Il grande marinaio, romanzo di Catherine Poulain del 2016, pubblicato in Italia per i tipi di Neri Pozza nella traduzione di Margherita Botto.
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Romanzo d'esordio della scrittrice francese Catherine Poulain che le ha valso il premio Joseph-Kessel e quello del festival "Etonnants voyageurs" di Saint-Malo.
Il grande marinaio Sinossi.
È una notte di febbraio a Manosque-les-Pla-teaux, nel Sud della Francia, una notte in cui i bar sono ancora pieni di gente e di fumo, quando Lili riempie un piccolo zaino militare e decide che è giunta l'ora di non morire più di infelicità, di noia, di birra.
Meglio andarsene in capo al mondo, in Alaska, «verso il cristallo e il pericolo», a pescare nel freddo e nel vento! Il marasma delle grandi avenue newyorchesi, un pullman Greyhound con sopra un levriero, cento dollari per passare da un oceano all'altro, ed eccola a Kodiak, la grande isola che spunta fra due brandelli di nebbia, con le sue foreste scure, le montagne e la terra bruna e sporca che affiora dalla neve sciolta. Di fronte solo l'oceano glaciale del Pacifico del Nord.
Qui, Lili si imbarca sulla Rebel per la pesca con il palamito in alto mare. Lo spilungone che la accoglie le rivolge uno sguardo stupito, prima di metterla in guardia su quello che l'aspetta. Imbarcarsi è come sposare la barca, una volta messo piede a bordo non hai più una vita, non hai più niente di tuo.
Bisogna stare attenti a tutto, alle lenze che calano in acqua con una forza tale da portarti via un arto, e a quelle recuperate che, se si spezzano, possono ammazzarti o sfigurarti. Bisogna abituarsi al ghiaccio sul ponte che devi spaccare con una mazza da baseball, al freddo che gela il fiato tra le labbra, alla mancanza di sonno, al mare grosso, alla nebbia che inganna persino i radar, al sale che lambisce gli zigomi, brucia la fronte e secca le labbra, divorando il volto.
Ma, soprattutto, bisogna essere all'altezza dei compagni di viaggio, un equipaggio composto da marinai incalliti, abituati alle durezze del mestiere e a lavorare in un ambiente estremo. Un giorno sulla Rebel si imbarca Jude, «il grande marinaio», un veterano della pesca in Alaska.
Il volto nascosto dentro una criniera ramata, le guance invase dalla barba, la voce roca, Jude è un uomo dal fascino magnetico nel cui petto albergano inattese violenze e altrettanto inattese tenerezze. Una pericolosa tentazione per Lili. Innamorarsi di lui significherebbe infatti rinunciare alla vita nomade e libera che si è ripromessa di non tradire mai.
Con una prosa graffiante e diretta Catherine Poulain riporta in vita il grande romanzo d’avventura, consegnandoci un’epica storia di ricerca esistenziale e, nello stesso tempo, un magnifico romanzo sulla condizione umana.
Catherine Poulain e il Grande Marinaio.
Catherine Poulain è nata a Barr nel 1960. È figlia di un pastore impegnato nell'ideale pacifista e di un'insegnante di geografia che ha lasciato il suo lavoro per crescere le sue cinque figlie. Catherine Poulain cresce nei dipartimenti alpini di Hautes-Alpes e di Ain. più tardi si trasferisce sulla Costa Azzurra, a Martigues, e, successivamente, a Manosque, nelle Alpi provenzali.
Catherine Poulain è una giovane donna irrequieta, quando lascia la Francia all'età di vent'anni, dopo aver conseguito il baccalaureato. Viaggia attraverso diversi continenti svolgendo i più disparati lavori. La ritroviamo in una fabbrica di conserve di pesce in Islanda, nei cantieri navali negli Stati Uniti, bracciante agricola in Canada e perfino come barista a Hong Kong.
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Arriva nel Québec nel 1987, ma il suo vagabondare non è finito. Quasi subito si trasferisce in Alaska e, qui, inizia a lavorare come pescatrice, ma lo fa illegalmente, senza una regolare assunzione. Questa sua esperienza estrema dura ben dieci anni, poi, il Servizio di immigrazione americano la scopre e viene deportata, nel 2003, per lavoro illegale.
Ritorna in Francia, mette i piedi sulla terraferma e si dedica a diversi lavori agricoli, in Provenza e sulle Alpi. In particolare, nella pastorizia.
Catherine Poulain Scrittrice.
Da questa sua formidabile esperienza in Alaska, qualche anno dopo il suo ritorno in Francia, Catherine Poulain ricava il materiale per scrivere il suo primo romanzo, Il Grande Marinaio (Le Grand Marin).
È diventato un best-seller (70.000 copie vendute nei mesi successivi alla pubblicazione) e ha ricevuto numerosi premi letterari nel 2016, tra cui il Premio Joseph-Kessel, il Premio Ouest France e il Premio Festival des Astonishing Travelers, dopo essere stato finalista del Premio Goncourt per un'opera prima. Non vince, battuta, per quattro voti a cinque da De nos frères blessés di Joseph Andras.
In totale sono state vendute più di 300.000 copie del romanzo. È stato tradotto in dodici paesi, tra cui Inghilterra, Russia, Germania, Italia, Israele e Cina. Il libro verrà adattato per il cinema nel 2023 dall'attrice e regista russa Dinara Drukarova. Nel 2024, la regista Lucie Rébéré ha creato un'opera teatrale adattata dal libro: Dernière frontière.
Il suo secondo romanzo, Le Cœur blanc, è stato selezionato per il Prix Décembre 2018. In esso, descrive il suo duro lavoro con i lavoratori stagionali nelle valli provenzali.
Nel 2023 ha pubblicato L’Ombre d’un grand oiseau. Opera in cui ripercorre le tappe della sua infanzia e del suo amore per gli animali.
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L'immagine dei pescatori d'altura proviene dall'ottimo MagellanoBlog!
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