Il Tour de France, in particolare, e, più in generale il ciclismo, risultano forse fra le passioni sportive del Commissario Maigret? Non mi risulta, ma se c'è chi possiede informazioni in proposito è pregato di condividerle.
Quello cui vogliamo fare riferimento noi qui è un Tour de France di tutt'altro tipo.
Se immagini il commissario Maigret che indaga su di un brutto crimine, te lo vedi aggirarsi nelle vie di Parigi, fra bistrot, ristoranti e brasserie.
Cammina con il cappello calcato in fronte, la pipa tra i denti e il pesante cappotto con il collo di velluto, abbottonato fino al collo.
Traversa vicoli, annusa odori, assorbe ambienti. Interroga taxisti e portinaie. Nell’antro di un vecchio cortile ascolta il battere del martello di un fabbro sull’incudine, il frusciare dell’aria fra i rami di un tiglio, bambini che giocano, donne che li richiamano dalle finestre.
Le inchieste di Maigret hanno l’odore acre delle Halles, il profumo fresco delle verdure sulle bancarelle della rue Lepic, il trillare dei canarini flauto sul quai de la Mégisserie.
Eppure Maigret non è soltanto Parigi!
La collana Oscar Gialli di Mondadori ha pubblicato fra gli anni 80 e 90 del secolo scorso molte inchieste del commissario Maigret. Nella quarta di copertina si leggeva questa frase:
“Un modo indimenticabile di vivere Parigi e “una certa” provincia francese."
Ecco: è di questo che vogliamo occuparci oggi.
Una sorta di Tour de France che Simenon ci ha indotti a compiere, non in bicicletta ma con la lettura, conducendoci mano nella mano attraverso i luoghi della sua vita.
Molti dei romanzi di Georges Simenon che hanno per protagonista il commissario Maigret, non sono affatto ambientati a Parigi, ma in tanti luoghi diversi. Nella provincia francese soprattutto e persino fuori dalla stessa Francia.
Molti più di quanto viene naturale immaginare.
Nel complesso dei 75 romanzi che costituiscono la saga dedicata al commissario, ben 36 sono ambientati lontano dalla Ville Lumière.
Addirittura, osservando i primi 19 romanzi pubblicati con Fayard, che rappresentano l'esordio editoriale di Simenon e di Maigret, Parigi è centrale solo in quattro casi, mentre i restanti 15 si svolgono in svariati luoghi della Francia, anche molto distanti tra loro, e, in tre di questi, le vicende sono ambientate all'estero.
Nei restanti 56 romanzi che si susseguono, quasi, ininterrottamente fino al 1972, Parigi rimane lo scenario prediletto dell'azione, ma, sono ancora molti i casi in cui, il commissario, si trova ad indagare anche lontano dalla capitale: persino negli Stati Uniti!
Ecco qui i titoli di tutti i romanzi Maigret ambientati, in tutto o in parte, fuori Parigi.
Il ricordo di un luogo come fattore scatenante dell'ispirazione di un romanzo? Forse. Magari invece è tutto l'opposto.
Certo vi sono storie che sembrano avere un senso solo se ambientate in un determinato luogo, mentre altre potrebbero svolgersi in un posto qualunque.
Sono convinto, in ogni caso, che scegliere di ambientare una vicenda in un determinato luogo è già, in qualche modo, raccontare la storia. Quindi non può essere indifferente la scelta che lo scrittore opera ad un certo punto del percorso creativo.
Alla fine, dunque, rimane la domanda sospesa: come nasce una storia?
Una grande quantità di scrittori, fatta eccezione, forse, solo per Jules Verne ed Emilio Salgari, utilizza nelle proprie opere i ricordi, di cose, persone e luoghi, di cui ha fatto esperienza diretta nella propria vita. Che questo accada immagino sia la cosa più ovvia del mondo.
Pare che il grande Francis Scott Fitzgerald prendesse addirittura nota delle parole, scambiate fra loro da amici e conoscenti, e le utilizzasse per rendere più autentici i dialoghi nei suoi romanzi.
Simenon, che fu un viaggiatore al limite del nomadismo, amante della natura e curioso della vita degli uomini, era dotato di una mente fotografica in grado di cogliere e memorizzare infinite sfumature.
Ebbe ben presto a disposizione un database mentale incredibilmente vario. Un archivio interiore, fatto di luoghi, certamente, ma anche di volti e caratteri e, forse, situazioni.
Di tutte queste "informazioni" ha sicuramente fatto ampio uso nelle sue opere. Probabilmente modificando, mescolando, confondendo il vero con il verosimile, fino a creare il contorno perfetto al suo racconto.
È difficile stabilire "quanto" l'incontro con una specifica persona possa aver influenzato la creatività dello scrittore, spingendolo a costruire intorno a quella figura una vicenda romanzesca.
Altrettanto difficile, e anche un po' azzardato, immaginare un'ispirazione sollecitata dalla complessità del suo privato o da vicende di persone vicine a lui nel quotidiano.
Assai più facile è individuare il collegamento tra le storie raccontate e i luoghi in cui lo stesso Simenon è passato o ha vissuto per un certo tempo.
Di quello abbiamo, per così dire, la prova provata, perché quasi ogni vicenda narrata nei romanzi Maigret è ambientata in luoghi che lo scrittore ha visitato o in cui ha effettivamente vissuto per più o meno tempo.
Tutto filtrato attraverso la memoria dello scrittore, perché quasi mai gli capita di scrivere di un luogo nel momento esatto in cui vi si trova.
Tutto questo risulta evidentissimo già dai primi romanzi Maigret, quelli editi da Fayard a partire dal 1931.
Simenon ha navigato sui canali di Francia ed ecco, da quell'esperienza, romanzi come Le Charretier de la Providence, Le port des brumes e Chez les Flamands.
Anche la cittadina di Sancerre che ospita il romanzo Monsieur Gallet, décédé, viene dai ricordi di questa esperienza, come, probabilmente il paesino di Meung-sur-Loire che ospiterà i coniugi Maigret dopo il pensionamento del commissario.
Lo scrittore ha frequentato Fécamp a più riprese, perché nei cantieri di quella città ha fatto realizzare il suo battello: l'Ostrogoth. Così la cittadina normanna farà da scenario ai romanzi Pietr le letton e Au Rendez-Vous des Terre-Neuvas.
L'Olanda è stata una delle mete della sua navigazione ed ecco la cittadina di Delfzijl come sfondo al romanzo Un crime en Hollande. La città olandese alla foce del fiume Eem avrà anche l'onore di essere scelta, dallo stesso Simenon, come luogo in cui la figura del personaggio di Maigret si sarebbe concretizzata nella mente dello scrittore.
Simenon e Tigy, sua moglie, soggiornano alcuni mesi sulla Costa Azzurra ad Antibes: ecco lo scenario di Liberty bar.
L'isola di Porquerolles dove i Simenon trascorrono per diversi anni le loro vacanze, diventa lo scenario di Mon ami Maigret.
Non sono solo i ricordi di viaggio ad ispirare lo scrittore: anche i cosiddetti trance de vie tornano utili.
Simenon ha ancora ben vivo il ricordo degli anni trascorsi nella natia Liegi. Ispireranno i romanzi La danseuse du Gai-Moulin e Le pendu de Saint-Pholien. C'è chi sostiene che Liegi si nasconda, in qualche modo, dietro molti altri luoghi descritti da Simenon: Parigi compresa.
Giovane aspirante scrittore appena giunto nella capitale francese, Simenon trova lavoro, per un anno circa, come segretario personale presso un nobile, il barone di Tracy, impegnato politicamente e proprietario di un giornale. Un lavoro umile, ma che lo porta in giro per la Francia ed a contatto con alcuni esponenti della politica francese più conservatrice.
Anche questo bagaglio di esperienze, opportunamente rielaborato, servirà per le inchieste del suo commissario.
Proprio dal paesino di Paray-le Frésil, dove il Tracy possiede un castello, vengono i ricordi che daranno vita al villaggio immaginario di Saint-Fiacre, luogo di nascita e dell'infanzia di Maigret, ed all'omonimo romanzo: L'affaire Saint-Fiacre.
Nel 1930 lo scrittore ha bisogno assoluto di un luogo dove concentrarsi al massimo: deve consegnare all'editore Fayard una notevole quantità di romanzetti per i quali è stato già pagato. È anche la condizione imposta dall'editore parigino per poter vedere in stampa il suo commissario.
Simenon scopre così la cittadina di Concarneau, nel Finisterre. Vi rimane, lontano da tutto e da tutti, quasi un intero inverno. Scrive cento pagine al giorno e, nelle pause del lavoro, passeggia per ore lungo la spiaggia con il suo cane Olaf.
Concarneau rimane nel cuore di Simenon e nel romanzo Le chien jaune del 1931 (poi verranno Le signorine di Concarneau, romanzo non Maigret del 1936, e tante citazioni della città, sparse qua e là, in tante opere).
Si muove molto in quegli anni Simenon, per la verità, si muove in continuazione per gran parte della sua vita.
Il famoso Crocevia delle tre vedove, luogo reale che oggi non credo esista più, è frutto invece di un'amicizia. Quella con Eugène Merle un giornalista al pari di Simenon. Merle è il fondatore del Paris-Soir e del giornale satirico Merle-Blanc.
Quasi ogni fine settimana Simenon è ospite dell'amico nel castello che questi possiede ad Avrainville. Castello ed incrocio li ritroveremo protagonisti di quello che è certamente uno dei più famosi tra i romanzi della saga di Maigret: La nuit du carrefour.
Allo stesso modo, il soggiorno poco entusiasmante dello scrittore a Fontenay-le-Comte, tra il '40 e il '42 offre l'occasione per ambientare il romanzo Maigret a peur apparso nel 1953.
Non sempre sono viaggi che lo portano in luoghi lontani: anche la Marna e la Senna, appena fuori Parigi, sono meta del suo peregrinare.
Le piccole pensioni a conduzione familiare in riva al fiume o le guinguettes dove si balla al suono di una fisarmonica, sono, probabilmente, luoghi abituali del suo svago con la moglie e gli amici.
Ritroviamo questi luoghi come protagonisti nei romanzi Signé Picpus e, soprattutto, La guinguette à deux sous, ma citazioni ve ne sono molte altre: come in Maigret aux Assises o Maigret s'amuse o Maigret et son mort.
Non solo Parigi, dunque, nell'orizzonte del nostro amato commissario Maigret. Anche se il personaggio mostra in modo assai evidente di viaggiare molto meno e molto meno volentieri del suo instancabile autore!
Il suo è un Tour de France quasi obbligato, anche se, non dimentichiamolo, in ben due romanzi il commissario mostra di saper muoversi bene anche in bicicletta!
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