Nel cuore pulsante della Parigi degli anni '20, un'icona emerge tra artisti e intellettuali: Kiki de Montparnasse. Questa straordinaria modella non è stata solo un volto da ammirare, ma anche una musa ispiratrice per molti artisti.
Le memorie di Kiki de Montparnasse.
In questo post, esploreremo la vita affascinante di Kiki de Montparnasse, le sue esperienze come modella e il suo impatto sul mondo dell'arte e della cultura. Scopriremo come la sua personalità vivace e il suo stile inconfondibile abbiano contribuito a definire un'epoca e come la sua storia continui a influenzare le nuove generazioni di artisti e creativi.
Le sue Memorie di una modella, sono un viaggio affascinante dentro la storia di una donna che ha saputo trasformare la sua vita in un'opera d'arte. Se sei appassionato di storia dell'arte, moda e cultura parigina, non perderti questo racconto straordinario!
Chi era Kiki de Montparnasse.
Kiki de Montparnasse, al secolo Alice Prin, anche nota come la Reine de Montparnasse, fu, amante, musa ispiratrice e modella preferita di molti artisti nella Parigi degli Anni ruggenti. Fra questi uno dei più noti è certamente Man Ray, pittore, fotografo, regista e grafico statunitense, esponente del Dadaismo e del Surrealismo.
Kiki de Montparnasse è stata e rimane uno dei personaggi più in vista nella Parigi degli anni folli del primo dopoguerra.
Priva di inibizioni, a vent'anni era già una celebrità. A trenta, scrisse queste sue Memorie di una modella. Frequentatrice instancabile della vita mondana, divenne amica e confidente di maestri della pittura, scrittori, personaggi come Kisling, Fujita, Soutine, Modigliani, Man Ray, Jean Cocteau, Ernest Hemingway, i dada e i surrealisti. Le sue memorie sono i momenti intimi di quegli anni ruggenti.
Ernest Hemingway, nella prefazione all'edizione americana del libro di Alice, Memorie di una modella, così definisce Alice Prin, meglio conosciuta come Kiki de Montparnasse:
Se siete stanchi dei libri scritti dalle signore scrittrici d'oggigiorno, eccovi un libro scritto da una donna che non fu mai una signora. Per circa dieci anni, come spesso capita, Kiki fu lì lì per essere una regina, ma questo naturalmente è molto diverso dall'essere una signora.
Alice Prin, la ragazza che un giorno Parigi osannerà come la Reine de Montparnasse, nasce a Châtillon-sur-Seine il 2 ottobre del 1901.
È la figlia illegittima di Marie Prin, operaia linotypista e del suo amante, un ricco commerciante di legname. La piccola Alice cresce affidata alla nonna materna in estrema povertà.
Nel 1913 la madre, Marie, incontra un uomo, Noël Delecœuillerie, e i due si sposano poco dopo. Questo matrimonio consente ad Alice, che ormai ha 12 anni, di raggiungere la madre e il patrigno a Parigi, nella loro abitazione di rue Dulacet 12.
Come abbiamo detto, la madre di Alice, era un'operaia linotypista, lavorava cioè in tipografia e la sua specializzazione godeva di un notevole prestigio nel mondo del lavoro di quei tempi.
Per la figlioletta, Marie, immagina una vita del tutto simile alla propria e pensa di avviarla al lavoro in tipografia.
Ma, a quanto pare, non sono le tipografie i luoghi dove Alice si sente a proprio agio.
Al lavoro in officina, regolato da rigidi orari, la giovane preferisce lavoretti saltuari: cucitrice, fiorista, lavabottiglie nelle drogherie Félix Potin.
Sembra aver trovato la sua strada quando viene assunta come commessa presso un fornaio della Place Saint-George. Il continuo contatto con la gente non le dispiace e sembra trovarsi bene in quel ruolo.
È ancora una bimba, ma il suo corpo si è precocemente formato. Formato al punto da attirare l'attenzione maschile e, sul lavoro, è vittima di eccessive attenzioni e molestie.
Si ribella, Alice, perde il posto di lavoro e si ritrova senza un soldo. Il suo cervello, però, si è sviluppato precocemente quanto il suo corpo, mentre le inibizioni, tipiche dell'epoca, non sembrano appartenerle.
È qui che è iniziata la sua carriera di modella.
Al civico 51 della rue Saint-George, dal 1908, ha sede la prestigiosa Société nationale des beaux-arts, e sono molti i pittori o aspiranti tali, che frequentano il quartiere.
Il pittore e lo scultore, maestro o allievo che sia, ha bisogno di modelli per le sue opere ed i suoi esercizi. Modelle, in particolare per il nudo, non sono sempre facili da trovare, anche perché, all'epoca, questa attività è ancora assimilata alla prostituzione.
Alice posa nuda per alcuni scultori. La pagano bene, molto più di quanto potesse immaginare, ma la madre non approva assolutamente. Forse per lei concedersi ad un vecchio fornaio nel segreto d'un retrobottega è più morale che, pubblicamente, mostrarsi nude agli occhi di uomini che, almeno in quel momento, vedono in te solo l'immagine di un bel corpo da riprodurre.
C'è, fra madre e figlia, una lite furiosa ed Alice si ritrova per strada, scacciata di casa, nel bel mezzo dell'inverno del 1917.
Alice ha solo 16 anni, ma non si perde d'animo. Ancora non lo sa, ma il suo Destino è dietro l'angolo.
È notte, fa freddo da morire e due giovanissime ragazze girano per le vie di Parigi senza un soldo e senza un luogo dove rifugiarsi. Cosa possono attendersi dal loro futuro? La morte? Un letto d'ospedale? L'aggressione d'un pugno d'ubriachi?
Niente di tutto questo accade. Non a loro. Non quella notte. C'è un uomo per strada, solo quanto loro. Un uomo buono, divorato dai suoi demoni: quelli dell'arte quelli della psiche. Quell'uomo si chiama Chaïm Soutine, è un ebreo russo, nato dalle parti di Minsk nel 1894, vive a Parigi dal 1913 ed è un pittore.
Lui non se la passa molto meglio di loro, ma un tetto sulla testa ce l'ha. Un tetto miserabile su di una stanza altrettanto desolata e gelida. Soutine conduce son sé le due giovani donne, le ospita presso di lui. Quella notte brucia nel camino alcuni dei pochi arredi di casa che gli restano, per scaldare se stesso e loro.
Una di quelle due giovani è Alice Prin ed è quella notte che inizia il suo cammino verso quel futuro in cui per tutti sarà Kiki de Montparnasse.
Lui ha 24 anni ed è un artista introverso, originalissimo, con problemi psichici, destinati a farsi più seri negli anni, che lo porteranno a distruggere molte delle sue opere nei momenti di crisi.
Di lui, si dice, che una volta, deciso a dipingere degli animali morti, si procurò alcune carcasse tenendole a lungo nel suo studio. I vicini, disgustati dal fetore, chiamarono la polizia. Invano, il pittore, cercò di spiegare, agli agenti intervenuti sul luogo, la supremazia dell'arte rispetto all'igiene.
Alice e Soutine furono probabilmente amanti, ma non a lungo. Resteranno amici per sempre, ma non è facile convivere con un genio come Soutine, sempre sull'orlo della follia. Grazie a lui la ragazzina avrà modo di entrare in contatto con alcuni dei protagonisti della nuove tendenze artistiche dell'epoca.
Chaïm Soutine vive nella cité Falguière, un vicolo cieco laterale alla rue Falguière, interamente costituito da piccoli atelier voluti dal proprietario dei terreni, lo scultore Jules-Ernest Bouillot, e destinati proprio ad ospitare a poco prezzo artisti male in arnese.
Un luogo, allora, poco più che miserabile, la cité Falguière, dove però lottano, quotidianamente, contro le pulci artisti del calibro di Amedeo Modigliani, Constantin Brâncuşi, Joseph Csaky, Maurice Blond, Alexandre Zinoview, Tsugouharu Foujita e, come abbiamo visto, Chaïm Soutine. Vanno, vengono, si alternano o convivono in quelle costruzioni di legno, vetro e argilla, che sono per loro dei laboratori e, molto spesso, l'unico riparo per le tante notti insonni.
Poco distante da lì c'è Montparnasse e il suo ombelico del mondo, il luogo dove molto presto Alice Prin sarà eletta Regina.
Lei prende a frequentare assiduamente La Rotonde, uno dei locali simbolo della Montparnasse di quegli anni. Può sedere solo al bar, perché la brasserie è interdetta alle donne senza cappello.
Alice impara a disegnare ed esegue ritratti per i soldati americani che affollano il locale.
Marc Chagall, Fernand Léger, Amedeo Modigliani, tutti vengono conquistati dai grandi occhi di Alice. Impara a disegnare ed esegue ritratti per i soldati americani che affollano il locale.
Con il 1918 le assenze di Soutine da Parigi divengono sempre più frequenti. Il pittore è attirato dall'ambiente naturale dei Pirenei e del Mediterraneo. È in quello stesso anno che per Alice Prin ha inizio un'importante relazione sentimentale, che durerà fino al 1922, con il pittore di origini polacche Maurice Mendjizky.
Lei è una modella sempre più corteggiata dagli artisti di Montparnasse. Il pittore Tsugouharu Foujita la ritrae nel suo celebre dipinto, Nu couché à la toile de Jouy, che sarà la rivelazione del Salone d'autunno del 1922.
Ora lei è la Reine de La Rotonde!
Taglia i capelli corti alla garçonne, trucca pesantemente il contorno degli occhi, mentre le labbra si colorano di rosso vivo: è nata Kiki de Montparnasse.
Dirà di lei il poeta canadese John Glassco:
Il suo maquillage era di per sé un'opera d'arte... la sua bocca dipinta di un profondo scarlatto che enfatizzava l'umorismo scaltro ed erotico dei suoi contorni. Il suo viso era bellissimo da ogni angolazione, ma mi piaceva di più a pieno profilo, quando aveva la purezza lineare di un salmone ripieno.
Man Ray l'uomo del destino per Kiki de Montparnasse.
È il 14 luglio del 1921 quando Man Ray scende dal piroscafo che dagli Stati Uniti lo conduce a Le Havre. Ad attenderlo l'amico e sodale Marcel Duchamp.
Subito sono a Parigi e, la sera stessa, Man Ray viene presentato ai surrealisti Louis Aragon , André Breton , Paul Éluard e la moglie Gala (futura consorte di Salvador Dalì) , Théodore Fraenkel , Jacques Rigaut e Philippe Soupault.
L'artista americano non può che stabilirsi a Montparnasse, dove subito incontra Alice, ormai sempre più Kiki.
Si innamorano e la loro storia durerà ben otto anni.
Nel 1926 Kiki e la sua amica Thérèse Treize vivono all'Hôtel Raspail, al 232 di boulevard Raspail.
Lei è la modella più richiesta per foto, quadri, sculture, ma è anche ballerina, attrice ed artista lei stessa. Espone regolarmente i suoi dipinti nelle gallerie parigine, in particolare “Au Sacre du Printemps”, nel 1927, nella storica galleria “Georges Bernheim”, nel 1930, e, nel 1931, alla galleria Jean Charpentier, rue du Faubourg-Saint-Honoré.
Nel 1929 trascorre 10 giorni in prigione, a Nizza, dopo aver aggredito violentemente il proprietario di un bar che le aveva rifiutato l'ingresso nel suo locale. Racconta la scena nelle sue memorie:
“… Una sera incontro degli amici marinai in un bar inglese dove non andavo mai. Avevo appena aperto la porta quando il capo mi grida: “Nessuna puttana qui! “. Mi precipito verso di lui e gli lancio un mucchio di piattini in faccia. I miei amici iniziano la rissa, ma arriva la polizia portuale!”
E se non bastasse, quando la polizia cerca di portarla in questura, colpisce il sovrintendente con la borsetta. Sarà Man Ray grazie ai suoi contatti a farla rimettere presto in libertà.
C'è da dire che in questo periodo di crisi Kiki consuma moltissime droghe, ne parla come di "delizie da accarezzare l'anima".
Tornata a Parigi, incontra il giornalista Henri Broca e se ne innamora perdutamente. È nel giornale da lui creato, Paris-Montparnasse, che Kiki pubblica le prime pagine del suo libro dei ricordi.
Per tutti è ormai: la "Reine de Montparnasse".
Il suo successo arriva fin negli Stati Uniti. Le viene offerta una traduzione del suo libro, la cui prefazione sarà scritta da Hemingway e contiene le frasi citate in apertura. L'opera è però considerata troppo “scabrosa”, per il pubblico americano, e viene censurata, nonostante l'impegno in suo favore del giornalista Edward William Titus, marito di Helena Rubinstein.
Nessun problema! A Parigi, Kiki vive alla grande...ma ancora per poco.
Gli anni folli sono al capolinea e la crisi economica, seguita al tracollo della Borsa di New York del 1929, inizia a mordere anche in Francia.
In aggiunta alla crisi sociale Kiki si ritrova in ristrettezze economiche anche per i gravi problemi di salute mentale che colpiscono sua madre Marie e il suo amante Henri Broca. Le spese per le cure sono ingenti.
Lei è ancora richiesta come modella, ma non basta più. Per far fronte al bisogno si esibisce nei locali: canta e balla nei cabaret.
Il 14 novembre 1930 debutta al Concert Mayol, poi al Moulin de la Galette, al famoso Boeuf sur le Toit e al Cabaret des Fleurs.
Il suo stile di vita continua ad essere esagerato. Kiki beve, mangia troppo e non rinuncia agli stupefacenti.
Nel 1934 pesa 80 chili, ma nonostante questo è ancora richiesta e continua a posare. In particolare per Per Lasson Krohg, che ama il suo "posteriore" che lo fa pensare ad "un tre alberi a vele spiegate".
Broca muore nel 1935.
A 36 anni, Kiki de Montparnasse apre il suo locale, Chez Kiki, in rue Vavin nel 6° arrondissement di Parigi. Inizia una relazione con il pianista fisarmonicista del suo cabaret, André Laroque. È lui che tenta, senza troppo successo di farla smettere con la droga e si offre di dattilografare le sue memorie.
Nel 1939 canta al cabaret Le Gipsy's al 20 di rue Cujas. Il 19 dicembre 1942 torna alle scene al Jockey, 127 boulevard Montmartre, dove si esibisce fino al luglio 1943.
Nel 1952, Frédéric Kohner, un americano, professore all'Università della California, inutilmente innamorato di lei quando aveva 19 anni, la rivide:
La porta del bar si è aperta... l'ho vista entrare. Indossava un cappotto di foca molto logoro e un cappello di una taglia ridicola, con un velo che le nascondeva gli occhi... Sono rimasto scioccato... mi sembrava che fosse avvenuta una terribile esplosione, che non lasciava altro che orribili rovine. Ho guardato il suo viso mentre barcollava verso il bar... Il suo viso era così devastato dall'età che era irriconoscibile. Era un volto dove si sentiva molto vicino la morte, dove già si poteva intuire il cadavere. Il trucco eccessivo non faceva che accentuare l'impressione di decomposizione che dava.
Kiki de Montparnasse muore il 23 marzo del 1953, all'ospedale Laennec. Viene sepolta nel cimitero parigino di Thiais.
Di tanti amanti ed ammiratori, alle esequie di Kiki de Montparnasse, è presente solo Tsuguharu Foujita.
Memorie di una modella Copertina flessibile – 31 marzo 2016.
Kiki di Montparnasse. Artista, intellettuale, musa fra Modigliani e Man Ray, opera di Mark Braude.
Caschetto nero, naso appuntito, morbide spalle, fianchi che sa come agitare per meglio incantare il suo pubblico: tutto questo è Kiki, cantante, ballerina, modella; Kiki dall’eleganza ferina di un cervo; Kiki trasportata dalla gioia. Kiki, stella delle notti di Montparnasse, sulla Rive Gauche della Parigi degli anni Venti, una città la cui luce, negli anni fra le due guerre, brilla tanto da accecare.
Ma Kiki, nata Alice Ernestine Prin, figlia illegittima dalle origini povere e oscure, è anche qualcos’altro per la platea bohémienne che assiste a quegli spettacoli: la compagna e musa di uno dei piú dirompenti artisti dell’epoca, Man Ray. S’incontrano in un caffè, nel 1921. Kiki è esuberante e provocatoria, a quel tempo la preferita da pittori come Calder e Modigliani; Man Ray è guardingo, taciturno, capace di pronunciare in francese solo poche frasi. Ma tanto basta a far scoppiare la passione: è l’inizio di una relazione romantica e artistica che non ha pari fra i contemporanei. Kiki è al suo fianco durante tante avventure creative che costruiranno la fama di Man Ray per la posterità, dal Violon d’Ingres a Noire et blanche, e questo è tutto ciò che il mondo ricorda di lei.
Ma la verità, dispiegata per noi in queste pagine da Mark Braude, è che Kiki fu molto di piú. Non soltanto musa, modella e cantante, capace con la sua voce di consolare gli afflitti ubriachi nelle notti vellutate di Parigi, ma anche artista magnetica e irresistibile, pittrice dalla creatività esplosiva, che attirava le folle durante le proprie esposizioni, attrice nei primi film surrealisti, il cui memoir, corredato da un’introduzione di Ernest Hemingway, finí sulle prime pagine di tutti i quotidiani francesi. Una figura imprendibile, con cui la storia è stata ingenerosa.
Kiki di Montparnasse. Artista, intellettuale, musa fra Modigliani e Man Ray