Willy Ronis è uno dei fotografi più importanti della cosiddetta fotografia umanista. Con la sua arte ha saputo scavare nel vivere quotidiano della gente alla ricerca del profondo perché dell’esistenza umana.
Se lo citiamo al presente è perché dopo di lui vi sono riusciti ben pochi.
Con falsa modestia, Ronis sosteneva che le sue foto le avrebbe potute scattare chiunque, che erano tutte frutto del caso.
In realtà, solo lui poteva realizzare quei piccoli miracoli di gioia quotidiana, rari e preziosi, in cui il tempo e lo spazio parevano riuscire a lavorare all'unisono; solo il suo sguardo sapeva dosare luci e forme, immediatezza e attesa, ritmo e armonia, ironia leggera da flàneur parigino e gravità da filosofo.
Essere libero? Sì, ma non è tanto una questione di libertà quanto di piacere che si prova per cose diverse.
Quel piacere, Willy Ronis lo ha custodito per tutta la vita, coniugando lavori su commissione e ricerche personali, con l'insegnamento della storia e della tecnica della fotografia e, soprattutto, coltivando la curiosità come bene supremo.
Non sono mai andato alla ricerca dello straordinario. Ho sempre osservato ciò che faceva parte della mia vita.
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Willy Ronis era figlio di un emigrato ebreo di Odessa, in Ucraina, e di una pianista ebrea lituana, sfuggiti dai pogrom all'inizio del XX secolo. Melomani, si incontrarono in una compagnia di esiliati russi e si stabilirono nel IX arrondissement di Parigi.
Dopo aver lavorato in uno studio di fotografia famoso, il padre aprì il proprio studio fotografico in Boulevard Richard Lenoir, sotto lo pseudonimo di Roness. Willy nasce così a Parigi, ai piedi della collina di Montmartre.
Nel 1929, Willy Ronis si iscrive alla facoltà di diritto, anche se spera ancora di divenire un musicista compositore. Ma, quando torna dal servizio militare, nel 1932, il padre, assai malato, gli chiede di aiutarlo allo studio fotografico.
Willy non prova grande interesse per la fotografia convenzionale, ma si entusiasma per le mostre fotografiche. Le sue opinioni politiche lo portano chiaramente a sinistra: inizia fotografando le manifestazioni operaie del 1934. Nel 1936, il padre muore, lo studio viene venduto e la famiglia si trasferisce nel XI arrondissement di Parigi.
Da questo momento, Willy Ronis, si dedica al reportage. Con lo sviluppo del movimento del Fronte Popolare, ideali comuni accomunano Ronis a Robert Capa ed a David «Chim» Seymour, fotografi allora già famosi.
Incontra, in quell'ambiente, anche Kertész, Brassaï e Cartier-Bresson. Ma, in confronto alla visione di questi ultimi, Willy Ronis sviluppa una vera originalità, segnata dall'attenzione portata all'«armonia corale dei movimenti di follia ed alla gioia delle feste popolari».
Dopo la Seconda guerra mondiale, entra nell'agenzia Rapho e, col sostegno del suo amico Roméo Martinez, collabor alle riviste Regards, Time e Life.
Belleville-Ménilmontant, Sur le fil du hasard e Mon Paris sono fra i libri più importanti pubblicati da Ronis.
Willy Ronis è riconosciuto, insieme a Robert Doisneau e Édouard Boubat, come
«Uno dei fotografi maggiori di questa scuola francese del dopo guerra che ha saputo conciliare con ingegno i valori umanistici e le esigenze estetiche del realismo poetico».
Nel 1948, Willy Ronis, si unisce al Groupe des XV, al fianco, fra gli altri, di Robert Doisneau, Pierre Jahan e René-Jacques, per difendere la fotografia come vera espressione artistica.
Nel 1953 Edward Steichen lo seleziona, insieme a Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau, Izis e Brassaï, per una esibizione al Museum of Modern Art di New York intitolata "Five French Photographers". Nel 1957 ottiene la Medaglia d'oro, conferitagli alla Biennale di Venezia.
La bellezza dell’ordinario è stata la fonte delle mie più grandi emozioni
Willy Ronis negli anni 1970-1980, in parallelo alle sue attività di fotografo, dedica gran parte del proprio tempo all'insegnamento. Prima alla Scuola di Arte di Avignone, poi alle facoltà di Aix-en-Provence e di Marsiglia, dove crea un corso di storia della fotografia.
Nel 1972, si sistema a L'Isle-sur-la-Sorgue (nel dipartimento della Valchiusa).
Nel 1983, seguendo i consigli di Guy Le Querrec, Claude Nori pubblica la sua prima monografia Sur le fil du hasard, opera che ottiene il premio Nadar e che l'incoraggia a tornare sulla scena con nuovi progetti.
In questo stesso 1983, Ronis, ha fatto dono della sua opera allo Stato francese.
Nel 2001, cre la sua ultima serie di fotografie.
Oggi, l'opera di Willy Ronis è esposta nel mondo intero e le sue immagini figurano nelle collezioni più famose dei più grandi musei.
Willy Ronis muore nella notte tra l'11 e il 12 settembre 2009, all'età di 99 anni.