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L'aria di Parigi

L'aria di Parigi

La Parigi di Simenon e Maigret, del Cinema, dei Bistrot, delle Canzoni, della Malavita.


Arnoldo Mondadori il Giallo Italiano e Simenon

Pubblicato da Fulvio Nolli su 28 Novembre 2024, 11:54am

Tags: #Editori di Simenon, #Simenon in Italia

Arnoldo Mondadori il Giallo Italiano e Simenon.

Arnoldo Mondadori è stato il fondatore di una delle principali case editrici italiane.
L’attività editoriale venne da lui avviata ad Ostiglia, cittadina in provincia di Mantova, quando, nel 1907, con l'amico Tommaso Monicelli nascono le Edizioni La Sociale, ed è continuata ininterrottamente fino ai giorni nostri.
È nel corso degli anni ‘20 del Novecento che l’azienda prende slancio, si trasferisce a Milano ed assume sempre maggiore rilevanza nel panorama editoriale italiano.

La Palazzina Mondadori ad Ostiglia (MN), sede della prima casa editrice di Arnoldo Mondadori.
La Palazzina Mondadori ad Ostiglia (MN), sede della prima casa editrice di Arnoldo Mondadori.


Tanti sono stati i settori dell’editoria cui Mondadori si è dedicato nel corso della sua prestigiosa carriera.
Dal libro scolastico a quello per ragazzi, dalla narrativa internazionale ai grandi classici italiani.
Per quanto riguarda lo specifico interesse del nostro blog, la data fondamentale è il 1929.

Nascono nel 1929 i Gialli Mondadori.

In quell’anno 1929 prende avvio la prima collana Mondadori esclusivamente dedicata al romanzo poliziesco: I libri Gialli Mondadori.
Un'operazione editoriale destinata ad un tale successo da arrivare ad identificare tutto il genere letterario che, quelle edizioni dalla copertina gialla, intendevano proporre. Ancora oggi un libro poliziesco è per noi italiani un "libro giallo”.

I Primi 266 Gialli in 12 Anni.

Nell’autunno 1929 furono lanciati i primi quattro «gialli» al prezzo di 5,50 lire: La strana morte del signor Benson di S.S. Van Dine, L’uomo dai due corpi di Edgar Wallace, Il Club dei suicidi, di Robert Luis Stevenson, Il mistero delle due cugine di Anna Katherine Green.

Per diverso tempo sarà necessario attingere alla produzione di autori stranieri, perché il poliziesco è, a quel tempo, un genere poco o nulla praticato in Italia. In pochi anni però le cose cambiano ed anche scrittori del Bel Paese iniziano a cimentarsi nel genere, ormai definito comunemente "Giallo".

Il numero 100 della collana viene pubblicato nel 1934 e sarà Il Mistero del Drago di S.S. Van Dine. L’ultimo numero, il 266, è del 1941: La casa inabitabile di Ezio D’Errico.

Osteggiato dal Governo Fascista che lo ritiene poco educativo, il genere poliziesco scompare dal panorama editoriale italiano proprio nel 1941. Tornerà nel 1946, dopo la guerra, con una nuova collana dal titolo: I Gialli Mondadori.

Simenon e Mondadori: il lungo abbraccio.

Nel 1929 nasce ufficialmente, dalla penna di Georges Simenon, anche il personaggio del commissario Maigret. L'avventura editoriale del poliziotto francese prenderà l'avvio solo due anni dopo, nel febbraio del 1931 con la grande festa parigina organizzata appositamente da Georges Simenon per presentare il suo primo prodotto, edito dalla casa Fayard, in cui finalmente l'autore, compare con il proprio nome e cognome e non sotto pseudonimo, com'è sempre accaduto in precedenza.

L'editore Arnoldo Mondadori e lo scrittore Georges Simenon a braccetto.
L'editore Arnoldo Mondadori e lo scrittore Georges Simenon a braccetto.

Con il senno di oggi potremmo affermare che non vi sia alcun collegamento fra questi due fatti appena citati. Pochi, oggi, considerano Georges Simenon uno scrittore di libri gialli e c'è chi arriva a vedere anche i romanzi della serie Maigret come qualcosa di diverso da un semplice racconto poliziesco.

È innegabile però che al loro esordio le inchieste di Maigret erano, a tutti gli effetti, considerate nient'altro che dei romans policiers. Anche lo stesso Simenon li vedeva in questo modo. Per lui, i romanzi del suo commissario, erano definibili come semi-letteratura e la stessa scenografia della grande festa di lancio della serie, dice chiaramente che l'intenzione era proprio quella di avventurarsi in un genere letterario ben specifico: il poliziesco.

Il Genere Giallo Conquista l'Italia.

La nascita dei "gialli" Mondadori è significativa dell'interesse dell'editore milanese per il genere letterario poliziesco che già da alcuni anni in Italia riscuoteva un certo interesse sia da parte degli editori che del pubblico.

Mondadori non fu né la prima né l'unica casa editrice italiana ad occuparsi del genere poliziesco. Certo fu quella che meglio ne comprese le potenzialità.

Difficile stabilire con esattezza chi, per primo, fra i tanti editori italiani, si decise ad investire tempo e denaro nella diffusione del romanzo poliziesco. Fra coloro che iniziarono a farlo, in maniera più o meno organica, il primato, probabilmente, deve essere assegnato alla collana Il Romanzo mensile, edita dal Corriere della Sera.

Prima collana di narrativa popolare in Italia, Il Romanzo mensile, inizia le sue pubblicazioni nel 1903, proseguendo ininterrottamente fino al 1945.
Questa iniziativa del Corriere della sera contribuì a diffondere, presso il pubblico italiano, le opere di molti autori stranieri e anche diversi romanzi polizieschi. Fu la prima a proporre, con cadenza mensile, le opere di Arthur Conan Doyle ed il suo famoso detective Sherlok Holmes.

Anche Georges Simenon, che ancora si firmava Georges Sim, ebbe questa opportunità. Tra il 1929 e il 1931 uscirono sulla collana del Corriere, ben tre titoli dello scrittore belga: Nicoletta e Dina, L'occhio dell'Utah e La casa dell'inquietudine.
Il romanzo poliziesco vendeva bene e suscitava l'interesse del pubblico.

Gli Italiani Scoprono il Romanzo Giallo.

Numerose sono le case editrici che decidono di seguire il nascente gusto del pubblico inserendo il genere, nuovo per l'Italia, nelle loro catalogo.
Solo per citare le più importanti: La Tribuna di Roma, la  Società Editrice Milanese, la  Fratelli Treves, la Varietas e la Bietti, sempre di Milano, la Salani, la Nerbini e la Bemporad, tutte fiorentine.
Un posto a parte merita senz'altro un'altra casa editrice milanese: la Sonzogno.

Nel 1914 la Sonzogno inizia a pubblicare una collana chiamata esplicitamente: I Romanzi polizieschi. La collana conta, negli anni fino al '23/24, trentuno titoli, quasi tutti del romanziere francese George Meirs. Protagonisti, di volta in volta, i poliziotti inglesi William Tharps e Walter Clarck.

In seguito Sonzogno ci riprova con un'altra collana: I racconti misteriosi, dove però, ai polizieschi, si alternano opere di genere avventuroso o classificabili come mystery. Vi troverà posto anche il Dracula di Bram Stoker. Usciranno solo 22 titoli poi la collana si interrompe.

Nel frattempo, a partire dal 1921 e fino al '24, Sonzogno propone Il Romanziere poliziesco: 134 titoli con uscita settimanale, dove venne dato spazio anche alla nascente letteratura poliziesca di autori italiani.
Anche le avventure di Arsenio Lupin troveranno casa presso Sonzogno, pubblicate in fascicoli illustrati e di grande formato, a partire dal 1924.

Arnoldo Mondadori e Georges Simenon.

Con la nascita dei "gialli" Mondadori nasce anche l'interesse dell'editore milanese per il genere letterario poliziesco e quindi si pongono le premesse per il felice incontro che di lì a poco unirà lo scrittore belga alla casa editrice italiana per più di cinquant'anni!

Le prime edizioni Mondadori del Maigret di Simenon.
Le prime edizioni Mondadori del Maigret di Simenon.

Come già detto, in quegli anni, la produzione di romanzi polizieschi da parte di autori italiani è quasi del tutto inesistente. Il poliziesco nasce come prodotto letterario specificatamente anglosassone e, con poche eccezioni, fatica ad uscire dall'ambito di quella letteratura e ad internazionalizzarsi.

Alcuni scrittori francesi non esitano a cimentarsi nel genere e fra questi appunto c'è anche Georges Simenon.

Pubblicare romanzi polizieschi, per un editore italiano significa dunque prestare particolare attenzione alle produzioni straniere: inglesi, soprattutto, statunitensi e francesi.

Arnoldo Mondadori, per quanto riguarda questo importante aspetto del suo lavoro, dispone di un asso nella manica. Un uomo non comune che inizia a collaborare con lui proprio nel periodo in cui l'editore pensa di cimentarsi anche nella pubblicazione di libri polizieschi. Questo asso nella manica ha un nome ed un cognome: Lorenzo Montano.

Lorenzo Montano, Mondadori e Simenon.

Lorenzo Montano, al secolo Danilo Lebrecht, nasce a Verona nel 1889. Fine intellettuale, fu poeta, scrittore, industriale e uomo d'affari, ma soprattutto stretto collaboratore di Arnoldo Mondadori per lunghi anni.

Lorenzo Montano prezioso collaboratore di Arnoldo Mondadori
Lorenzo Montano prezioso collaboratore di Arnoldo Mondadori.

Esperto di letteratura inglese e francese, grande amico di Alberto Savinio e di Vincenzo Cardarelli che lo lo volle a La Ronda, Montano, entra, proprio nel 1929, alla Mondadori come consulente editoriale e alla sua intelligente opera si devono collane di grande successo e rilevanza, come La Medusa (autori stranieri), I libri verdi (indirizzo storico) e quella, appunto, de I Libri gialli.

Lorenzo Montano si rivela l'uomo giusto per Arnoldo Mondadori. Il veronese è, come abbiamo detto, un fine intellettuale e un cosmopolita, che conosce a fondo il mondo anglosassone, dove il romanzo poliziesco è di casa.

Certamente, Montano, non è l'unica freccia nell'arco di Mondadori. Non sarebbe corretto dimenticare l'apporto importantissimo di uomini come Luigi Rusca, scrittore e traduttore, che fu direttore di collana e poi direttore generale di Mondadori e l'industriale Senatore Borletti (Senatore di nome, non di fatto), potente finanziatore di Mondadori (le omonime macchine da cucire, ma anche i grandi magazzini La Rinascente e la UPIM).

Con buona pace, però, di tutti gli altri è sicuramente Montano, in questa sede, l'uomo che ci interessa in particolare ed è presto detto il perché.

Leggete quanto Montano riferisce a Mondadori riguardo a Georges Simenon in data 5 febbraio 1932:

"Georges Simenon è un autore francese il quale da poco più di un anno pubblica, con successo crescente, presso l’editore Fayard una serie di romanzi polizieschi con copertina in fototipia di grande effetto, lunghi circa la metà di un «Giallo» (40.000 parole); ne esce in media uno al mese. Questi romanzi, quasi tutti impostati sul personaggio dell’Ispettore Maigret, rappresentano qualcosa di veramente nuovo nel campo poliziesco. Uno stile veristico molto sobrio e preciso, un’atmosfera di sorprendente intensità, danno agli intrecci, sempre originali e a soluzione inattesa, un’aria di «fatto vero» quale si incontra molto di rado. È una specie di piccolo Wallace francese, poco noto finora in Italia, ma non dubito che appena lo sarà un poco di più, qualche editore nostro si vorrà prendere tutta la serie. […] Purtroppo mi riesce difficile accoglierli nei «Gialli», per via dell’elemento erotico che non vi manca quasi mai, difficoltà accresciuta dal fatto che per fare un «Giallo» bisogna riunirne due. […] Perché non farne una collezione a parte, e chiamarla ad esempio, alludendo anche al colore della copertina oltreché al contenuto: La serie nera. I romanzi di George Simenon".

Non stupisca la definizione di Simenon quale "piccolo Wallace"; Montano era molto appassionato alla letteratura inglese, in particolare per quanto riguarda il poliziesco, e questa era per lui il modello di riferimento. Ciò nonostante, da acuto lettore, egli coglie subito il valore dello scrittore belga e la novità che rappresenta in quel momento.

Il veronese è anche un attento uomo d'affari e non gli sfuggono certo le opportunità commerciali offerte dall'acquistare i diritti di pubblicazione di un giovane autore poco noto, prima che lo diventi maggiormente.

"I diritti, già modesti, con un contratto in esclusiva diventerebbero minimi, e così pure la spesa della traduzione, data la brevità; anche per questa si potrebbe fare un contratto con un traduttore solo, includendovi la direzione; fra i diritti e traduzione di volumi non credo costerebbero molto più di 1.500 lire. Le copertine ce le fornirebbe l'editore francese direttamente. Si potrebbero mettere in vendita a tre lire, e forse a meno."

È l'inizio di quel "lungo abbraccio" che unirà la casa editrice milanese e lo scrittore belga per più di cinquant'anni!

Montano e Mondadori propongono in Italia Simenon e il suo Maigret.
Montano e Mondadori propongono in Italia Simenon e il suo Maigret.
Montano Coglie l'Importanza di una Buona Traduzione.

Altro merito di Montano fu certamente quello di avere, fin da subito, posto l'accento sull'importanza della qualità delle traduzioni, anche nell'ambito della letteratura poliziesca, letterariamente poco considerata, spesso, dagli editori stessi.
Importanza resa ancora maggiore dal fatto che una vera letteratura gialla di matrice italiana stenta, all'epoca, ad affermarsi e, di conseguenza, la maggior parte delle opere proposte è necessariamente straniera.

Il 15 settembre 1929, Montano, in prossimità del lancio della collana I Gialli, scrive a Mondadori:

"...Non credo di dirle nulla di nuovo se affermo che la qualità delle traduzioni influirà sensibilmente sulla riuscita. Se il romanzo poliziesco si è diffuso finora così poco fra noi, ciò è infatti dovuto per buona parte, come ella sa, alle pessime traduzioni."

Doveroso, quindi, ricordare, a questo punto, i traduttori Guido Cantini, Marise Ferro e, più tardi, Elena Cantini. Professionisti la cui opera molto contribuì alla diffusione in Italia di Georges Simenon, in particolare, e del genere poliziesco più in generale.

 

Mondadori & Simenon dall'Insuccesso al Mito.

Oggi sembra impossibile anche solo pensarlo, ma all'epoca le cose non andarono poi così bene come si potrebbe pensare. Simenon e il suo commissario non riscossero, in Italia, un successo così clamoroso come in Francia. La situazione sociale era molto diversa e bisognerà aspettare parecchio perché il grosso pubblico, quello che conta nei numeri, iniziasse a vedere Simenon per quello che è veramente.

Mondadori non demorse comunque e lo scrittore belga mantenne un suo ruolo nelle pubblicazioni della casa editrice. Maigret passò molto presto dai romanzi neri a quelli gialli, mentre il suo autore si conquistò un posto nelle edizioni anche con romanzi non Maigret più complessi ed impegnati.

Un numero speciale del 1934 vedrà pubblicati diversi romanzi non Maigret di Simenon:
L'inglese (L'homme de Londres), Il colpo di luna (Le coup de lune), La casa sul canale (La maison du canal), L'asino rosso (L'ane rouge), Quelli di fronte (Les gens d'en face), Il delitto della signora Pontreau (Le haut mal),Tra le quinte della polizia parigina, una sorta di reportage di Simenon, dedicato alla polizia.

Nel '37 usciranno, nella collana Libri arancio, I Pitards, Quartiere negro, La fuga, L’evaso, 45 gradi all’ombra, Le signorine di Concarneau, Il testamento Donadieu.

Georges Simenon, un Incompreso di Successo.

Certo, Arnoldo Mondadori ebbe un rapporto molto profondo con Simenon ed è lo stesso scrittore belga a ricordarlo:
"....Ho conosciuto il vecchio Arnoldo Mondadori. Ho conosciuto sua moglie e tutti i suoi figli. Abbiamo giocato a bocce nella sua villa sul Lago Maggiore. E' venuto a trovarmi in Svizzera, in Olanda, in America. Ero molto affezionato a lui e alla sua famiglia, specialmente ad Alberto, per il quale la letteratura contava ancora..."

Questo non bastò a dissipare l'equivoco che per decenni condizionò la percezione del pubblico riguardo all'opera complessiva dello scrittore. In Italia, Simenon, rimase a lungo, sostanzialmente, un giallista.
E, in fondo, a Mondadori andava bene anche così.

Con il dopoguerra e, soprattutto, con gli anni sessanta, le cose non andarono meglio. Il successo considerevole delle serie televisive dedicate alle Inchieste del commissario Maigret, con protagonista l'attore Gino Cervi, ampliarono immensamente il pubblico appassionato alle imprese del poliziotto parigino, ma non contribuirono certo ad una valutazione più approfondita dell'opera di Simenon.

Verranno le copertine di Pinter e questo è un grande merito da attribuire a Mondadori, ma in fondo in fondo Simenon rimane, ancora a lungo, un giallista a cui ogni intellettuale che si rispetti può guardare con sufficienza.

Una delle tante copertine Maigret disegnate da Pinter per Mondadori.
Una delle tante copertine Maigret disegnate da Pinter per Mondadori.

La Mondadori diradò sempre di più la pubblicazione dei romanzi di Simenon senza Maigret, inseguendo il mercato sul terreno dell'immediato ritorno economico.
Arnoldo e Montano non c'erano più e per le nuove leve di un gruppo editoriale di rilevanza mondiale il business è semplicemente business!

"... per la letteratura non c'è quasi più interesse e sono anni ormai che ho voglia di cambiare editore... Per citare il caso di "Mémoires intimes" , opera alla quale annetto una certa importanza e che è stata tradotta in quasi tutti i paesi del mondo, compresi gli Stati Uniti e il Brasile, l'Olanda e la Germania e persino l'URSS; in Italia niente e questo mi fa decidere a sciogliere il rapporto con Formenton, che è venuto varie volte a trovarmi a Losanna ma senza che poi ne derivasse granché..." .

L'epoca dei Montano era definitivamente tramontata ed era ormai l'ora dei Luca Formenton.

Si avvicinava il passaggio di Simenon ad una nuova esperienza editoriale, quella con Adelphi, capace, per impegno e visione, di conquistare, anche nel pubblico italiano, la considerazione che l'intera sua opera meritava e merita.

E persino gli intellettuali nostrani hanno dovuto rivedere le loro posizioni su Simenon. Perché in Italia, almeno fino ad oggi, un intellettuale che abbia un minimo di rispetto di se stesso, non si sogna nemmeno di mettersi in contrasto con Adelphi.

Simenon non fece in tempo a vedere i risultati della sua scelta, ma credo ne avesse intuito fin da subito le potenzialità.

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