Tutti sanno chi sia Alain Delon. Il suo nome vuol dire Cinema francese, ma anche Cinema internazionale.
Alain Delon vuol dire Cinema tout court.
Eppure la sua vita non è stata solo ed esclusivamente Cinema.
C'è molto altro nella storia di quest'uomo divenuto, giovanissimo, un vero mito.
Alain Delon ultimo Leone del Cinema Francese.
Alain Delon, classe 1935, nasce il giorno 8 di novembre a Sceaux, nella regione dell'Île-de-France.
Quando inizia la sua carriera di attore, nel 1957, ha solo 22 anni, ma un considerevole vissuto alle spalle, nonostante la giovanissima età.
I primi anni della sua vita non sono stati facili. Il matrimonio dei suoi genitori naufraga quasi subito e questa esperienza segna il suo carattere.
In quei primi anni la sua vita rimane come in bilico. Potrebbe essere un vita normale, la sua, ma è proprio la cosa che il giovane Delon teme di più.
Alain Fabien Maurice Marcel Delon, questo il suo nome completo, proviene da quella “certa provincia” francese, tanto cara allo scrittore Georges Simenon, e da una tipica famiglia della piccola borghesia.
Il padre, Fabien Delon, è direttore di una sala cinematografica a Bourg-la-Reine, il cinema Le Régina.
La madre, Édith Arnold, è commessa in una farmacia.
Quando Alain viene al mondo i suoi genitori hanno, rispettivamente, 31 e 24 anni.
Sembra che la loro sia stata una storia torbida e passionale: quando si sposano lei è in attesa di un figlio, quanto desiderato non si sa.
Quel che è certo è che quel matrimonio dura davvero poco. I genitori di Alain si separano quando, lui, ha solo quattro anni e quel che è peggio, impegnati entrambi a rifarsi una vita, affidano il piccolo ad una famiglia di accoglienza.
Alain Delon avrà in seguito un fratello, Jean-François, di 11 anni più giovane, nato da un successivo matrimonio del padre, e una sorella, Paule-Edith Boulogne, nata dal secondo matrimonio della madre, avvenuto nel 1940, con Paul Boulogne, proprietario di una macelleria-salumeria a Bourg-la-Reine.
All’età di 14 anni Alain si ricongiunge alla madre. Il trauma del divorzio dei genitori e, forse ancor di più, quello dell’abbandono in una famiglia estranea, ne ha fatto un piccolo ribelle. Si atteggia a duro, fuma, la sua carriera scolastica è un disastro. Prende a lavorare come commesso nella salumeria del patrigno, ma non dura molto quell’esperienza.
In realtà, come salumiere, sembra promettere bene: è affabile e le clienti lo adorano. Essere adorato dalle donne è già parte del suo destino.
In questo periodo, Olivier Bourguignon, padre di un suo amico, realizza un brevissimo film muto nel quale Delon interpreta la parte di un ladro.
Non credo che si debba vedere in questo un'anticipazione del futuro professionale di Alain Delon: è solo una delle tante esperienze della sua adolescenza e nemmeno la più importante.
Quello stesso anno cerca di imbarcarsi per gli Stati Uniti, ma è fermato dalla polizia e riportato a casa.
L’idea di andarsene di casa deve essere comunque, ben radicata in lui, visto che a 17 anni si arruola nella Marina militare, decisamente in anticipo sulla chiamata di leva.
Alain Delon appartiene ad una generazione che, durante la guerra e l’occupazione della Francia, era troppo giovane per dover scegliere fra Resistenza o Collaborazione.
Nel 1952, quando si arruola, la guerra, per i francesi, ha il nome di Indocina.
In un primo tempo, Delon, è assegnato alla scuola militare di Pont-Réan, in Bretagna. L’anno successivo frequenta il Corso di specializzazione all’École des transmissions des Bormettes a Tolone.
Purtroppo, il suo carattere ribelle ha costantemente il sopravvento su di lui.
Vuoi per inclinazione personale, vuoi per i pochi soldi che ha in tasca, accade che lo sorprendano mentre tenta di rubare del materiale militare ed è probabile che non fosse la prima volta.
Messo di fronte alla scelta d’essere cacciato con disonore dalla Marina o firmare per altri cinque anni, il giovane sceglie la seconda e si ritrova Marinaio di Prima classe, ma con destinazione l’Arsenale di Saigon.
Dall’altra parte del mondo e in piena guerra.
Anche nel torrido calore asiatico le sue intemperanze non cessano e sono più i giorni che passa in prigione che quelli in cui è di servizio. Poi, un bel giorno, decide di rubare una jeep militare e di farci un giretto, scorrazzando per le vie fangose della campagna vietnamita. La jeep finisce in un canale e lui, questa volta, viene espulso dalla Marina.
C'è chi sostiene, compreso Delon stesso, che da questa sua esperienza militare, il futuro divo del cinema francese, abbia appreso alcune cose che poi sarebbero rimaste sempre con lui: il senso dell'onore, l'amore per la bandiera francese, la passione per le armi ed il culto per l'attore Jean Gabin.
Sembra che proprio a Saigon, Alain Delon, abbia avuto modo di vedere una proiezione del film di Jacques Becker, Touchez pas au grisbi, interpretato dal mitico attore francese.
Alain Delon ritorna quindi in Francia nel 1956, ma non ha alcuna intenzione di rientrare in famiglia, a Bourg-la-Reine. Decide di trasferirsi a Parigi e di tentare la sorte solo soletto.
Alain Delon a Pigalle con la Malavita.
Vuoi per mancanza di denaro o perché si sente particolarmente predestinato a divenire un delinquente, sta di fatto che trova alloggio nel quartiere di Pigalle che, in quegli anni, della delinquenza è la capitale.
Si stabilisce all’Hotel Regina, 94 boulevard de Rochechouart, dove divide la stanza con un nuovo “amico” un certo Carlos, omosessuale e gigolo.
In questo periodo tira a campare accettando qualsiasi lavoro: da cameriere nei bar a scaricatore alle Halles. L’ambiente della malavita lo attira con le sue intriganti leggende di onore, fedeltà e coraggio.
Delon piace alle donne. Bello come pochi e dotato di un fascino personale considerevole, viene preso subito sotto l’ala protettrice di numerose ragazze che esercitano il mestiere a Pigalle. Ve n’è più d'una che sarebbe dispostissima a lavorare per lui e, a Parigi, quella del magnaccia è l’attività basilare per qualsiasi delinquente che si rispetti.
Quando non lavora frequenta la place Pigalle, luogo di lavoro abituale delle sue beniamine e, pochi minuti a piedi da questa, la rue de La Rochefoucauld, dove al civico 48 apre i battenti il tristemente noto bar Les Trois Canards, covo di malavitosi tra i più feroci della città.
Alain Delon al Bar Les Trois Canards.
Il bar Les Trois Canards nasce nel 1945 ad opera di un chitarrista gitano appassionato di Jazz: Pierre « Baro » Ferret.
Musicista di talento, spesso duetta con l’altro “grande” del suo tempo, Django Reinhard, jazzista appassionato dello stile di improvvisazione tipicamente gitano.
Pierre « Baro » Ferret apre il suo bar, appunto, nel 1945, probabilmente grazie ai lauti guadagni della sua attività di contrabbando al mercato nero durante l’occupazione. Il locale si chiama Le Baro Bar.
Nel 1951, il chitarrista si è, forse, stancato di gestire il suo bar, oppure riceve una di quelle proposte che non si possono rifiutare: chissà. Sta di fatto che cede il locale a tre soci marsigliesi di origine italiana, dalla reputazione non limpidissima: Marius Bertella, Eugène Matrone e Gaëtan Alboreo.
Sono loro i tre anatroccoli, decisamente poco raccomandabili, che daranno nome e fama al locale: Les Trois Canards.
Fra il ‘51 e il ‘65 l’attività dei tre consiste semplicemente nel taglieggiare i tenutari di case d’appuntamento e alberghi a ore della zona. Quasi ogni attività malavitosa è soggetta alla loro protezione.
Coloro che si rifiutano di collaborare finiscono nelle cantine del bar dove vengono torturati a morte e poi abbandonati in un bosco o in qualche spiazzo di periferia.
Intorno ai tre marsigliesi si ritrova ad operare il fior fiore della malavita del tempo: i più violenti, i più sanguinari, i più spietati.
Gente che si è fatta le ossa in tempo di guerra, chi con gli occupanti chi con i partigiani. Tutti torturatori e assassini di altissimo livello.
I più famosi fra loro furono certamente Georges Boucheseiche, Pierre Loutrel detto Pierrot le fou, Jo Attia e Abel Danos: i membri principali della famigerata Gang des Tractions Avant.
É in questo poco raccomandabile ambiente in cui il nostro bell’Alain si trova a muovere i suoi primi passi a Parigi. Fra malavitosi di grosso calibro e donnine disposte a lavorare per lui e a condurlo su di una strada dal difficile ritorno.
Sarà una Donna a Salvare Alain Delon.
La sorte è spesso bizzarra ed imprevedibile e, all'improvviso, Alain Delon si ritrova su di una strada assai diversa da quella, senza speranza, cui sembrava destinato.
Le donne hanno rischiato di perderlo, ma sarà proprio una donna che lo salverà.
Incerto ancora fra l’attività di prosseneta o quella di gigolo, l’ex marinaio Alain Delon, non si limita, per sua fortuna, a frequentare place Pigalle e gli adiacenti luoghi malfamati del quartiere.
Una parte del suo tempo, immaginiamo soprattutto le notti, si aggira nei locali alla moda di Saint-Germain des Prés, dove, nelle mitiche caves del quartiere, Boris Vian suona il jazz e Juliette Greco recita Prevert e dove il pubblico è certamente altrettanto pittoresco, ma infinitamente meno pericoloso che a Pigalle.
É in una di queste notti che Alain incontra un’attrice di cinema, giovane, ma già nota al pubblico e con alle spalle una carriera ben avviata: Brigitte Auber.
Lei è una ragazza di ottima famiglia, figlia di un letterato, Robert Cahen, conosciuto ai più come "Robert de Labzac", ha dieci anni più di Alain e lavora nel cinema dal 1946.
Al suo attivo ha diverse pellicole realizzate da nomi importanti del Cinema francese come: Jacques Becker, Marcel Carné, Raymond Bernard, Julien Duvivier.
Nel 1954 è nel cast, con un ruolo importante, del film La Main au collet (Caccia al ladro) del mitico Alfred Hitchcock.
Alain Delon Incontra l'Amore ed il Cinema.
L’incontro fra Alain Delon e Brigitte Auber avviene al Café des Flores,rue Saint-Benoît. Alain vuole conoscerla, quella bella ragazza sorridente, e chiede l’intercessione di un’amica di lei.
Sulle prime Brigitte non sembra particolarmente interessata, resta sulle sue come si dice, ma è solo un atteggiamento difensivo: lo vuole studiare un po’ quel giovanotto così bello e così male in arnese.
Poi, evidentemente qualcosa scatta fra i due giovani. Si innamorano e vanno a vivere insieme, prima, in un appartamento di rue du Pré-aux-Clercs, poi nella parallela rue des Boulangers. Siamo nel 7° arrondissement di Parigi, lontano da Piagalle, ma a due passi dal cuore culturale del mondo: Montparnasse.
Alain Delon stesso non ne ha mai fatto un mistero:
Il mio incontro con Brigitte sarà decisivo. Mi ha presentato Michèle Cordoue, la moglie del regista Yves Allégret. Mi imporrà a suo marito, che mi darà il mio primo ruolo.
Un Viaggio a Cannes e nasce il Mito Alain Delon.
Il loro amore dura solo due anni, ma sono anni che segnano per sempre la carriera e la vita del ragazzo di Bourg-la-Reine.
Grazie proprio a lei, Brigitte Auber, che ha visto le potenzialità artistiche del suo amante. È lei che lo invia presso un’amica, Simone Jarnac, a seguire le prime lezioni di recitazione.
In occasione del Festival di Cannes del 1957, Alain Delon si reca con Brigitte in Costa Azzurra, dove si stabiliscono nella casa che lei possiede a Saint-Paul-de-Vence.
É durante questo festival che Alain Delon stringe le prime amicizie nell'ambiente del cinema e viene immediatamente notato da molti addetti ai lavori.
Conosce Jean-Claude Brialy, del quale rimarrà amico per tutta la vita e George Beaume, il suo futuro agente.
Viene notato da Henry Willson, incaricato, niente meno, di reclutare nuovi talenti per conto di David Selznick.
Pigalle e la malavita del Milieu sono ormai un ricordo.
Inizia la leggenda di Alain Delon: il Samurai.
Questa però è un'altra storia ed è assai lunga da raccontare.
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L'immagine del post, che mostra Alain Delon con la nostra splendida Monica Vitti, proviene da: