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L'aria di Parigi

L'aria di Parigi

La Parigi di Simenon e Maigret, del Cinema, dei Bistrot, delle Canzoni, della Malavita.


Louis Delluc innovatore del Cinema francese

Pubblicato da Fulvio Nolli su 6 Novembre 2023, 00:15am

Tags: #Cinema francese, #Storia del Cinema Francese, #Registi Francesi

Louis Delluc nella storia del Cinema.
Louis Delluc, a sinistra con il cappello a paglietta, e la famiglia (© Crédit photo : Collection Delluc).

Louis Delluc, a sinistra con il cappello a paglietta, e la famiglia (© Crédit photo : Collection Delluc).

Il Premio Louis Delluc per il Cinema.

Anche nel gennaio di questo 2023, a Parigi, come ogni anno dal 1937, un pugno di appassionati di Cinema si è riunito nelle prestigiose sale del ristorante Le Fouquet's, al 99 di avenue des Champs-Elysées.

La riunione non è casuale e i partecipanti si conoscono tutti fra loro da lungo tempo. Si tratta di attribuire il Premio Louis Delluc al miglior film francese prodotto nel corso dell'anno.

Da qualche parte in un'altra sala del noto ristorante, fino a pochi anni fa diretto dalla mitica Mme Géraldine Dobey, una trentina di giornalisti aspetta impaziente di conoscere il nome del vincitore.

Per il 2022 il Premio al miglior film è stato assegnato, a pari merito, ad Albert Serra, per il film Pacifiction, e a Alice Diop, per il film Saint Omer.
Il Premio al miglior film prima opera è stato assegnato all'attrice e regista canadese Charlotte Le Bon, per il film Falcon Lake.

Louis Delluc nella Storia del Cinema.

Non è certo per dovere di cronaca che riporto nelle pagine del blog questa notizia.

Mi serviva un'introduzione per presentare la figura di un uomo che rappresenta la storia del cinema: Louis Delluc.

Si tratta di una delle personalità più significative e che maggiormente hanno contribuito a definire il ruolo e l'identità del Cinema. Proprio nel momento in cui esso iniziava ad affermarsi come nuovo e rivoluzionario mezzo espressivo.

Saggista e critico cinematografico, Louis Delluc, non esita a trasformarsi in regista per vedere realizzate nella pratica le proprie concezioni estetiche.

Proprio come faranno, quarant'anni dopo e in netto anticipo su di loro, i critici dei Chaiers du Cinéma.

Louis Delluc dedica la sua breve vita al teatro ed al cinema.

Conviene, a questo punto, accennare brevemente alla biografia di Louis Delluc. Brevemente, soprattutto,
perché breve fu la sua vita: solo trentaquattro anni.

Louis Delluc è figlio di un farmacista e nasce a Cadouin, in Dordogna, il 14 ottobre 1890. Dopo un primo trasferimento a Bordeaux, la famiglia Delluc, giunge a Parigi nel 1903.

Se la vita di Louis Delluc è assai breve, la sua carriera scolastica e professionale è rapida e brillante. A quindici anni ottiene il primo premio in un concorso di poesia. A diciassette anni le prime pubblicazioni. A venti è critico teatrale alla rivista Comoedia Illustré. A ventisette è redattore capo al settimanale Le Film, la più lussuosa e completa fra le pubblicazioni dedicate alla cinematografia.

Dopo i brillanti studi classici, Louis Delluc, si dedica al giornalismo. Scrive molto e in settori diversi: critiche a spettacoli teatrali, poesie, romanzi e, dal 1914/15, Cinema.

Louis Delluc crea le prime rubriche dedicate al cinema.

Nel 1916 appaiono sui giornali francesi le prime rubriche dedicate al cinema. A curarle sono proprio Louis Delluc ed Émile Vuillermoz, che sono i veri fondatori della Critica cinematografica come specializzazione indipendente.

Saranno loro a sviluppare e diffondere il concetto di "cinéma d'Art" rivendicando l'indipendenza della critica nei confronti dell'industria cinematografica.

L'ambiente culturale parigino è particolarmente sensibile alle problematiche della nuova forma espressiva rappresentata dal mezzo cinematografico e si moltiplicano gli articoli ad essa dedicati. Oltre a Delluc e a Vuillermoz scrivono regolarmente sull'argomento: Lucien Wahl, René Jeanne, Léon Moussinac. Più sporadicamente, ma animati da eguale interesse appaiono sulla stampa articoli di Colette, Jean Cocteau, Philippe Soupault, Harry Baur e altri ancora.

Le convinzioni di Delluc nascono insieme al suo interesse per il cinema intorno al 1914/1915. Sposato all'attrice di teatro (poi di cinema) Ève Francis, il giovane critico teatrale ha modo, attraverso lei e il drammaturgo Paul Claudel, di avvicinarsi al cinema americano.

Il film Forfaiture di Cecil B. DeMille gli rivela come il cinema possa raggiungere sottigliezze psicologiche fino ad allora accessibili solo alla letteratura.

Allo stesso modo lo colpiscono i livelli di lirismo raggiunti da autori come Charlie Chaplin e David W. Griffith.

La pagina di un giornale dell’epoca: Le Petit Journal.

La pagina di un giornale dell’epoca: Le Petit Journal.

Louis Delluc: lo specifico filmico e la Fotogenia.

Louis Delluc è convinto che il cinema debba parlare una propria lingua e dalle pagine dei giornali e delle riviste su cui scrive (Le Film, Cinéa, Paris-Midi, Bonsoir, Le Journal du ciné-club) si batte per un nuovo cinema francese:

Qui soit du cinéma et qui soit français

Un cinema che si liberi dalle brutte scenografie di stampo teatrale e parli il linguaggio delle immagini. Allo stesso modo si impegna a sostenere la necessità di educare un pubblico d’élite, capace di capire gli sforzi artistici degli autori più autentici ed ambiziosi.

Il concetto fondamentale su cui Delluc incardina il suo pensiero è quello mutuato da Ricciotto Canudo di Fotogenia.

Dullac la riconosce come “legge del cinema” e la definisce come la qualità che distingue l’immagine filmica dall’oggetto originale.

Attraverso la Fotogenia l’oggetto acquista una nuova espressività, rivelandosi allo  spettatore in una luce totalmente nuova.

Ricciotto Canudo con Gabriele D’Annunzio.

Ricciotto Canudo con Gabriele D’Annunzio.

Cosa è la Fotogenia?

La Fotogenia non è facilmente definibile. Si tratta di un concetto che in realtà è di difficile definizione teorica, poiché ampi sono i margini lasciati alla personale sensibilità dell’artista.

Forse la definizione migliore è quella che ci ha lasciato Jean Epstein che di Delluc  e della sua scuola fu collaboratore; Epstein che fu impressionista e fra i più significativi esponenti:

Con la nozione di photogénie è nata l’idea del cinema come arte. Come definire l’indefinibile photogénie, se non col dire
che sta al cinema come il colore sta alla pittura e il volume alla scultura: è l’elemento specifico di quest’arte.

Louis Delluc dalla Critica alla macchina da presa.

Nel 1917 Louis Delluc diventa editore di Le Film. Alla rivista collaborano nomi di spicco come Colette, Cocteau e Aragon.

Sempre nello stesso periodo Delluc matura la decisione di passare dietro la macchina da presa e di concretizzare le proprie teorie sul cinema mettendole in pratica.

Attorno a lui si riunisce un gruppo di giovani realizzatori. Tutti hanno in comune la volontà di un radicale rinnovamento e una forte propensione alla sperimentazione.

Germaine Dulac, proveniente dal giornalismo femminista ed approdata al cinema nel 1914.

Marcel L’Herbier che ha imparato sotto le armi i primi rudimenti del mestiere che poi affina lavorando per la Goumont, mentre conosce Musidora, la Dulac e Delluc.

Abel Gance, attore teatrale convertito alla regia cinematografica.

Jean Epstein, ex studente di medicina che per combinazione è divenuto segretario di Auguste Lumière, prima, e di Louis Delluc poi.

Sono questi realizzatori a costituire, nei primi anni venti del novecento, quella corrente definita dalla critica "impressionismo", anche per sottolinearne analogie e differenze dall’espressionismo tedesco sviluppatosi nello stesso periodo.

Lo specchio a tre facce, opera di Jean Epstein.

Lo specchio a tre facce, opera di Jean Epstein.

In realtà ognuno di loro si muove lungo direttrici espressive differenti e, probabilmente, una classificazione troppo omogenea del loro lavoro è azzardata e imprecisa.

Lo stesso L’Herbier sottolinea come:

Nessuno di noi – Delluc, Epstein, Dulac e io stesso – aveva la stessa visione estetica, ma avevamo un interesse in comune: tutti noi volevamo definire la famosa “specificità filmica”. Su questa ricerca eravamo tutti d’accordo.

Louis Delluc: sette film per una vita.

Louis Delluc realizza solo sette film nella sua breve vita:

1920 : Fumée noire
1920 : Le Silence
1920 : Le Chemin d’Ernoa [L’Américain]
1921 : Fièvre
1921 : Le Tonnerre
1922 : La Femme de nulle part
1924 : L’Inondation

Almeno due di essi, Fièvre e La Femme de nulle part, sono fondamentali per l’evoluzione della settima arte e rimangono esempi di autentica scuola di cinema.

Louis Delluc con due pellicole rivoluziona il Cinema.

Da queste pellicole, Fièvre e La Femme de nulle part, emerge chiaramente l’attenzione per i particolari che compongono lo scenario dell’azione e che acquistano, essi stessi, un ruolo espressivo fondamentale che va oltre la narrazione e, al tempo stesso, la completano.

In Fievre è la ricostruzione meticolosa del bistrot di Marsiglia, in La Femme de nulle part sono le scene girate in esterno dove è l’ambiente naturale che assume valore simbolico e diviene il vero protagonista della narrazione.

Durante le riprese de L’Inondation, girato in esterno nella vallée du Rhône ed in condizioni climatiche estremamente avverse, Delluc si ammala di polmonite. Sofferente di tubercolosi già dall’adolescenza il giovane cineasta non sopravvive alla malattia. Muore il 22 marzo 1924.

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