintage catturano l'essenza di un'epoca decadente.
https://www.ad-italia.it/article/nei-cabaret-di-pigalle-in-10-sensuali-scatti-depoca/
E i Locali Notturni avrebbero invaso il mondo intero nel giro di pochi decenni, universalmente noti come Nightclub, in tutte le lingue del mondo.
Luoghi dove la musica poteva essere di ottima qualità o scadente al massimo, ma dove lo spettacolo era essenzialmente costituito da spogliarelli sempre più spinti, al limite dell'osceno e anche oltre.
Del resto il limite stesso dell'osceno era destinato a spostarsi parecchio più in là nel corso degli anni.
In questi luoghi il corpo, femminile o maschile che fosse, veniva, e viene tuttora, esibito esclusivamente per il piacere, divertito, indifferente o perverso, del pubblico pagante. Come un oggetto qualsiasi.
A fare da contorno la musica, sempre, ma, in molti casi, anche prostituzione, droghe e gioco d'azzardo clandestino.
Su questi locali, che fioriranno fra le due guerre mondiali ed esploderanno letteralmente dopo la seconda, inevitabilmente allungherà le mani la Malavita. A Parigi come in ogni altro luogo del mondo.
Certo Blanche Cavelli e Maxime Lisbonne non potevano immaginarlo la sera che presentarono a Parigi il primo spogliarello della storia!
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