Tra le figure più influenti e affascinanti della moda del XX secolo, Elsa Schiaparelli occupa senza dubbio un posto di rilievo. Nata a Roma nel 1890, Schiaparelli è ricordata soprattutto per aver portato una ventata di innovazione e sperimentazione nel panorama della haute couture parigina, grazie a uno stile unico e inconfondibile, profondamente influenzato dal movimento surrealista.
/image%2F6949873%2F20240915%2Fob_6f73d0_elsa-schiaparelli-la-moda-come-arte.jpg)
La Parigi Surrealista di Elsa Schiaparelli.
Proveniente da una famiglia dell'aristocrazia italiana, Elsa Schiaparelli trascorre gran parte della sua vita a Parigi, dove apre la sua prima maison de couture nel 1927. Fin da subito, la stilista si distingue per un approccio radicalmente diverso rispetto ai canoni estetici dell'epoca: anziché ricalcare le forme classiche e il gusto tradizionale della moda, le sue creazioni sono caratterizzate da un'estetica inedita e audace, che attinge direttamente dall'universo del surrealismo.
Affascinata dalle opere di artisti come Salvador Dalí e Man Ray, Elsa Schiaparelli non esita a introdurre nelle sue collezioni elementi surreali e provocatori, come bottoni a forma di insetti, abiti con impronte di dita, o ancora la celebre "Lobster Dress", un vestito sulla cui gonna è ricamata un'enorme aragosta. Questa originale ibridazione tra moda e arte sperimentale rese Elsa Schiaparelli una vera e propria icona del suo tempo, capace di sconvolgere e affascinare il pubblico con creazioni che andavano ben oltre il mero aspetto estetico.
Ma l'influenza del surrealismo si manifestava anche nella personalità stessa della stilista, caratterizzata da un'eccentricità e una creatività fuori dal comune. Elsa Schiaparelli stupisce e scandalizza, sperimentando continuamente nuovi materiali e tecniche, dalla pelliccia alle paillettes, dal trompe-l'œil alle stampe optical. Il suo stile inconfondibile, fatto di elementi bizzarri e inattesi, diviene ben presto sinonimo di raffinatezza e audacia, contrapponendosi nettamente all'eleganza classica e sobria di Coco Chanel, sua principale rivale.
Nonostante il successo ottenuto durante gli anni '30 e '40, la maison di Schiaparelli chiude i battenti nel 1954, in seguito a una serie di difficoltà finanziarie. Tuttavia, l'eredità della stilista resta indelebile, e il suo nome continua a essere celebrato come simbolo di una moda visionaria e senza compromessi, capace di unire arte e artigianato in creazioni uniche e indimenticabili.
Elsa Schiaparelli Figlia di Nobili e Intellettuali.
Elsa Luisa Maria Giacobina Schiaparelli nasce a Roma il 10 settembre 1890 nell'elegante Palazzo Corsini in via della Lungara a Trastevere.
La madre di Elsa, Giuseppa Maria de Dominicis, appartiene ad un'antica famiglia aristocratica napoletana che vanta discendenze dal casato dei Medici.
Anche il padre, Celestino Schiaparelli, proviene da un ambiente famigliare aristocratico, piemontese nel suo caso, anche se ormai decisamente decaduto.
In gioventù, per mantenersi agli studi, ha dovuto cercarsi un posto di lavoro ed è così entrato al Regio Servizio Postale. Timido e riservato, ma evidentemente risoluto, ha continuato a studiare le lingue arabe ed orientali.
Quando la figlia Elsa viene al mondo, Celestino ha 49 anni, è uno dei più eminenti orientalisti italiani, professore di lingua araba all'Università di Roma e direttore della Biblioteca dell'Accademia dei Licei, che ha sede proprio in Palazzo Corsini.
Il fratello di Celestino, Giovanni Schiaparelli, è invece un astronomo di fama, direttore dell'Osservatorio di Brera a Milano. A lui si deve la scoperta della rete di canali sul pianeta Marte.
Altro importante membro della famiglia è, indubbiamente, Ernesto Schiaparelli, cugino di Celestino e Giovanni, che fu uno dei massimi egittologi italiani e, dal 1924, Senatore del Regno.
Quella di Elsa è quindi una famiglia di spicco di intellettuali piemontesi, riservati, caparbi, conservatori e tradizionalisti e, nelle stanze dove la giovane cresce giorno dopo giorno, si respira Cultura ad ogni passo.
Elsa Schiaparelli Ribelle per Passione.
Fin da giovane, Elsa mostra un carattere inquieto e anticonformista, che assai poco si concilia con la comunità di riservati intellettuali conservatori, rappresentata dalla sua famiglia.
Alla caparbia volontà del padre piemontese, la ragazza, unisce, forse, quel tocco di impaziente fantasia napoletana ereditata dalla madre.
Elsa, in quel grande palazzo, respira arte in ogni momento della sua giornata. Cresce, divisa tra ansia creativa e reprimende paterne, che la esortano costantemente al decoro e alla moderazione.
Ci piace pensare che, in qualche modo, anche la presenza dello Spirito di Cristina di Svezia, grande ribelle del suo tempo, che aveva abitato quelle stanze, abbia influito sulla sua formazione.
Quello che è certo è che Elsa Schiaparelli si rende conto fin da subito di avere molto da dare al mondo, anche se ancora non sa bene cosa.
Già in tenera età, Elsa Schiaparelli, sogna di diventare attrice di Teatro. Forse è il desiderio, innato in lei, di condividere con il mondo intero il proprio mondo interiore.
Forse è una reazione risentita ai continui commenti della madre che non perde occasione per definirla "bruttina".
Cresce, Elsa, rendendosi conto che, mai e poi mai, la sua famiglia potrà assecondare le sue aspirazioni. Si chiude in se stessa e scrive poesie, mentre intraprende gli studi di filosofia. I genitori non si oppongono certo: la passione per lo studio riescono a comprenderla e condividerla facilmente.
Cresce, Elsa, e nel 1911, quando ha ormai 21 anni, sorprende genitori e parentado con un inaspettato colpo di scena.
Rivelando un'insospettabile capacità nel tessere relazioni, Elsa Schiaparelli, riesce a far pubblicare le sue poesie, delle quali nessuno sospettava l'esistenza fino a quel momento, dall'editore Riccardo Quintieri per i tipi della Società Tipografica la Gutemberg.
Titolo del volumetto, Arethusa, ispirato dall'amore di Alfeo per la vergine ninfa sacra ad Artemide.
Il padre Celestino è uomo che fatica a pubblicare, persino i proprio studi sulle lingue arabe, per eccesso di modestia e riservatezza. Figuriamoci con quale entusiasmo, l'uomo ora settantenne, possa accoglie la notizia dell'iniziativa della figlia, di dare alle stampe quei versi forse non eclatanti, ma di certo piuttosto sensuali.
Elsa Schiaparelli, causa la pubblicazione delle sue poesie, entra in aperto contrasto con i genitori, che proprio non riescono ad accettare le derive artistiche della figlia, ritenendole poco o nulla decorose.
Vogliono che la ragazza si rimetta in riga, torni con i piedi per terra e, giusto per far dimenticare la sua improvvida escursione nel mondo delle Muse, decidono di spedirla nella Svizzera tedesca: addirittura in un convento.
Elsa arriva ad attuare una sorta di sciopero della fame, ma la situazione non cambia.
Seppure a malincuore Elsa non ha alcuna possibilità di sfuggire a questa pesante punizione, lascia Roma e parte per la Svizzera, dove potrà continuare i suoi studi in un ambiente protetto.
Devono essere stati due anni di intensa sofferenza, quelli trascorsi da Elsa fra le mura del convento svizzero.
La giovane donna, ora, ventitreenne, non è certo tipo da rassegnarsi al proprio destino, anche quando sottrarvisi sembra impossibile.
Può contare su amicizie di buon livello e, come abbiamo già visto, possiede determinazione e capacità relazionali.
Nel 1913, proprio grazie ai buoni uffici di un'amica, ottiene un posto di lavoro presso un orfanotrofio londinese.
In men che non si dica, Elsa, lascia per sempre le Alpi svizzere per le nebbiose vie di Londra.
È probabilmente questo il vero inizio della sua vita.
Elsa Schiaparelli giunge a Londra nel 1913, per lavorare in un orfanotrofio. Non dispone di grandi mezzi economici, ma possiede un buon nome da spendere in società.
Londra non è Roma, meno che meno Parigi, ma un minimo di vita mondana è evidentemente possibile anche fra le nebbie del Tamigi.
Non passa molto tempo ed Elsa ha l'opportunità di conoscere un giovane aristocratico tedesco, il conte Wilhelm de Wendt de Kerlor. Lui è un bel giovane, elegante e raffinato, economicamente più malmesso di lei, ma non privo di fascino.
Il fascino è certamente il suo patrimonio più cospicuo, visto che vive quasi esclusivamente per dedicarsi alle avventure sentimentali.
Wilhelm è, di professione, un Medium psichico o per tale si presenta. C'è chi lo ha definito "Un Teosofo persuasivo, ma incostante".
Di questa sua incostanza, Elsa, avrà modo di valutare a pieno le conseguenze di lì ad una manciata di anni.
Lui è il classico stereotipo dell'avventuriero, tipico della Belle Époque. Un epoca in cui il denaro conta moltissimo, come sempre, ma anche un titolo nobiliare, modi raffinati e un tocco di cialtroneria, hanno la loro importanza. C'è ancora in circolazione un gran numero di borghesi, ricchissimi, con il complesso d'inferiorità nei confronti dell'aristocrazia, che disprezzano ed ammirano contemporaneamente e nella stessa misura.
Di viso, Elsa, è effettivamente bruttina, come non mancava di ricordarle la madre, ma è intelligente e istruita, possiede un portamento regale, un bel fisico e un'innata eleganza. Un tipo, insomma, che può piacere.
Fra i due giovani scatta la magica scintilla dell'amore, che si sa: l'amore è cieco e anche poco ragionevole.
Un Matrimonio, una Figlia, un Divorzio, fra New York e Parigi.
Londra, 21 luglio 1914. È un martedì. Mancano 7 giorni alla dichiarazione di guerra dell'Impero Asburgico alla Serbia. Mancano 14 giorni al 4 agosto ed al vero inizio della Prima Guerra Mondiale.
Ma quel martedì 21 luglio c'è chi non pensa minimamente a tutto quello che potrebbe accadere e che già fa tremare i polsi all'Europa intera.
Quel martedì, Elsa Schiaparelli e il conte Wilhelm de Wendt de Kerlor si sposano!
Lei ha 24 anni, lui 31. Sono giovani, si amano, sono entrambi alla ricerca di equilibrio, indipendenza e rispettabilità. Non necessariamente in quest'ordine e non necessariamente entrambi nella stessa misura.
Dopo il matrimonio via da Londra verso la Francia ed il sole della Costa Azzurra.
Gli sposini si stabiliscono a Nizza, poco distante da Cannes dove, i genitori di lui possiedono un'attività di floricultura.
A questo punto però la guerra incombe. Lui ha nazionalità svizzera, ma la guerra è sempre la guerra. Forse è per questo, o forse perché l'Europa è ormai diventata troppo triste, che la coppia, nel 1916, decide di ricominciare decisamente da capo, dall'altra parte dell'oceano: a New York, dove tutto è possibile.
Un viaggio lungo e costoso quello che conduce da Nizza a New York, ma i due giovani sposi lo affrontano. Forse li aiutano economicamente i genitori.
Giunta nella grande città statunitense la coppia si stabilisce al Greenwich Village, sorta di Montmartre americana, dove si ritrovavano già allora molti artisti, in particolare quelli delle avanguardie.
Forse non è proprio tutto possibile nella Grande Mela, ma molto, certamente, lo è: se ti dai da fare e ti sai muovere.
Il conte continua nell'attività di psyco-medium, ma sembra più interessato al gentil sesso che al lavoro. Frequenta il bel mondo e non cessa di inanellare conquiste femminili. Le difficoltà economiche non sono da poco per i due novelli sposi.
È soprattutto Elsa a darsi da fare in famiglia. Al Village ha modo di avvicinare una variegata umanità cosmopolita e colta. Si propone come venditrice di abiti del famoso couturier francese Paul Poiret, noto in tutto il mondo. Frequenta l'ambiente degli antiquari newyorchesi dove, colta e raffinata com'è, non fatica certo ad essere accettata.
Pensa di inserirsi nel mercato del commercio di oggetti d'arte per contribuire al mantenimento della famiglia. Famiglia che nel 1920 si allarga con la nascita di una bella bambina: Maria Luisa Yvonne Radha, amorevolmente detta "Gogo".
La bimba sarà il grande amore di Elsa, tanto più che il rapporto con Wilhelm va sempre peggio e di lì a poco precipita. I continui tradimenti di lui si succedono uno dopo l'altro, poi il conte si invaghisce della mitica danzatrice Isadora Duncan e lascia Elsa sola con la piccola che, di lì a poco, si ammala di poliomielite.
Nel 1922 la Schiaparelli chiede il divorzio, che diviene effettivo nel marzo del 1924.
Nel frattempo il padre di Elsa, Celestino, è deceduto nel 1919.
Elsa medita di tornare in Europa, ma servono soldi e lei moltiplica le sue vulcaniche attività.
Si mantiene soprattutto con lavori di traduzione e, pare, anche con con occasionali lavori come controfigura su set cinematografici.
Le avanguardie artistiche ed intellettuali si ritrovano al Greenwich Village e il quartiere pullula di nuove iniziative culturali.
Fra i tanti protagonisti di questo ambiente bohémien c'è una donna, particolarmente impegnata a promuovere l'attività artistica del marito.
Lei è Gabriële Buffet e il marito è il pittore Francis Picabia.
Nel 1913 Gabriële Buffet ha organizzato la partecipazione di Picabia all'Armory Show, prima grande esposizione d'arte degli Stati Uniti. In seguito ha continuato a fare la spola fra Parigi in guerra, Barcellona e New York. Tiene conferenze sull'arte moderna, concede interviste a settimanali specializzati.
Studiosa di musica e composizione, pittrice anch'essa, è donna di grande cultura. Moglie di Francis Picabia dal 1909, amica personale di Gertrude Stein, Guillaume Apollinaire e di Marcel Duchamp.
Elsa Schiaparelli e Gabriële Buffet si incontrano a New York, si conoscono e si capiscono al volo. È grazie a Gabriële che Elsa entra in contatto con gli artisti del movimento Dadaista. Conosce Man Ray e Marcel Duchamp e, ovviamente, il marito di Gabriële, Francis Picabia. Elsa inizia ad identificarsi con queste nuove rivoluzionarie forme d'arte, così congeniali alla sua natura ed in sintonia perfetta con il suo spirito.
Gabriële Buffet fa la spola fra New York e Parigi e, nel 1922, dopo il divorzio di Elsa da quel suo infedele marito, le propone di seguirla a Parigi.
Elsa accetta immediatamente ed è pronta a partire con la figlia al seguito. Gabriële contribuisce ad organizzarle il viaggio. Partono in giugno e con loro c'è anche Blanche Hays, moglie del famoso avvocato americano Arthur Garfield Hays.
Il marito fedifrago di Elsa, il teosofo conte Wilhelm de Wendt de Kerlor, morirà a 44 anni, il 2 maggio del 1928 nella regione messicana, allora semidesertica, del Tamaulipas dove il suo strano destino, chissà come e perché, lo ha condotto.
Elsa Schiaparelli tra Surrealismo e Dada.
Farsi mantenere dagli altri non è certo cosa nelle corde di Elsa Schiaparelli. L'ospitalità dei Picabia dura quindi solo il tempo di ambientarsi a Parigi e trovare una qualche fonte di reddito.
All'inizio sarà un alloggio in un palazzotto abbastanza elegante al 20 di rue de l'Université. Solo due stanze nel sottotetto, ma è comunque la Rive Gauche: meno di mezz'ora da Montparnasse.
Un periodo non facile, per Elsa, quello rappresentato dai primi anni trascorsi a Parigi. Lavori precari e, probabilmente, saltuari, procurati da amici. Quelli che ha conosciuto a New York e che ora ritrova al Dingo Bar, nella rue Delambre, come Man Ray e Marcel Duchamp.
Quelli nuovi che si riuniscono alla Closerie des Lilas, in boulevard du Montparnasse. Artisti del calibro di André Breton, Aragon, Kees Van Dongen, Pablo Picasso, Gino Severini, Giuseppe Ungaretti, André Gide, Paul Éluard, Oscar Wilde, Samuel Beckett, Man Ray, Ezra Pound, Jean-Edern Hallier, Ugo Giannattasio, e che, con gli americani, stanno dando vita ad una nuova corrente del pensiero artistico che definiscono Surrealismo.
Il movimento dadaista sta perdendo slancio, quello surrealista ne raccoglie in qualche misura l'eredità, la amplifica, la evolve.
Elsa si ritrova nel pensiero che anima quella nuova corrente surrealista. Molte delle loro istanze sono anche sue.
Non è una donna superficiale e l'eccentricità che la caratterizza e distingue, non è un atteggiamento, ma semplicemente la sua natura.
Elsa però, ha una bimba da accudire e curare, la sua vita non è certo semplice e il lavoro con la conseguente autonomia economica rimane in vetta alla lista delle sue priorità.
/image%2F6949873%2F20240915%2Fob_23123b_la-rivoluzione-surrealista.jpg)
Elisa Schiaparelli Scopre il Mondo della Moda.
Non sono facili i primi tempi che Elsa Schiaparelli trascorre a Parigi. I suoi amici americani sono tutte persone piuttosto abbienti, è vero, e lei frequenta assiduamente gli artisti più all'avanguardia di Parigi, è vero anche questo. Ma non ha denaro, fatica a trovare una sua collocazione nella società parigina, abita un appartamento che si fatica a definire tale ed ha una figlia bisognosa di cure.
La svolta della sua vita inizia a delinearsi quasi all'improvviso e in un modo del tutto imprevedibile. Non è una svolta decisa ed immediata: è l'inizio di un nuovo percorso, destinato a condurla molto lontano e molto in alto.
Un giorno, siamo nel 1925, Elsa accompagnata da tale signora Hartley, una sua ricca amica americana, sono in giro per Parigi. Entrano nel famosissimo Atelier del creatore di moda Paul Poiret: l'uomo che ha dettato la moda femminile per gran parte della Belle Époque!
Per Elsa è la "prima volta" in un luogo del genere. Rimane estasiata. Prova, per gioco un largo ed elegante cappotto. Le piace. Vi si sente a proprio agio.
Paul Poiret in persona le propone di acquistarlo:
Perché non lo prendete Mademoiselle? Sembra fatto apposta per voi.
https://www.repubblica.it/d/2021/09/10/foto/elsa_schiaparelli_arte_e_moda_shock-315175464/1/
Lei si schermisce. Sa di non potersi permettere un capo d'abbigliamento del genere.
Non posso permettermelo, è senz'altro troppo caro, e inoltre, quando potrei indossarlo?
https://www.repubblica.it/d/2021/09/10/foto/elsa_schiaparelli_arte_e_moda_shock-315175464/1/
Poiret non ha esitazioni:
Non vi preoccupate per il denaro, voi potete indossare qualunque cosa in qualunque situazione.
https://www.repubblica.it/d/2021/09/10/foto/elsa_schiaparelli_arte_e_moda_shock-315175464/1/
Elsa rimane folgorata dal mondo della Moda. Lo rimane a modo suo e non potrebbe essere diversamente.
Lei non è una sarta. Non sa nemmeno cucire. Quello che ha dentro se è un mondo di idee originali che possono diventare abiti, dopo che lei le avrà rese in disegni e modelli.
Si mette subito alla ricerca di una qualche occasione di lavoro presso varie case di moda, ma non è facile trovare posto, in quell'ambiente, per una donna di nessuna esperienza nel settore. Le poche collaborazioni che riesce ad ottenere si concludono in brevissimo tempo.
Famoso è rimasto il modo in cui Maggy Rouff, allora direttrice della Maison Drecoll, la liquida senza mezzi termini:
Non sappiamo che farcene di una principiante!
La sua amica Hartley, rimasta folgorata quanto lei dal mondo della moda, decide di aprire una propria casa di alta moda. Si chiamerà Maison Lambal ed avrà come stilista Elsa Schiaparelli, che ormai tutti gli amici chiamano Schiap, per comodità di pronuncia.
Le prime collezioni prodotte sono accolte abbastanza favorevolmente, ma il successo si rivela effimero e, già nel 1926, Maison Lambal chiude i battenti.
Per Elsa è stata in ogni caso un'esperienza utile e formativa.
Ha capito che si deve muovere con cautela, umiltà ed il giusto tocco di "genio".
Presto il mondo intero conoscerà il suo nome: Elsa Schiaparelli.
Abbreviato in Schiap, perché più semplice da pronunciare in ogni lingua!
Naturalmente la storia continua...
Shocking life di Elsa Schiaparelli è su Amazon.
/https%3A%2F%2Fm.media-amazon.com%2Fimages%2FI%2F51rRSW8LuQL._SR600%2C315_PIWhiteStrip%2CBottomLeft%2C0%2C35_PIStarRatingFOURANDHALF%2CBottomLeft%2C360%2C-6_SR600%2C315_ZA76%2C445%2C290%2C400%2C400%2CAmazonEmberBold%2C12%2C4%2C0%2C0%2C5_SCLZZZZZZZ_FMpng_BG255%2C255%2C255.jpg)
Ha rivoluzionato la moda, ha conquistato Hollywood, ha suscitato clamore e scandalo, eppure la prima stilista italiana a varcare i confini nazionali ha cominciato la sua straordinaria carriera per ...
https://www.amazon.it/Shocking-life-Elsa-Schiaparelli/dp/8868435233
Ma se sei un Collezionista...Non rinunciare a questo!
Il futuro qualunque fosse. Elsa Schiaparelli. Un bel libro sulla vita e gli esordi di Elsa Schiaparelli, scritto da Rossella Locatelli.
Naturalmente su Amazon!
/https%3A%2F%2Fm.media-amazon.com%2Fimages%2FI%2F51A6n5ncyNL._SR600%2C315_PIWhiteStrip%2CBottomLeft%2C0%2C35_PIStarRatingFIVE%2CBottomLeft%2C360%2C-6_SR600%2C315_ZA8%2C445%2C290%2C400%2C400%2CAmazonEmberBold%2C12%2C4%2C0%2C0%2C5_SCLZZZZZZZ_FMpng_BG255%2C255%2C255.jpg)
Il futuro, qualunque fosse. Elsa Schiaparelli
Gli esordi di Elsa Schiaparelli (Roma, 10 settembre 1890 - Parigi, 13 novembre 1973) appaiono come una lotta incessante in nome di piccole libertà. Condotta con altre donne che condividono questo ...
https://www.amazon.it/Elsa-Schiaparelli-Rossella-Locatelli/dp/8892823213
Solo in lingua francese, su Amazon: