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L'aria di Parigi

L'aria di Parigi

La Parigi di Simenon e Maigret, del Cinema, dei Bistrot, delle Canzoni, della Malavita.


A Dio piacendo di Jean D’Ormesson

Pubblicato da Fulvio Nolli su 25 Ottobre 2023, 23:03pm

Tags: #Scrittori Francesi

Fra passato e futuro, A Dio piacendo.
Le château de Saint-Fargeau, protagonista del romanzo.

Le château de Saint-Fargeau, protagonista del romanzo.

Jean d’Ormesson.

Jean d´Ormesson è spesso presentato come il più grande scrittore francese contemporaneo. Un cittadino d’Europa, un uomo del passato la cui vita ha attraversato un’epoca di enormi mutamenti: sociali, politici, persino antropologici. In questo mutare del mondo d’Ormesson ha cercato di realizzare se stesso nel presente, guardando al futuro, ma conservando una delicatezza d’osservazione maturata attraverso il proprio passato.

D’Ormesson nasce a Parigi il 16 giugno del 1925. È il discendente di una nobile famiglia che ha dato alla Francia, sotto Re Imperatori e Presidenti, servitori di notevole rilievo. Il padre è stato ambasciatore in Germania, in Vaticano e in Brasile. La madre, discendente di un Direttore della Stampa Reale ghigliottinato al tempo della Rivoluzione.

Fra Passato e Futuro.

Al suo passato ed a quello della sua famiglia ha dedicato un libro in particolare: A Dio piacendo. Un racconto appassionato ed intimo; narrazione di un lungo frammento di vita e di storia francese, visto con gli occhi di uomini e donne per i quali vita e storia coincidevano perfettamente.

In tutta la sua opera l’esperienza personale gioca un ruolo dominante. Senza rimpianto per ciò che è stato o eccessiva malinconia. Domina la leggerezza d’un intellettuale attento, capace di una visione delle cose e del mondo, profonda e non contingente, dove il passato è esperienza ed il futuro comprensione.

Giornalista, direttore generale del Le Figaro per diversi anni, consulente politico, membro de l’Académie française a soli 48 anni, scrittore di successo la cui opera è entrata, nel 2015, nella prestigiosa Bibliothèque de la Pléiade, edita da Gallimard. È assai raro che uno scrittore ottenga questo riconoscimento mentre è ancora in vita.

Jean D’Ormesson uomo di Destra.

Uomo di destra, Jean D’Ormesson, amava definirsi: “un autentico Gollista, ma un Gollista europeo, con molte idee di sinistra”.

Sostenitore di Valéry Giscard d’Estaing,nel 2003 come di Nicolas Sarkozy, nel 2012. Si spende moltissimo, nel 1980, per l’ammissione all’Académie française di Marguerite Yourcenar. Prima donna ad essere accolta nella prestigiosa istituzione francese.

Lo scrittore muore a Neuilly-sur-Seine, il 5 dicembre del 2017. Al suo funerale tutto il gotha della politica e della cultura francese e l’elogio funebre sarà di Emmanuel Macron. Le sue ceneri sono sparse a Venezia davanti alla Punta della dogana.

La fragilità delle vicende umane in un romanzo che narra della sopravvivenza della tradizione in un mondo destinato a congedarsi da essa.

Le Figaro

Un’opera ambiziosa, lirica, brillante.

Adrien Goetz, L’Express

Come Teseo che segue il filo del labirinto, Jean d’Ormesson ripercorre il grande romanzo del mondo, quella storia iniziata oltre tredici miliardi di anni fa e sulla cui fine continuiamo a interrogarci.

la Repubblica

Intervista a Marc Fumaroli, storico e saggista, seggio n°6 dell’Académie Française, su Jean d’Ormesson. https://www.thema-international.it/posts/in-memoria-di-jean-d-ormesson-intervista-a-marc-fumaroli-era-l-archetipo-del-gentiluomo-francese

Una nobile famiglia al tramonto del suo tempo.
Dall’edizione Rizzoli:

A Dio piacendo è la storia di un’antica famiglia aristocratica francese, una di quelle famiglie apparse al tempo delle crociate, con un maresciallo della fede e dell’esercito di Dio che non deve aver goduto di buona fama nei dintorni di Damasco.

Una famiglia nella quale chiunque nasca è di colpo consegnato a un mondo che guarda indietro, dove il passato conta più del futuro.
Un mondo custodito nei pensieri di un bel vecchio, dritto come un fuso, che vive nel ricordo. Sua madre ha ballato alle Tuileries con il duca di Nemours, sua moglie a Compiègne con il principe imperiale.

La vita, per lui, è una cosa estremamente semplice, dove hanno peso il curato, la caccia a cavallo, il culto della bandiera bianca e il nome della famiglia. Dove non passa mai per la testa di nessuno di partire per la Siria, per le Indie, per il Messico, poiché negli spostamenti c’è sempre qualcosa di convulso e di impercettibilmente volgare.
L’unico luogo degno in cui aggirarsi è il castello e i dintorni del castello in cui la famiglia ha vissuto attraverso i secoli e le generazioni, una dimora stipata dei lasciti del passato: i comò, i secrétaires a cilindro, le consoles a intarsio o a mezzaluna, gli arazzi di Aubusson o delle Fiandre, i quadri di antenati in grande uniforme negligentemente appoggiati a uno scrittoio.
Nei suoi momenti di ottimismo, che si alternano alle crisi di abbattimento per la degradazione dei costumi, il vecchio sogna un tempo in cui l’ordine delle cose si ristabilisca intorno alla Chiesa e al trono, dove ciascuno ritrovi il proprio posto e il proprio rango di ufficiale, soldato, artigiano, contadino, pittore e letterato, e il cognome della famiglia sia di nuovo venerato…
Romanzo che ha consacrato il talento di Jean d’Ormesson, A Dio piacendo è una delle opere più importanti della narrativa francese contemporanea. Al suo centro figurano un personaggio – il nonno, fedele al passato, refrattario al progresso e ai suoi cambiamenti, custode della tradizione e dei costumi degli avi – e un luogo: il castello di Plessis-lez-Vaudreuil, la culla della famiglia, dove dalle crociate ai giorni nostri si avvicendano gli eventi del casato.
Matrimoni d’amore e di interesse, imprese eroiche e viltà, fedi e passioni, tutto ciò in cui la famiglia ha creduto, e che ha fatto suo, viene passato in rassegna, finché ogni cosa si sgretola. Subentrano i costumi e i furori della modernità, e si aprono via via delle brecce nella fortezza della tradizione.

Ho scritto A Dio piacendo in omaggio alla mia famiglia e a questa terra di Puisaye. Era una psicoanalisi. In questo libro, il castello di Saint-Fargeau divenne il castello di Plessis-lez-Vaudreuil e l’Yonne divenne il dipartimento immaginario dell’Alta Sarthe. Il libro ha avuto un enorme successo, perché molte persone che hanno perso una fattoria, una casa, un appartamento, vi si sono ritrovate. Il libro è stato poi adattato per la televisione e girato lì al castello. Sono tornato per l’occasione. Ricordo la scena del ballo, l’intero villaggio stava ballando. Eravamo tutti in lacrime, tutta la famiglia piangeva… Lo shock sentimentale della vendita del castello è stata la fonte del libro. Scriviamo sempre per sfortuna.

intervista a Jean d’Orbesson

Jean d’Ormesson.

Jean d’Ormesson.

Jean d’Ormesson in Italia.

Jean d’Ormesson è stato pubblicato in Italia da Einaudi, da Beat edizioni e, più di recente, da Neri Pozza che nel 2017 ha pubblicato l’ultima fatica del grande scrittore francese:

Malgrado tutto, direi che questa vita è stata bella

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