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Le Brigate del Tigre, fra realtà e leggenda, rappresentano il primo tentativo del Governo francese di opporsi al crescente imperversare di una criminalità sempre più mobile, organizzata e feroce. Allo scopo serve una organizzazione di polizia altamente specializzata e dotata di mezzi moderni sia in termini di coordinamento che di tecniche operative.
Fortemente volute dall'allora Presidente del Consiglio e Ministro degli Interni Georges Clemenceau, detto il "Tigre", per la grande determinazione che lo caratterizzava, queste forze di polizia francesi passeranno alla storia proprio con quel nome: Le Brigate del Tigre.
Le Brigate Mobili Regionali della polizia sono le antenate dell'attuale Polizia Giudiziaria francese. Furono create su impulso di Célestin Hennion (direttore della Sûreté Générale) nel 1907 con l'intento disporre di una forza di polizia mobile e professionale. Jules Sébille, commissario di polizia, fu il primo capo di queste brigate mobili, dal 1907 al 1921.
Il XIX secolo è stato testimone di importanti cambiamenti nell'organizzazione delle attività umane.
Molte di queste attività, legittime quanto illegittime, operavano da secoli in dimensioni essenzialmente locali, soprattutto per la difficoltà o addirittura la pericolosità degli spostamenti da un luogo all'altro di merci e persone.
Nel corso del XIX secolo, in particolare dagli anni '50 in poi, la tecnologia con il suo grande sviluppo ha consentito di superare progressivamente molte di quelle difficoltà rendendo i viaggi più semplici, comodi e meno rischiosi.
Il treno, la navigazione a vapore, l'automobile e infine l'aeroplano sono tutte conquiste della tecnologia umana che vedono la luce nel corso del XIX secolo.
Con la possibilità di spostarsi più agevolmente cresce il giro d'affari delle attività mercantili e industriali, un certo benessere si diffonde maggiormente (anche se ancora timidamente) fra i vari strati sociali della popolazione e, possiamo dire che in generale il tenore di vita migliora abbastanza anche se non certo per tutti in egual misura.
Parallelamente alle attività legali anche quelle illegali ampliano i loro orizzonti operativi.
Se il treno e la nave a vapore aiutano i grandi truffatori ad internazionalizzarsi, allargando di molto il loro raggio d’azione, l'automobile consente anche al banditismo più brutale e violento di spingersi oltre i confini angusti dei quartieri cittadini, le campagne o il paesello d'origine.
La cosiddetta Belle Époque, è dunque un'epoca di significativi miglioramenti economici, di una più rapida e diffusa mobilità di cose e persone, ma vede anche l'acuirsi del divario economico tra la massa più povera della popolazione e i pochi ricchissimi privilegiati, e una forte recrudescenza delle attività criminose: in Francia come in gran parte d'Europa.
La Terza Repubblica, nella persona di Georges Clemenceau, energico presidente del Consiglio e Ministro dell'Interno, detto Il Tigre, proprio per la sua determinazione, decide di correre ai ripari di fronte alla forte recrudescenza di atti criminali di ogni genere, che turbano l’opinione pubblica di Parigi e della Francia intera. Lo fa potenziando le strutture di Polizia che fino a quel momento hanno dato prova di scarsa efficienza nel contrastare la nuova malavita in aumento.
Il Tigre, su precise indicazioni di Célestin Hennion, Prefetto di polizia e direttore della Sûreté générale, con due nuovi testi di legge, getta le basi di quella che sarà la Polizia Giudiziaria francese. È il 30 dicembre del 1907.
Prendono vita così dodici nuove Brigate di polizia, molto presto dotate anche di moderni mezzi di locomozione, come le nuove e potenti autovetture De Dion Bouton e Panhard Levassor. Le nuove Brigate vengono distribuite su gran parte del territorio nazionale e poste al comando del Commissario Jules Sébille.
Le dodici Brigate hanno sede in altrettante città della Francia:
Nel 1911 il numero delle brigate mobili sale a quindici, aggiungendosi quelle di Rennes (13ª), Montpellier (14ª) et Nancy (15ª). Nello stesso tempo le Brigate di Angers (4ª), Orléans (5ª), Clermont-Ferrand (6ª) et Reims (12ª) rimpiazzano rispettivamente quelle di Nantes, Tours, Limoges et Châlons.
Ogni Brigata è diretta da un commissario divisionale, assistito da tre commissari di polizia, ed ha in forza da quindici a venti ispettori che svolgevano il loro lavoro ventiquattro ore al giorno, a turno, in gruppi di cinque.
Lo staff iniziale è composto da 168 agenti di polizia (12 commissari divisionali, 36 commissari e 120 ispettori).
Una tale attività a livello di indagini, sorveglianza e pedinamento ottimizza l'efficacia dell'azione, mantenendo una pressione costante sugli obiettivi criminali.
Il loro compito è ben specificato dallo stesso presidente Clemenceau.
«Procedendo [alla creazione di queste brigate], il Governo ha l'unico scopo di dotare il nostro Paese di un'organizzazione divenuta essenziale per la salvaguardia sociale. Criminali di tutte le categorie a cui l'ampliamento e il miglioramento dei mezzi di comunicazione offrono ogni giorno maggiori possibilità di fuga e che troppo spesso la polizia locale non riesce a contrastare a causa di strutture indipendenti l'una dall'altra, senza contatto da comune a comune e rinchiuse in giurisdizioni anguste e invalicabili. Vogliamo che a ricercare e perseguire questi soggetti siano agenti esperti che si muovano rapidamente, dotati di vasta competenza professionale. »
Molto presto si vedono i primi positivi risultati e, per tutti, il nome della nuova organizzazione di Polizia sarà: le Brigate del Tigre.
Il primo grande successo mediatico di questi nuovi agenti di polizia è lo smantellamento della famosa "Banda Bonnot", operazione che costò la vita a Louis Jouin, il numero due della Sûreté.
Seguiranno altri casi importanti la cui soluzione andrà ad aumentare sempre di più il prestigio della nuova organizzazione di polizia.
Il furto della Gioconda, la lotta contro i temibili Apaches delle periferie parigine, l'assassinio del deputato socialista Jean Jaurès e quello del direttore de Le Figaro, Gaston Calmette.
Per non parlare poi del caso di tutti i casi: l'assassino seriale Henri-Désiré Landru.
L'attività delle brigate è ampia e il loro prestigio è destinato ad aumentare nel tempo, a pari passo con il crescere della competitività e, spesso, rivalità con la Sûreté Générale.
Per il momento il nome ufficiale delle Brigate del Tigre è ancora quello di Contrôle général des services de recherches judiciaires e la sede della Brigata di Parigi è inizialmente nella rue Greffulhe 8º arrondissement.
Sarà dal 1º di agosto del 1913 che la futura PJ prenderà sede al leggendario 36 Quai des Orfèvres: proprio quando Maigret è in procinto di intraprendere lì la sua carriera!
Coffret intégrale les brigades du tigre- lingua francese.
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