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L'aria di Parigi

L'aria di Parigi

La Parigi di Simenon e Maigret, del Cinema, dei Bistrot, delle Canzoni, della Malavita.


Victor (Marcel Duchamp) di Henri Pierre Roché

Pubblicato da Fulvio Nolli su 3 Giugno 2024, 10:54am

Tags: #Scrittori Francesi

Victor il Romanzo Postumo di Henri Pierre Roché.

Il romanzo, Victor (Marcel Duchamp), è l'ultima fatica letteraria che lo scrittore Henri Pierre Roché affronta nella sua vita. Opera che non viene portata a compimento proprio a causa della morte di Roché.

Quando, Henri Pierre Roché, inizia a stendere le prime pagine del romanzo, ha ormai 78 anni e colpiscono, anche per questo, la sublime leggerezza e la potenza di quest'opera, che rievoca, quasi in forma di diario, un momento magico e mitico insieme, vissuto dall'autore stesso, nella frenetica New York degli anni '20 del novecento: gli Anni Ruggenti.

 

Victor (Marcel Duchamp) di Henri Pierre Roché.

Victor (Marcel Duchamp) di Henri Pierre Roché.

Henri-Pierre Roché Collezionista e Scrittore.

Henri-Pierre Roché nasce a Parigi il 28 maggio 1879.

È stato un collezionista d'arte e uno scrittore, la cui vocazione letteraria si è rivelata relativamente avanti negli anni. Il suo primo libro, Deux semaines à la Conciergerie pendant la bataille de la Marne, lo scrive nel 1916.

Oggi è ricordato principalmente per essere l'autore del romanzo Jules e Jim, da cui François Truffaut ha tratto il suo terzo film.

 

Henri-Pierre Roché dalla Diplomazia all'Arte.

L'infanzia di Henri-Pierre Roché è segnata certamente dalla precoce perdita del padre, il farmacista Pierre Roché. A crescerlo sarà la madre Clara, donna dal carattere estremamente autoritario e che, forse a causa della perdita del marito, si rivela molto possessiva nei confronti del figlio.

Il giovane Roché frequentata con successo il liceo Louis-le-Grand, prestigioso istituto parigino che vantava allievi del calibro di Charles Baudelaire.

Terminati gli studi liceali si iscrive all'università, Facoltà di Scienze politiche, con l'intento di abbracciare la carriera diplomatica. Affascinato dalle arti visive, si iscrive, successivamente, all'Académie Julian, dove sviluppa il suo talento di disegnatore.

Henri-Pierre Roché Diviene un Collezionista d'Arte.

All'inizio del XX secolo Roché inizia a frequentare i caffè di Montparnasse divenendo amico dei principali pittori dell'epoca.

Resosi conto dei suoi limiti artistici, abbandona l'idea di dipingere personalmente ed inizia l'attività di collezionista. Acquista le prime tele ed aiuta gli amici a vendere le proprie.

È il primo a sostenere l'opera di Constantin Brâncuși e sarà sempre lui, nel 1905, a portare Gertrude Stein e il fratello Leo nell'atelier di Pablo Picasso.

Roché coltiva anche una passione sportiva, quella per la Nobile Arte: il Pugilato.

Accade spesso che si misuri in incontri di boxe con i pittori André DerainGeorges Braque che con lui condividono la stessa passione. 

Henri-Pierre Roché Amicizia e Ménage a Trois.

Nel 1906 Pierre annota sul suo diario, per la prima volta, il nome di Glob, pseudonimo dello scrittore tedesco Franz Hessel che, in quegli anni vive stabilmente a Parigi.

Tra i due si è creata un'amicizia profonda. Profonda al punto da non essere scalfita neppure dalla relazione di Pierre con Helen Grund, moglie dell'amico, che anzi si divise fra i due uomini, in un audace triangolo sentimentale.

Lo scoppio della Grande Guerra costringe i due amici a separarsi temporaneamente, ma il loro rapporto non si interrompe e, anzi, finirà con il procurare alcuni guai a Hanri-Pierre Roché.

Franz Hessel si arruola volontario e, proprio al fronte, inizia la stesura di Romanza Parigina. Carte di un disperso, romanzo epistolare indirizzato all'amico Pierre, che narra le vicende della loro esperienza giovanile nella capitale francese.

Anche Roché si arruola volontario, ma, ancora prima di essere mobilitato, è accusato di spionaggio a favore della Germania, per il fatto di ricevere numerose lettere da una nazione ora nemica.

A scrivergli è, ovviamente, l'amico Hessel che continua a mantenersi in contatto nonostante le vicissitudini belliche.

Roché viene arrestato e dall'esperienza del carcere, in realtà assai breve, nasce la vocazione alla scrittura e quel suo primo libro, Deux semaines à la Conciergerie pendant la Bataille de la Marne.

Henri-Pierre Roché a New York.

La sua carriera militare termina così ancor prima di iniziare, ma non quella diplomatica. Tra 1916 e il 1920 Henri-Pierre Roché viene inviato negli Stati Uniti per svolgere una missione per l'Alto Commissariato francese.

A New York ha modo di conosce artisti di notevole spessore, come Francis Picabia, Man Ray, Joseph Stella e Marcel Duchamp e di quest'ultimo diviene amico inseparabile. Proprio a Duchamp ed agli anni della loro amicizia americana è dedicato il suo ultimo romanzo autobiografico, Victor (Marcel Duchamp), scritto molti anni dopo quei fatti e rimasto incompiuto a causa della morte.

Victor (Marcel Duchamp) il Romanzo.

Il romanzo Victor (Marcel Duchamp) è un'opera senile, se vogliamo chiamarla così, perché intrapresa nel 1977 quando l'autore ha ormai già 78 anni.

È anche un romanzo della memoria perché centrato sull'esperienza newyorchése di Roché e Duchamp, che risale a cinquant'anni prima.

Può sembrare incredibile, ma l'amicizia fra Roché e Duchamp, nella New York del 1917, ripropone, anzi anticipa, una situazione del tutto simile che si verificherà poi, negli anni '20, fra RochéHessel e la moglie di lui Helen.

Ancora una volta due amici riescono, senza traumi, a gestire un ménage a trois, fra loro e la donna che amano entrambi. Questa volta la donna è Beatrice Wood, artista statunitense, nota per le realizzazioni, all'epoca giudicate scandalose, e per l'indole quanto mai ribelle ed anticonvenzionale.

Beatrice Wood nel 1917.

Beatrice Wood nel 1917.

Victor (Marcel Duchamp) Visto da Fabrizio Basso.

Nel 2018, all'epoca dell'edizione di Victor (Marcel Duchamp) per i tipi di Skira, Fabrizio Basso, giornalista a Sky Tg24, così ebbe a definire il romanzo di Henri-Pierre Roché:

- Il libro ha un impianto quasi diaristico, tra telefoni che squillano, riunioni e scacchiere dove si muovono i pensieri, la seduzione e gli appuntamenti ma lo scacco matto resta in sospeso. Sono molti gli appunti che ci portano in quella New York degli anni Venti, dalla rivista Wrong-Rong ai vagabondaggi per Central Park. E', Victor (Marcel Duchamp), un libro spensierato e potente, cucito con quel filo della normalità che solo un grande scrittore, protagonista delle sue storie, può tessere perché se nella trama non ci sei dentro è facile scivolare in una banalizzazione storica e letteraria. E' (anche per questo) che leggerlo offre "un benessere straordinario".-

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