Vladimir Nabokov è stato uno scrittore russo-americano noto per la sua prosa raffinata, la sua immaginazione vivace e il suo stile letterario unico. Nato 22 aprile 1899 a San Pietroburgo, in Russia, Nabokov si trasferì negli Stati Uniti nel 1940 e trascorse gran parte della sua vita a insegnare letteratura comparata presso diverse Università americane.
Vladimir Nabokov il genio dell’immaginazione.
L'opera di Nabokov è stata caratterizzata dalla sua attenzione per i dettagli; la sua prosa elegante dall'uso sapiente del simbolismo e della metafora. La scrittura di Nabokov è stata influenzata dalla passione per la zoologia e la sua capacità di creare immagini vivide ha reso le sue pagine uniche e indimenticabili.
Vladimir Nabokov nasce nella Russia degli Zar, figlio di un uomo politico, Vladimir Dmitrievič Nabokov e di Elena Ivanovna Rukavišnikova.
A San Pietroburgo il futuro scrittore trascorse l’infanzia e la giovinezza, ma la sua è una famiglia aristocratica e con la rivoluzione d’Ottobre non rimane per loro che riparare all’estero.
Inizia per Nabokov una lunga peregrinazione che lo porta, prima a Londra, poi a Berlino, dove il padre viene assassinato.
È la volta di Parigi. Nella capitale francese lo scrittore rimane fino al 1940, ma all’approssimarsi della capitolazione della Francia decide di trasferirsi negli Stati Uniti.
Da quel momento, per i suoi scritti, utilizza la lingua inglese e traduce in questa lingua anche alcune delle sue opere precedenti.
Insegnante di letteratura russa, per undici anni, presso la Cornell University di Ithaca, tiene anche corsi di scrittura creativa.
Gli ultimi anni della sua vita decide di trascorrerli nuovamente in Europa e si trasferisce in Svizzera, a Montreux.
Proprio nella città svizzera, Nabokov, muore il 2 luglio del 1977.
Lascia un eredità di romanzi, racconti, poesie, lezioni di critica letteraria, studi di vario genere e l’autobiografia Speak, memory.
Vladimir Nabokov: l’autore di Lolita.
Vladimir Nabokov è stato un autore eclettico, noto per opere di diversi generi. La sua prima opera, “Masenka“, fu pubblicata in Russia nel 1926 e fu seguita da una serie di romanzi e raccolte di racconti.
La sua opera più famosa, “Lolita“, pubblicata nel 1955, racconta la storia di un uomo di mezza età che si innamora di una giovane ragazza di 12 anni. Il libro è stato oggetto di numerose critiche per il suo tema controverso, ma è considerato un capolavoro della letteratura moderna.
Nabokov ha anche scritto opere in russo, come “L’incantatore” e “La difesa di Luzhin“, che sono state ampiamente apprezzate sia in Russia che all’estero.
Oltre alla narrativa, Nabokov ha anche scritto poesie, traduzioni e saggi sulla letteratura e la lingua.
Nabokov è stato un autore che ha saputo unire la passione per la scrittura con un interesse per la natura e la scienza.
La sua eredità letteraria ha influenzato numerosi autori, tra cui Salman Rushdie, Martin Amis e David Foster Wallace, e il suo lavoro continua a essere ammirato e studiato in tutto il mondo.
Vladimir Vladimirovič Nabokov, oltre che scrittore, è stato saggista, critico letterario, entomologo, drammaturgo e poeta.
Ecco un testo che consente un approccio singolarmente lucido alla figura di Nabokov e alla sua opera:
Il testo è tratto dalla Rivista PAN:
Vladimir Nabokov per Adelphi.
La casa editrice Adelphi ha riproposto, nel tempo, e continua a riproporre una vasta selezione delle opere del grande scrittore russo. Ultima in ordine di tempo proprio l’autobiografia: Parla, ricordo.
«Nabokov amava richiamare alla mente con immediatezza frammenti del passato: li voleva lì, davanti a lui, tra gli occhi e le mani; e col massimo piacere continuò a compiere questo gesto per tutta la vita, fino a quando essa non fu che ripetizione, memoria che ingoiava e moltiplicava memoria. Non aveva senso storico: non amava il tempo; e non volle mai disegnare sé stesso come una persona che nasce, cresce, matura, diventa un pezzo di storia. Lui non era mai cresciuto. Aveva troppo rispetto per le proprie origini: quel grumo di sensazioni e di inclinazioni che lo avevano reso felice nell’infanzia. Voleva restare un vecchissimo ragazzo non cresciuto, “ardente e impennacchiato come il fuoco degli uccelli nel bosco rotante del mondo”».
Vladimir Vladimirovič Nabokov, è stato, oltre che scrittore, un saggista, critico letterario, entomologo, drammaturgo e poeta.
La casa editrice Adelphi ha riproposto, nel 2010, la sua autobiografia Parla ricordo.
Con la "particolare nitidezza" di qualcosa che si vede dall'altro capo di un telescopio, minuscolo ma provvisto dello smalto allucinatorio di una decalcomania, Nabokov ha lasciato affiorare dalle pagine di questo libro la sua fanciullezza nella "Russia leggendaria" precedente alla Rivoluzione, troppo perfetta e troppo felice per non essere condannata a un dileguamento istantaneo e totale, sospingendo poi il ricordo fino all'apparizione dello "splendido fumaiolo" della nave che lo avrebbe condotto in America nel 1940. "Il dettaglio è sempre benvenuto": questa regola aurea dell'arte di Nabokov forse mai fu applicata da lui stesso con altrettanta determinazione come in "Parla, ricordo". Qui l'ebbrezza dei dettagli che scintillano in una prosa furiosamente cesellata diventa il mezzo più sicuro, se non l'unico, per salvare una moltitudine di istanti e di profili altrimenti destinati a essere inghiottiti nel silenzio, fissandoli in parole che si offrono come "miniature traslucide, tascabili paesi delle meraviglie, piccoli mondi perfetti di smorzate sfumature luminescenti". Compiuta l'operazione da stagionato prestigiatore itinerante, Nabokov riarrotola il suo "tappeto magico, dopo l'uso, così da sovrapporre l'una all'altra parti diverse del disegno". E aggiunge: "E che i visitatori inciampino pure". Cosa che ogni lettore farà...
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Nabokov il Russo.
Benché universalmente noto per il suo romanzo Lolita (1955), scritto in lingua inglese, Nabokov vanta anche una considerevole produzione in russo. La sua narrativa spazia su varie tematiche: la frammentazione sociale, l’ossessione del sesso, la distopia, mentre in ambito saggistico scrisse di entomologia e di scacchi, dei quali era soprattutto un teorico, prima ancora che giocatore.
Alcune importanti pellicole cinematografiche sono state tratte dai suoi romanzi. Fra esse spiccano sicuramente le due trasposizioni di Lolita. La prima ad opera di Stanley Kubrick (1962), interpretata da James Mason, Shelley Winters e Sue Lyon, di cui Nabokov fu autore della sceneggiatura.
La seconda, realizzata nel 1997 da Adrian Lyne ed interpretata da Jeremy Irons, Melanie Griffith e Dominique Swain.
Un altro bellissimo film tratto da un opera di Vladimir Nabokov è The Luzhin Defence realizza nel 2000 dalla regista olandese Marleen Gorris. Il film è noto in Italia con il titolo La partita.
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Vladimir Nabokov visto da Davide Brullo.
La lunga intervista di un giornalista argentino al grande scrittore russo Vladimir Nabokov si trasforma in un caso enigmatico. Non verrà mai pubblicata, perché compromettente: rivela un segreto inconfessabile.
Sulle sue tracce si pone Davide Brullo: ne esce un romanzo in bilico fra realtà e delirio, l'illusione dei sensi e la crudele verità delle tragedie umane. Mefistofelico, eccessivo, inaccessibile, Vladimir Nabokov, nel dorato esilio a Montreux, in Svizzera, concede l'intervista definitiva a un giornalista argentino, Charles Kinbote, dotato di eccezionale audacia.
L'intervista dura una manciata di giorni: Nabokov rivela la ragione dei suoi romanzi, veri e propri labirinti di cui egli è il Minotauro, custode di un segreto terribile. Il testo, compromettente, non sarà mai pubblicato.
Sulle sue tracce – in una Buenos Aires laida, corrotta da un contagio inspiegabile, da cui esplodono cani rabbiosi e una rabbia totale – si mette il narratore, avido di fama. Il romanzo affonda nei reami della lussuria, tocca i micidiali tabù di ogni tempo – il suicidio, l'incesto – non si limita a raccontare: corrompe.
Il grande autore di Lolita e di Fuoco pallido, padre e pretesto del romanzo, si rivela una sorta di dio gnostico, di vampiro: e se la letteratura fosse gemella del male? In fondo, il narratore non cerca che una redenzione, pur bestiale.